Ufficio sezione archivi
Nell'Ufficio archivi storici è raggruppata una collezione di ritratti di scuola bergamasca del Seicento e del Settecento dedicati a rappresentanti famosi nelle lettere e nella organizzazione delle poste medievali della famiglia Tasso, originaria di Camerata Cornello, piccolo paese della Valle Brembana. I quadri provengono dalla donazione testamentaria fatta nel 1906 dalla contessa Paolina Varese di Rosate, discendente della famiglia Tasso.
Di questi
undici dipinti, nove hanno l'effigie inscritta in una cornice, a guisa di nastro con scritto il nome e il titolo del personaggio.
- Luigi Tasso
Luigi Tasso (Bergamo 1468-1520), zio e protettore di Bernardo Tasso, canonico della Cattedrale di Bergamo, dottore in diritto civile e canonico, vescovo di Parenzo in Istria (1500), quindi di Recanati e Macerata (1516); esercitò varie cariche presso la Santa Sede. Durante un soggiorno nella sua villa di Redona, vicino a Bergamo, fu assassinato la notte del 3 settembre 1520 da alcuni ladri che gli erano entrati in casa per derubarlo. Nella chiesa di Santo Spirito, dove i Tasso avevano giuspatronato, si trova il suo monumento funebre, pregevole opera rinascimentale (1524).
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Bernardo Tasso
Bernardo Tasso (Bergamo o Venezia 1493-Ostiglia, Mantova, 1569), politico, letterato, padre del poeta Torquato. Visse in qualità di segretario presso il modenese Guido Rangone, uomo d'armi al servizio anche di papa Leone X; Ferrante Sanseverino principe di Salerno, che accompagnò in diverse imprese militari e missioni diplomatiche fuori d'Italia; Guglielmo Gonzaga duca di Mantova, il quale lo nominò governatore di Ostiglia. Per volere del figlio Torquato venne sepolto nella chiesa di San Paolo in Ferrara. La sua opera più famosa è l'Amadigi (1560).
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Torquato Tasso
Torquato Tasso (Sorrento, Napoli, 1544-Roma 1595) iniziò gli studi a Napoli dai Gesuiti e per l'improvvisa morte della madre (1556) fu mandato a Bergamo, presso i parenti; studiò a Padova e a Bologna e nel 1565 entrò al servizio del cardinale Luigi d'Este e, successivamente, del duca Alfonso, dando inizio ad un periodo di fervida attività letteraria. Dopo varie peregrinazioni, rientrò a Ferrara (1579), proprio mentre si celebravano le terze nozze del duca; credendosi trascurato, diede in escandescenze violente, e perciò rinchiuso nell'Ospedale di Sant'Anna fino al 1586, quando Vincenzo Gonzaga di Mantova ottenne che il poeta fosse affidato alla sua custodia. Ma, ripreso dall'irrequietezza, lasciò presto anche Mantova, passò a Napoli presso i monaci Olivetani ed infine a Roma, avendo avuto da papa Clemente VIII una pensione e la promessa che sarebbe stato incoronato poeta; ammalatosi e ritiratosi nel convento di Sant'Onofrio, vi morì il 25 aprile 1595, alla vigilia dell'incoronazione. Torquato Tasso
lasciò capolavori come: La Gerusalemme liberata (1565-1575ca.), Aminta (1573), Re Torrismondo (1587), Rime (circa duemila, composte lungo tutta la vita).
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Simone Tasso
Simone Tasso (notizie dal 1500-Milano 1562), raffigurato con la divisa di Corrier Mayor et General Mastro de le Poste de Sua Maestà Cesarea (l'imperatore Carlo V); ebbe l'incarico di impiantare, come già fece nelle Fiandre, una nuova linea postale che collegasse la Spagna con Roma e Napoli. Dal 1523 fissò la sua residenza a Milano, dove governò i principali collegamenti postali e diede origine al ramo dei Tasso di Milano e di Roma al quale, nel 1619, fu conferito il marchesato di Paullo e, più tardi, il titolo di principe; l'ultimo di questo ramo si estinse nel 1797.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Elisabetta Rota
Elisabetta Rota (m. dopo il 1553), moglie del cavaliere Domenico Tasso e come lui mecenate; appare ritratta, quale committente, nel dipinto di Lorenzo Lotto "Il commiato di Gesù dalla Madonna", 1521, oggi allo Staatliche Museum di Berlino. È sepolta con il marito, nella chiesa di Santo Spirito, nel monumento funebre costruito nel 1541 su disegno dell'architetto bergamasco Pietro Isabello.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Ercole Tasso
Ercole Tasso (Bergamo, notizie dal 1556-1613), filosofo, poeta, letterato, politico; visse molti anni a Bologna dove studiò legge e filosofia nella quale si addottorò. Fu consigliere della città di Bergamo e dal 1577 nunzio stabile a Venezia; cavaliere dell'Ordine dello Speron d'Oro. Più volte eletto membro del consiglio del Pio Istituto della Pietà, si interessò dell'epitaffio (1599) che celebra le gesta e i meriti di Bartolomeo Colleoni, ancor oggi leggibile ai lati del sepolcro del condottiero nella Cappella Colleoni; appare tra gli amministratori della Misericordia Maggiore e, nel 1592, tra i quattro cittadini deputati a scegliere il disegno dell'attuale Palazzo della Biblioteca. Pubblicò: Il confortatore (1595); Della realtà, & perfettione delle imprese (1612); Poesie (1613). È cugino di Torquato.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Lamorale Tasso
Lamorale Tasso (1557ca.-1624), per il notevole incremento dato al servizio di posta ebbe il titolo di conte e, nel 1615, ottenne il generalato delle poste imperiali in feudo perpetuo.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Giulia Albani
Giulia Albani (Bergamo, notizie dal 1562), figlia del conte Giovanni Girolamo Albani, futuro cardinale; moglie del letterato Enea Tasso, cugino di Torquato, madre di Giovanni Girolamo.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Seicento.
- Domenico Tasso
Domenico Tasso (Bergamo m.1726), conte, cavaliere; sulla sua giacca è fissata l'onorificenza dell'ordine cavalleresco mediceo di Santo Stefano: croce biforcata rossa in campo bianco con nastro rosso.
Dipinto attribuito all'ambito di Giuseppe Ghislandi, in religione Fra' Vittore, detto Fra' Galgario
Giuseppe Ghislandi (Bergamo 1655-1743), pittore; continuatore della celebre scuola ritrattistica bergamasca. Figlio di Domenico, pittore di vedute e quadrature, studiò dapprima a Bergamo con Giacomo Cotta e il fiorentino Bartolomeo Bianchini e, in seguito, a Venezia presso il ritrattista Sebastiano Bombelli. A Venezia vestì l'abito di religioso laico nel convento dei Minimi di San Francesco di Paola (1675). Rientrato a Bergamo (1702ca.), si stabilì nel convento dei Minimi al Galgario (da cui trae origine il suo soprannome), dove approfondì il tema del ritratto con risultati che sono tra i più alti del Settecento. L'Accademia Carrara espone un'ampia produzione dei suoi ritratti.
- Giovanni Girolamo Tasso
Giovanni Girolamo Tasso (Bergamo 1571ca.-1630), figlio del filosofo Enea e di Giulia Albani, studioso di diritto civile e canonico, Referendario della Segnatura Apostolica; abate commendatario dell'ex monastero degli Umiliati in via Masone (ora delle Suore Orsoline di Gandino); fondatore nel 1619 del monastero delle Dimesse in borgo San Tomaso (oggi sede della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea). Durante la pestilenza del 1630, con grande spirito di carità, soccorse gli infetti del suo borgo ma, contratta la peste, morì lasciando ogni suo avere a beneficio dei poveri.
Dipinto attribuito a Enea Salmeggia, detto Il Talpino
Enea Salmeggia (Salmezza, fraz. di Nembro, Bergamo, 1565ca.-Bergamo 1626), pittore; le sue opere "sono testimonianze di una profonda fedeltà ai modelli culturali e spaziali del Cinquecento" (Vittorio Sgarbi), con particolare riferimento a Lotto, Luini, Moroni; pur nell'affollato ambiente artistico del tempo, seppe affermarsi anche fuori Bergamo, in particolare a Milano, dove eseguì pregevoli dipinti per il Duomo, la Certosa di Garegnano, Santa Maria della Passione, San Vittore al Corpo.
Interessante è il tappeto che copre il tavolo, noto nell'arte come "tappeto Lotto": nome del pittore che per primo raffigurò tappeti con questo tipo di disegno ornamentale.
- Canonico appartenente alla famiglia Tasso
Dipinto di anonimo dell'ambiente genovese della prima metà del Seicento.
Altre opere esposte:
- Bosco animato
Ritagli di carta trovati allegati ad una lettera (datata Vienna 12 dicembre 1792) inviata da Lucia Memmo Martinengo alla sorella.
- Volto di Cristo
Marmo databile alla metà del Settecento.
- Paolo Berlendi (o Berlendis)
Paolo Berlendi (architetto bergamasco attivo nella seconda metà del secolo XVI) qui ritratto all'età di settantacinque anni, al tavolo di lavoro mentre verifica col compasso il disegno dell'orecchione di una tenaglia (Sant'Agostino?) delle Mura venete (1561-1588). Suo figlio "miser Bernardo abitante verso il Pozzo Bianco", nel 1606, figura come "Protto" nel cantiere del costruendo Palazzo Nuovo.
Dipinto datato " M.D.L.XXXXII." e siglato ".I.P.L. / .F.".
Gian Paolo Lolmo (Bergamo 1550ca.-1595), pittore; i suoi dipinti più noti si vedono in Santa Maria Maggiore nella cappella votiva eretta dopo la peste del 1576.
- Vittorio Emanuele II
Vittorio Emanuele II (Torino 1820-Roma 1878), figlio primogenito di Carlo Alberto, fu l'ultimo re di Sardegna (1849-61), e primo re d'Italia (1861-78).
Gesso bronzato databile alla seconda metà dell'Ottocento.
- Paesaggio
Dipinto attribuito a Crescenzo Onofri.
Crescenzo Onofri (Roma 1630ca.-Firenze 1713/1715ca.), pittore; fu allievo del paesaggista francese Gaspard Dughet a Roma, dove lavorò alla decorazione delle sale di Palazzo Colonna e di Palazzo Doria Pamphilj. La tipicità delle sue rappresentazioni paesistiche piacquero particolarmente a Ferdinando de' Medici, figlio di Cosimo III Granduca di Toscana, che lo invitò a Firenze per fargli decorare la Villa Pratolina e l'appartamento estivo a Palazzo Pitti. I paesaggi dell'Onofri, concepiti come sfondi scenografici, furono anche animati da figure dipinte, aggiunte da altri artisti, tra cui Alessandro Magnasco.