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Sala periodici e ufficio sezione periodici

Alla Sala si accede dallo scalone principale. Anch'essa ha il soffitto voltato a botte e trattato a stucchi ben modellati dai luganesi Francesco e Paolo Banchino (1702), che formano 32 aggetti di medaglioni forse creati per accogliervi dipinti.
Sulla parete di fondo si nota il ritratto di: Nell'Ufficio sezione periodici sono visibili gli armadi che originariamente si trovavano nella sala detta "Gabinetto dei manoscritti", quando la Biblioteca aveva sede nel Palazzo Vecchio o della Ragione: sopra le ante vi sono ancora le lettere greche dorate sull'esempio messo in uso nel Settecento dal bergamasco Girolamo Tiraboschi per la Biblioteca Estense di Modena.

Di particolare interesse sono le tre illustrazioni a tempera su carta di Gaspare Galliari (Treviglio, Bergamo, 1761-Milano 1823): Originariamente la serie del Galliari era composta da cinque vedute, due delle quali sono tuttora in deposito presso la sede dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo. La serie proviene dall'ex Museo Camozzi-Vertova di Dalmine che conservava dipinti, busti, mobili, importanti cimeli e documenti del Risorgimento (successivamente suddivisi tra Biblioteca e Museo Storico), raccolti dai fratelli:
Giovanni Battista Camozzi (Bergamo 1818-1906), conte, storico, patriota, primo sindaco di Bergamo dal 1860 al 1870, senatore del Regno d'Italia.
Gabriele Camozzi (Bergamo 1823-Dalmine, Bergamo, 1869), conte, patriota bergamasco; profuse le sue ricchezze nell'arruolare volontari per la causa garibaldina; esule a Genova, nella sua Villa dello Zerbino, la notte del 31 dicembre 1858 fu declamato, per la prima volta, l'Inno di Garibaldi, scritto dal poeta marchigiano Luigi Mercantini.

Illustrazioni riprodotte in Numero XXIV invenzioni teatrali di Gaspare Galliari pubblicate in Milano nel MDCCCIII.