Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MA 144
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MA 144


Grammatica latina
ms. membranaceo sec. XI (?), cc. 74, iniziali ornate, 243x148x32 mm
segnatura MA 144 (già Psi 4 34)
Provenienza: Bergamo, Consorzio della Misericordia Maggiore.

MA 144 piatto anteriore MA 144 piatto posteriore

Legatura del secolo XV, eseguita in Italia, del genere (impropriamente) "monastico"

Banda di cuoio biancastro su assi. Coppia di fermagli – uno dei quali oggi residuo - con aggancio tra l'occhiello della piastra metallica collocata sulla bindella ed il tenone posto sul piatto posteriore. Dorso a tre nervi in pelle allumata, alloggiati entro incavi rettangolari lungo il bordo interno delle assi. Capitelli assenti. Taglio grezzo. Carte di guardia bianche.

Questo manufatto, di genere impropriamente "monastico"1, di cui questa Biblioteca possiede numerosi esemplari2, evidenzia un metodo di aggancio del volume, realizzato con una bindella in pelle allumata provvista di una piastra metallica il cui occhiello si fissa sul tenone del piatto posteriore3. Questo genere fu utilizzato in tutta Europa tra il XII fino al XVI secolo. Inizialmente furono apposti semplici tenoni4 al centro dei piatti, prevalentemente su quello anteriore, poi per migliorarne la durata, una piastra stabilizzante quale base cui agganciare il tenone. I volumi furono generalmente provvisti di due fermagli, raramente uno solo, in quanto a causa delle spesse assi, essi erano molto pesanti. La lunga bindella costituisce il punto debole del sistema di aggancio dato che la sua senescenza e le sollecitazioni meccaniche ne provocano facilmente il distacco. Per questo motivo, in occasione di restauri, i fermagli furono dotati di un occhiello e di un tenone nel labbro delle assi o lungo i margini di queste ultime. Questa circostanza è riconoscibile per la presenza di tracce in corrispondenza dei fori utilizzati per il fissaggio dei tenoni o dei resti dei tenoni stessi sui piatti o per la presenza di antiche tracce di fissaggio delle bindelle. Questa Biblioteca conserva una legatura quattrocentesca italiana5 pure provvista di un sistema di chiusura del volume sul piatto posteriore6. La Biblioteca Casanatense di Roma custodisce cinque legature francesi7 dei secoli XIII-XIV così caratterizzate.


1
Viene così definita la legatura in cuoio tardo medievale perché eseguita soprattutto nei conventi. In Italia la legatura di stile monastico venne eseguita perlomeno fino alla fine del Cinquecento mentre nei paesi di area nordica rimase in uso sino a tutto il XVII e in alcuni casi il XVIII secolo. Questo tipo di legatura, che ricopre generalmente libri di grande formato, è in cuoio su assi di legno, con nervi staffilati, pertanto ben rilevati, e robusti capitelli. Le anime dei capitelli e dei nervi sono agganciate ai piatti passando attraverso canaletti e fori praticati nel legno. Le assi sono generalmente fornite di borchie e cantonali metallici e hanno una unghiatura, adottata dal XIII secolo ma in uso corrente dal XV secolo, che deborda dal blocco dei fogli. Oltre alle legature in pieno cuoio o piena pergamena, vi sono mezze legature con il legno delle assi a vista. I materiali di copertura più utilizzati nell'Europa mediterranea sono cuoi di pecora, montone, capra e, più tardivamente e raramente, vitello. Nelle aree nordiche prevale invece l'impiego di pergamena, pelle di porco o scrofa. La decorazione è impressa a secco mediante i ferri cosiddetti monastici, che si distinguono per essere incisi in cavo, sì da lasciare una decorazione in leggero rilievo su un fondo più o meno scuro. Inizialmente vengono utilizzate piastre impresse con il torchio e punzoni impressi a mano. Più tardivo è l'uso di rotelle e palette. In Italia, nei secoli XIV-XV, prevale lo schema a cornici concentriche e campo centrale rettangolare più o meno ampio, con i tradizionali ferri gotici: rosette, stelle, gigli, aquile, cervidi e richiami devozionali come "Laus Deo", "Ave Maria" o "Yehsus"; oppure con motivi a barrette e cordami intrecciati a formare rombi o losanghe. In Francia la decorazione tardogotica è caratterizzata da fasce verticali decorate con numerosi piccoli ferri disposti in senso longitudinale; in Germania, nello stesso periodo, da numerosi e svariati motivi tratti dalla Bibbia, dalla mitologia e dalla storia.
In particolare, le legature tedesche si trovano riunite in grandi gruppi omogenei. E. Kyriss, studioso tedesco del Novecento, elencò 379 legature eseguite dai Domenicani di Norimberga, 431 dai Cistercensi di Heilsbronn, 828 dagli Agostiniani di Norimberga. Opera di botteghe laiche furono invece 256 legature prodotte a Norimberga, 309 ad Augusta e 362 a Tübingen. In Italia, le legature di questo tipo sono molto meno numerose; si tratta in genere di esemplari unici, senza alcun fregio in comune con altri manufatti. Scoprire un gruppo di più di 10 legature italiane di questo periodo con fregi in comune costituisce un avvenimento (HOBSON A. 1999 A, pp. 2-5). Ciò per varie ragioni: i libri venivano legati separatamente da un numero non piccolo di cartolai o librai; e se i monasteri italiani possedevano legatorie, queste ultime, tranne poche eccezioni, come Santa Giustina di Padova e forse Subiaco, non usarono ferri ornamentali (Cfr. CLARKSON 1992, pp. 181-200; COLOMBO 1952, pp. 33-40; QUILICI 1986, pp. 92-95).
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2
Cfr. le segnature Cinq. 1 703, Cinq. 3 428, Cinq. 3 1357, Cinq. 4 680, Cinq. 4 932-933, Cinq. 5 435, Cinq. 5 507, Cinq. 5 660, Cinq. 5 665, Cinq. 5 674, Cinq. 5 813, Cinq. 5 828, Cinq. 6 84/85, Cinq. 6 341, Cinq. 6 343, Cinq. 6 347/348, Cinq. 6 359, Cinq. 6 514, Cinq. 6 523, Cinq. 6 524, Cinq. 6 525, Cinq. 6 546, Cinq. 6 802, Cinq. 6 986, Cinq. 6 969, Cinq. 6 1356, Cinq. 6 1374/1-2, Cinq. 6 1517, Cinq. 6 1540/1, Cinq. 6 1540/2, Cinq. 6 1540/3, Cinq. 6 1540/4, Cinq. 7 191, Cinq. 7 306, Inc. 1 192, Inc. 1 195, Inc. 3 234.
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3
segnatura MA 144, dettaglio
Segnatura MA 144, dettaglio
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Schema di tenone fissato sul piatto posteriore dell’asse
Schema di tenone fissato sul piatto posteriore dell'asse.

Schema di tenone con piastra stabilizzante fissata sul piatto posteriore dell’asse
Schema di tenone con piastra stabilizzante fissata sul piatto posteriore dell'asse.

L'occhiello è collocato al termine di una bindella che fissata lungo il margine del piatto posteriore con una piastra, supera il taglio ed una metà del piatto anteriore per esservi ivi fissata. L'occhiello compare sotto forma di:

foro nella bindella
a) foro nella bindella. Esempio più semplice.

piastra applicata con foro lungo la bindella
b) piastra applicata con foro lungo la bindella. La parte terminale della bindella presenta spesso un lembo metallico fissato con uno o più chiodi. Esempio riferibile per l'esempio proposto.

piastra unica in metallo o in altro materiale compatto al termine della bindella
c) piastra unica in metallo o in altro materiale compatto al termine della bindella. All'estremità, si trova spesso un foro disposto trasversalmente per il fissaggio di una bindella che consente una lieve apertura e chiusura.

cerniera metallica al termine della bindella
d) cerniera metallica al termine della bindella che, sollevata, grazie allo snodo, consente una più facile apertura. All'estremità, si trova spesso un foro disposto trasversalmente per il consolidamento del fissaggio di una bindella.
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Segnatura MA 302.
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segnatura MA 302, dettaglio
Segnatura MA 302, dettaglio

Schema di legatura con aggancio sul piatto posteriore
Schema di legatura con aggancio sul piatto posteriore.
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7
BIBLIOTECA CASANATENSE 1995, I, n. 4, p. 73; II, fig. 4-7, p. 4-5, Papias, 1) Vocabularium; 2) Compendium grammaticae, ms. membranaceo sec. XIII-XIV, segnatura Ms. 464; I, n. 5, pp. 73-74; II, fig. 8, p. 6, Thomas, Commentarius, in Canticum Canticorum, ms. membranaceo sec. XIII, segnatura Ms. 1077; I, n. 7, p. 75; II, fig. 9-10, p. 7, Gregorius, I, papa, santo, Homiliae in Evangelia, ms. membranaceo sec. XIII, segnatura Ms. 1089; I, n. 8, pp. 75-76; II, fig. 11, p. 8, (Miscellanea contenente tra l'altro), Caius Julius Solinus, Collectanea rerum memorabilium sive Polyhistor., ms. membr. sec. XIII, segnatura Ms. 1090; I, n. 12, p. 78; II, fig. 2, p. 8, Miscellanea di scritti vari sacri e profani, ms. membranaceo, Francia, sec. XII-XIV, segnatura Ms. 2052.
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