Sala dei ritratti
Dall'Atrio scamozziano si raggiunge un'accogliente saletta alle cui pareti sono appesi i
ritratti di alcuni dei principali
protagonisti della storia libraria e bibliotecaria di Bergamo:
- Donato Calvi
Donato Calvi (Bergamo 1613-1678), frate eremitano nel convento di Sant'Agostino in Bergamo della Congregazione agostiniana di Lombardia degli Osservanti (della quale fu anche vicario generale), teologo, storiografo bergamasco; patrocinatore e organizzatore della celebre biblioteca del monastero di Sant'Agostino, cofondatore dell'Accademia degli Eccitati (1642) in Sant'Agostino, poi confluita nell'odierno Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo (1810). Tra le sue opere: Scena letteraria de gli scrittori bergamaschi aperta alla curiosità de suoi concittadini (1664) e Effemeride sagro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo sua diocese, et territorio da suoi principij fin' al corrente anno (1676).
Dipinto firmato "Lorenzo Grenier" o Lorenzo Grumer, secondo il Catalogo delli quadri esistenti nella Galeria del Nobile Signor Conte Giacomo Carrara Posta nel Borgo S. Tomaso, redatto nel 1796 da Bartolomeo Borsetti (m.1823), restauratore presso il conte Giacomo Carrara. La tela porta la data "Roma 1664".
- Agostino Salvioni
Agostino Salvioni (Bergamo 1770-1853), monaco benedettino, lettore di diritto canonico e di teologia in Santa Giustina a Padova, esperto di lingue antiche, letterato, civico bibliotecario dal 1800 al 1853, segretario dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo dal 1818 al 1853; quando la biblioteca si stabilì nel Palazzo Vecchio o della Ragione (1843-1928), fu uno dei principali promotori della sistemazione, in senso propriamente tecnico, del notevole patrimonio librario e manoscritto in essa custodito. Tra le sue opere: Della lingua latina e dei classici scrittori di essa-Relazioni storiche (1842), Del modo di ordinare una pubblica biblioteca-Ragionamento di Agostino Salvioni bibliotecario della regia città di Bergamo-Bibliothecam sapienter constituere non parvi est momenti (1843).
Dipinto di Giuseppe Diotti.
Giuseppe Diotti (Calsalmaggiore, Cremona, 1779-1846), pittore; direttore e professore dell'Accademia Carrara (1810-45); immortalò numerosi personaggi illustri bergamaschi.
- Giuseppe Alessandro Furietti
Giuseppe Alessandro Furietti (Bergamo 1684-Roma 1764), cardinale, erudito, archeologo, iniziatore della Civica Biblioteca di Bergamo; studiò a Milano nel Collegio Elvetico fondato da San Carlo Borromeo; nell'Università di Pavia si laureò in diritto civile e canonico e come esperto giurista lavorò intensamente presso la Santa Sede, dove ebbe la luogotenenza civile dell'Uditore della Camera Apostolica. Fu promotore di importanti scavi archeologici sul complesso di Villa Adriana a Tivoli sulla quale scrisse l'opera De musivis (1752). È sepolto nella chiesa dell'Arciconfraternita dei Bergamaschi a Roma (istituzione fondata nel 1539 dal canonico bergamasco Gian Giacomo Tasso), della quale il Furietti fu protettore dal 1759 al 1764.
Dipinto, databile al 1760 ca., di anonimo di Scuola bergamasca.
- Angelo Mazzi
Angelo Mazzi (Bergamo 1841-1925), cugino dello scrittore Antonio Fogazzaro, storico del medioevo bergamasco, civico bibliotecario dal 1898 al 1925; dotò la Biblioteca di un catalogo a schede mobili per le opere a stampa (il cosiddetto "Catalogo generale vecchio", tutt'ora utilizzato); fu tra i fondatori della rivista "Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca" (1907). Dopo essersi laureato a Padova, ritornò a Bergamo applicandosi all'esame di antichi documenti per ricavarne la storia bergamasca, che pubblicò in: Le vie romane militari nel territorio di Bergamo (1875), Corografia bergomense nei secoli VIII, IX e X (1880), I martiri della chiesa di Bergamo (1883), Le vicinie di Bergamo (1884), Studi bergomensi (1888), Note suburbane (1892).
Dipinto con la dedica "All'Esimio Cultore delle Patrie Storie", firmato e datato "Loverini 1911".
Ponziano Loverini (Gandino, Bergamo, 1845-1929), pittore; prese parte a importanti esposizioni svoltesi in città italiane ed europee ottenendo premi e riconoscimenti; dal 1888 al 1893 eseguì cinque grandi tele per l'interno del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei commissionategli dall'avvocato brindisino Bartolo Longo, oggi beato, promotore della costruzione del tempio mariano campano. Fu professore e direttore dell'Accademia Carrara dal 1899 al 1926.
- Mario Lupo
Mario Lupo (Bergamo 1720-1789), storico; iniziò gli studi a Bergamo e li continuò a Roma usufruendo del legato Cerasoli (istituito nel 1640 dal teologo Flaminio Cerasoli (Palosco, Bergamo, 1562-Roma 1640) per favorire agli studi, nella città papale, meritevoli giovani bergamaschi); tornato a Bergamo fu nominato archivista della Cattedrale (1746) e primicerio del Capitolo della Cattedrale (1762), dedicandosi allo studio di antiche pergamene e alla stesura del celebre Codex diplomaticus civitatis, et ecclesiae bergomatis, edito in due volumi, il primo apparso nel 1784 e il secondo, postumo, nel 1799. I documenti medievali da lui studiati e raccolti, tra i quali alcuni diplomi imperiali, formano la raccolta pergamenacea più preziosa della Biblioteca. Nel 1762 curò la preparazione delle feste indette da Bergamo per celebrare
la beatificazione del cardinale Gregorio Barbarigo e nel 1765 quelle della solenne intronizzazione delle reliquie dei Santi Fermo, Rustico e Procolo all'altare disegnato da Filippo Juvarra (1731).
Dipinto di Francesco Della Madonna.
Francesco della Madonna (Gandino, Bergamo, 1742-1818), pittore; fu attivo particolarmente in Gandino, dove eseguì opere per la Basilica e la chiesa di Santa Croce; affrescò il presbiterio del Santuario della Madonna d'Erbia. È lo zio di Francesco Della Madonna, fondatore delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino (1818). Il ritratto ricorda quello eseguito intorno al 1785 per l'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo da Pietro Gualdi (Nembro, Bergamo, 1716-Alzano Lombardo, Bergamo, 1785ca.). Il Lupo è effigiato con la croce pettorale dei canonici della Cattedrale di Bergamo. Il ritratto giunse in Biblioteca per volontà testamentaria dello stesso canonico Lupo.