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Guida artistica all'edificio
a cura di Giuseppe Sangalli

Sul lato verso Nord-Est di Piazza Vecchia si impone il Palazzo Nuovo, già sede del Comune e dal 1928 della Civica Biblioteca "Angelo Mai", il cui ingresso si apre sotto la loggia disegnata, nel 1593, dall'architetto Andrea Ceresola, detto il Vannone (Lanzo d'Intelvi, Como, attivo tra il 1575 e il 1619).

L'insigne edificio cittadino, riprogettato nel 1611 dall'architetto Vincenzo Scamozzi (Vicenza 1552-Venezia 1616), fu realizzato a più riprese e completato nella monumentale facciata, in marmo bianco di Zandobbio (Bergamo), nel 1928 dall'architetto Ernesto Pirovano (Milano 1866-1934), il quale tenne conto nel suo lavoro del disegno originario scamozziano. Il secolare cantiere si chiuse finalmente nel 1958 con la posa, sulle trabeazioni dei finestroni, delle sei poderose statue simboliche scolpite da Tobia Vescovi (Zandobbio, Bergamo, 1893-1978) raffiguranti, da sinistra: L'Artigianato, L'Industria, Il Fiume Brembo, Il Fiume Serio, L'Agricoltura, Il Lavoro.
Sulla base dei pilastri angolari della facciata vi erano incise le date salienti della costruzione del Palazzo con i relativi nomi dei podestà e dei capitani veneti reggenti la città e il territorio bergamasco. Le scritte, cancellate con lo scalpello dai Cisalpini (1797), furono ricostruite nel 1930 e fatte nuovamente scolpire dall'allora direttore della Biblioteca, monsignor Giuseppe Locatelli.

Sul pilastro di destra si legge: IVLIO CONT(ARENO) PRAET(ORE) BERNARDO CAPEL(LO) PRAEF(ECTO)
AEDIFIC(IVM) HOC AD PVBL(ICOS) CIVI(TATIS) CONVENTVS
A SVMMO FVND(ATVM), QVOD
MARCO CORNEL(IO) PRAET(ORE) STEPHANO TRIVIS(ANO) PRAEF(ECTO)
POSITVM FVERAT, ERIGI CEPTVM EST
AN(NO) SAL(VTIS) HV(MANAE) M.D.C.IIII.
Sul pilastro di sinistra si legge: NICOLAO MANINO COMITE PRAETORE
BAPTISTA ERIZZO PRAEFECTO
AEDIFICIVM HOC
ANNO A VIRGINIS PARTV MDCXCVII
CIVITAS EREXIT
Attraverso l'elegante atrio scamozziano si raggiungono il Salone Furietti, la Sala Tassiana, la Sala Periodici, ornate da stucchi e da affreschi nelle volte (secc. XVII e XVIII) e da ritratti e busti raffiguranti illustri studiosi, soprattutto bergamaschi.

La Biblioteca è tra le poche ad aver mantenuto il fascino e la caratteristica del luogo di cultura in senso classico. Cioè, vedere accanto ai libri, ritratti e busti di personaggi "La cui rappresentata effigie serviva ad eccitare allo studio delle scienze e delle lettere" (Giovanni Maironi da Ponte (Bergamo 1748-1833)), e "Poichè questo fu sempre l'uso di tutti i popoli, che ogni fatto degno di pubblica e singolare considerazione venisse raccomandato a monumenti, che atti a vincere la possanza de' secoli, ne recassero a' posteri, più che possano le scritture e le tradizioni, quasi viva e parlante la preziosa memoria. Di qui sorsero templi ed altari, archi e colonne, e bronzi e marmi, e simboli ed iscrizioni: venerande reliquie, su cui posa solenne il fondamento di ogni storia" (Giovanni Finazzi (Bottanuco, Bergamo, 1802-Bergamo 1877)).

La cospicua raccolta di tali testimonianze è disseminata nei numerosi ambienti della Biblioteca, ma qui verrà illustrata solo quella parte fruibile nelle sale aperte al pubblico o visitabili dietro specifica autorizzazione della Direzione.