Giovanni Silini

BERGAMO 1512
Narrazione degli avvenimenti politici e militari
di un anno drammatico

Civica Biblioteca e Archivi Storici "Angelo Mai"
Anno di pubblicazione in rete: 2001



Introduzione

Chi scrive di storia solitamente isola dal contesto generale che lo interessa uno o una serie di eventi, oppure un periodo, intorno ai quali svolgere una ricerca e narrarla. Si tratta in genere di eventi che si estendono nel tempo, oppure di periodi sufficientemente lunghi sui quali articolare i ragionamenti e le narrazioni. A volte, si desidera invece analizzare l'andamento nel tempo o nello spazio di un certo fenomeno; altre volte ancora si sceglie di descrivere l'origine, il contesto o le implicazioni di un documento di particolare significato.

Nei limiti delle mie possibilità - quelle di uno dilettante senza specifico addestramento nelle discipline storiche, ma armato soltanto di curiosità e di una metodologia generale di ricerca, appresa ed esercitata nella mia professione vera - ho volta a volta utilizzato questi diversi approcci all'investigazione storica, nell'ambito del territorio bergamasco. Ma, proprio perché ero conscio dei miei limiti, ho tuttavia fino ad ora evitato trattazioni di grande lena e di lungo periodo, premiando invece le analisi più puntuali e meglio delimitate.

Proseguendo in quest’avventura intellettuale, sono stato spesso tentato dal desiderio di approfondire l’indagine di un periodo molto breve, collazionando quante più possibili informazioni su di esso, quasi una analisi al microscopio di una serie ristretta di eventi. Dopo aver deciso che per un tale esercizio un anno fosse un periodo sufficientemente breve - o lungo, perché vi sono casi in cui l’analisi si è limitata ad un singolo giorno - si trattava di identificare l'anno adatto. E due erano gli approcci possibili: scegliere un anno "qualunque", cioè non caratterizzato da avvenimenti di particolare importanza o significato; oppure dare la preferenza ad un anno denso di avvenimenti e rivolgimenti - politici, bellici, amministrativi - destinati ad incidere profondamente sulla vita del territorio e dei suoi abitanti.

Per il momento è prevalsa la seconda alternativa, forse perché più drammatica o più facile da narrare. Ed ho così identificato il 1512 come un anno di particolare interesse per la città ed il territorio di Bergamo, per i frequenti passaggi di dominio ed i profondi rivolgimenti politici e militari che esso comportò.

Ricordo che quando discussi di questo mio progetto con uno storico vero, culturalmente preparato ed accademicamente qualificato, egli mi incoraggiò, ma a patto che giustificassi accuratamente le mie scelte, trattandosi di un procedimento d’indagine piuttosto inusitato. Ripensai molto in seguito a questo colloquio, dibattendo tra me e me la necessità di una tale giustificazione. Per concludere, alla fine, che questo mio progetto non sarebbe stato meno fondato di tanti altri studi storici i cui autori decidono, in base a loro personali interessi, di concentrarsi su avvenimenti più o meno duraturi o episodi più o meno conchiusi. Pare a me che la fondatezza delle scelte debba risiedere, alla fine, soltanto nella qualità dei risultati raggiunti, che rende l’opera più o meno valida.

Ho quindi deciso di intraprendere la progettata ricerca, con la quale null'altro mi prefiggo che di dedicarmi ad un puro esercizio della mente: quello di esaminare il breve periodo storico scelto in tutto il dettaglio possibile, utilizzando le fonti ragionevolmente accessibili, nell’intento di analizzare i fatti e di controllarne la natura, secondo i punti di vista di coloro che questi fatti testimoniarono.

A questo fine, mi propongo di documentare ogni affermazione il più accuratamente possibile - anche a rischio di apparire pedante - per dare al lettore di queste note, se mai ci sarà, la possibilità di accedere egli stesso all'informazione originale e di verificarne l'interpretazione, che potrà naturalmente essere diversa dalla mia.

Vorrei ancora raccontare gli eventi usando soprattutto le parole stesse di chi li ha riportati ed unendo i testi originali con un conciso tessuto di spiegazione e di inquadramento. E ciò, da una parte, per interferire il meno possibile nella narrazione e separare i testi originali dai miei commenti e, dall’altra parte, per consentire al lettore di godere le descrizioni nella lingua stessa in cui i fatti sono stati narrati.

Nulla posso naturalmente conoscere circa la qualità dei risultati raggiunti, anche se so per certo che molti dei documenti riportati non sono mai stati descritti prima d’ora e che l’analisi di alcuni di essi consente di penetrare meglio nelle motivazioni dei fatti o dei comportamenti. Non so neppure – né, tutto sommato, mi interessa molto sapere – se questa mia ricerca sarà mai pubblicata e come.

Desideravo soltanto condurre a termine l’esercizio, e questo è l’unico scopo per cui ho lavorato e sarà l’unico vero compenso ad una dilettevole fatica.

Lovere, febbraio 1999