Corridoio (primo piano)
Da un ingresso riservato si giunge in un lungo corridoio che conduce all'ufficio della sezione Archivi, all'ufficio della sezione Musiche, all'ufficio Fotocopie e vendita pubblicazioni. Anche in questi ambienti si vedono opere d'arte degne di nota.
Corridoio:
- Felice Cavagnis
Felice Cavagnis (Bordogna, fraz. di Roncobello, Bergamo, 1841-Roma 1906), cardinale, giurista, ricoprì importanti cariche presso la Santa Sede; lasciò gli studi presso le Scuole pubbliche di Bergamo per proseguirli in Seminario. Nel 1857 fu ammesso al Seminario romano dell'Apollinare con il beneficio delle rendite del legato Cerasoli (istituito nel 1640 dal teologo Flaminio Cerasoli (Palosco, Bergamo, 1562-Roma 1640) per favorire agli studi, nella città papale, meritevoli giovani bergamaschi). A Roma conseguì tre lauree: in filosofia (1859), in teologia (1864), in diritto (1866). Nel Seminario romano ricoprì la cattedra di filosofia e, successivamente, di istituzioni canoniche, di diritto pubblico ecclesiastico e di testo canonico. Altri importanti incarichi e riconoscimenti seguirono negli anni: rettore del Seminario romano (1888-93), protonotario apostolico, segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari, socio della pontificia Accademia Tiberina, canonico della basilica
di Santa Maria Maggiore in Roma e di San Pietro in Vaticano; nel 1901 fu creato cardinale. È sepolto nel cimitero di Serina (Bergamo). In materia giuridica lasciò la sua opera fondamentale Institutiones iuris publici ecclesiastici (1883), e pubblicò: Nozioni di diritto pubblico naturale ed ecclesiastico (1886), Della natura di società giuridica e publica competente alla Chiesa (1887), De concordato napoleonico pro Gallia (1906); inoltre trattò La massoneria quel che è, quel che ha fatto quello che vuole (1906).
Dipinto di Nazareno Diotallevi, datato "1905"
Nazareno Diotallevi, artista romano allievo di Francesco Coghetti (Bergamo 1802-Roma 1875), presso l'Accademia di San Luca in Roma.
- Francesco Maria Petrarca
Francesco Maria Petrarca (Carinaro, Caserta, 1822-Lanciano, Chieti, 1895), vescovo; dopo l'ordinazione sacerdotale rimase ad Aversa come canonico teologo della Cattedrale, vicario generale del vescovo Zelo, rettore e docente del seminario. Il 25 marzo 1872 venne eletto vescovo della diocesi di Lanciano, dove è ricordato per la sua sollecitudine pastorale e per l'impegno profuso nel riformare il piano degli studi del seminario, al quale lasciò la sua cospicua biblioteca.
Dipinto su tavola di Michele Cavarocchi (artista abruzzese?) della seconda metà dell'Ottocento.
- Arazzi
Arazzi, eseguiti con filo di cotone, raffiguranti due Vedute di Venezia con scene galanti rinascimentali.
Firmati "d'après Delleani", databili al 1880ca..
Lorenzo Delleani (Pollone, Biella, 1840-Torino 1908); studiò a Torino e a Venezia dedicandosi con successo alla pittura storica; ottenne ottimi risultati anche nell'ambito del paesaggio, ispirato al linguaggio pittorico di Antonio Fontanesi.
Dono Mario Ricci, 1988.
Nel corridoio, sopra un mobile, è posta parte della
gipsoteca posseduta dalla Biblioteca composta da
cinque busti:
- Carlo Cattaneo
Carlo Cattaneo (Milano 1801-Castagnola, fraz. di Lugano, 1869), storico, politico, economista, scienziato, filosofo; la famiglia, originaria della Val Brembana, si trasferì a Milano, dove il padre avviò una bottega di orefice. Iniziò gli studi nel Seminario di Lecco, ma li proseguì a Milano nel Liceo municipale, laico, di Sant'Alessandro (l'attuale Liceo Beccaria) ed ebbe come compagno Cesare Cantù. Seguì le lezioni del giurista Gian Domenico Romagnosi, laureandosi in giurisprudenza a Pavia (1824) e fino al 1835 insegnò nelle Scuole ginnasiali milanesi. Nel frattempo intraprese gli studi di linguistica, storia, letteratura, etnologia, geografia, economia, statistica, filosofia, finalizzati alla soluzione dei problemi concreti della società: intendimento ben palesato nella rivista Il Politecnico, scritta quasi interamente da lui, la cui prima serie uscì dal 1839 al 1844. Membro del Consiglio di guerra milanese che coordinò l'azione delle Cinque Giornate, dopo il ritorno
degli Austriaci a Milano si stabilì a Lugano, dove partecipò attivamente alla vita pubblica del libero Canton Ticino insegnando filosofia nel nuovo liceo locale, oggi intitolato a suo nome. Eletto nel 1867 al Parlamento italiano per la Sinistra, fece brevi soggiorni nella nuova capitale, Firenze, ma rifiutò di partecipare alle sedute della Camera, per non giurare fedeltà al re. Tra i suoi scritti: Notizie naturali e civili su la Lombardia (1844); L'insurrection de Milan en 1848 (1848); Archivio triennale delle cose d'Italia dall'avvenimento di Pio IX all'abbandono di Venezia (1851); Del pensiero come principio d'economia pubblica (1861).
Gesso di Nino Galizzi.
Nino Galizzi (Bergamo 1891-1975), scultore; studiò alla Scuola d'Arte "Andrea Fantoni" e alla Scuola dell'Accademia Carrara. Combattè sui fronti della guerra 1915-18. Nel 1923 partecipò alla Quadriennale di Torino, esponendo accanto alle opere dei maggiori artisti del tempo: Carrà, Casorati, De Chirico, Soffici. Dopo i soggiorni a Roma e a Parigi si stabilì a Milano, dove prese parte attivamente al clima artistico culturale del Novecento. Fra i suoi numerosi lavori vanno ricordati: Giustizia di Bruto, grande altorilievo per il Palazzo di Giustiza di Milano; San Benedetto, statua bronzea nel Palazzo della Civiltà del Lavoro all'E.U.R.; Italia etrusca e Italia romana, statue in bronzo per il Palazzo delle Poste di Bergamo; due grandi rilievi marmorei sull'ingresso del Palazzo degli Uffici Statali di Bergamo; Cristo orante, bronzo, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, transetto di sinistra.
- Evaristo Baschenis
Evaristo Baschenis (Bergamo 1617-1677), sacerdote, pittore; famoso per le sue nature morte in cui primeggiano gli strumenti musicali a corda disposti con assoluto rigore prospettico e presentati con incredibile naturalezza; fu amico del pittore francese Jacques Courtois (1621-1675), detto il Borgognone, celebre autore di scene di battaglia. L'Accademia Carrara di Bergamo possiede un importante gruppo di dipinti di Evaristo Baschenis.
Gesso di Nino Galizzi.
- Giosuè Carducci
Giosuè Carducci (Valdicastello, fraz. di Pietrasanta, Lucca, 1835-Bologna 1907), poeta, critico, premio Nobel per la Letteratura (1906); visitò nel 1888 la biblioteca, di ritorno dalla cure delle acque di San Pellegrino Terme. Frequentò a Firenze le scuole dei Padri Scolopi, acquisendo una buona preparazione letteraria e retorica; nel 1853 fu ammesso alla Scuola Normale Superiore di Pisa laureandosi in filosofia e filologia (1856). Successivamente fu nominato professore di eloquenza (poi letteratura italiana) presso l'Università di Bologna. La sua opera letteraria comprende: Juvenilia (1850-60); Levia gravia (1861-71); Rime nuove (1861-87); Giambi ed Epodi (1867-79); Odi barbare (1877-89); Rime e ritmi (1887-99).
Gesso firmato e datato, sul retro: "FAINO f. 1907", sul taglio di destra: "A. Faino 1907".
Alfredo Faino (Bergamo 1885-Nizza 1944), scultore, pittore, disegnatore; allievo all'Accademia Carrara ottenne importanti riconoscimenti nella Scuola dei gessi e delle statue aggiundicandosi due primi premi: nel 1900 e nel 1901, ed una menzione onorevole nel 1902. Durante la guerra 1915-18 si arruolò volontario nella Legione italiana (comandata da Peppino Garibaldi), combattendo valorosamente nella battaglia delle Argonne. Nel 1923 realizzò la grande statua in bronzo della Vittoria per la Torre dei Caduti (inaugurata nel 1924). A Parigi eseguì il ritratto dell'allora presidente della Repubblica Raymond Poincaré. Morì tragicamente a Nizza.
Questo busto fu commissionato dalla "Società di Cultura di Bergamo" in occasione della commemorazione del Carducci fatta al Teatro Donizetti il 22 marzo 1907, a pochi giorni dalla morte.
- Giovan Battista Moroni
Giovan Battista Moroni (Albino, Bergamo, 1520/1524-Bergamo 1578), pittore; noto soprattutto per i ritratti di aristocratici, borghesi e artigiani rappresentati con vivace senso della realtà e sottile capacità psicologica che ne mette in luce il carattere. Presso l'Accademia Carrara (fondata nel 1795 dal conte Giacomo Carrara), è esposta la più ampia rassegna della sua ritrattistica.
Gesso, bronzato, di Nino Galizzi, il quale nella concezione del suo lavoro si è ispirato al presunto autoritratto del Moroni nell'Ultima cena di Romano di Lombardia (Bergamo), parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Giacomo - Cappella del Corpus Domini.
Il busto definitivo in bronzo si trova nelle Raccolte Civiche del Comune di Albino, Bergamo.
Bozzetto donato nel 1939 alla Biblioteca dall'avvocato Davide Cugini.
- Jacopo Negretti, detto Palma il Vecchio
Jacopo Negretti (Serina, Bergamo, 1480ca.-Venezia 1528), pittore; come altri numerosi artisti bergamaschi si trasferì a Venezia, dove si formò alla scuola di Giovanni Bellini e all'ambiente culturale di Giorgione e Tiziano; importanti esempi della sua arte nella bergamasca sono visibili nelle chiese di Alzano Lombardo, di Peghera in Val Taleggio di Serina.
Gesso di Nino Galizzi. È una replica di quello bronzato esposto nel Salone Furietti.
La Biblioteca conserva ora solo nove dei dodici bozzetti originariamente realizzati da Nino Galizzi per immortalare "famosi brembani"; risultano mancanti quelli del poeta Torquato Tasso, dello scienziato Lorenzo Mascheroni e e dell'eroe della Guerra Mondiale 1915-18 Attilio Calvi.
La serie completa, realizzata in pietra di Sarnico, è visitabile presso il giardino di Villa Bortolo Belotti a Zogno; lo stesso Bortolo Belotti donò i bozzetti alla Biblioteca nel 1928.