Sala del catalogo generale e servizio prestito
Nella Sala del catalogo generale vecchio attirano l'attenzione
i 656 cassettini dello schedario, che occupa tutta la parete di destra, ideato dal bibliotecario Angelo Mazzi.
I quattro
ritratti qui esposti riguardano:
- Giovanni Simone Mayr
Johann Simon Mayr (Mendorf, Baviera, 1763-Bergamo 1845), compositore, musicista; storico, maestro di Cappella in Santa Maria Maggiore (1802-1845), istitutore e direttore delle "Lezioni Caritatevoli di Musica", scuola fondata nel 1805 che annoverò tra i suoi allievi Gaetano Donizetti. Fu autore di una vasta produzione teatrale, di numerosi oratori, cantate, musica sacra e da camera, di varie canzonette tra cui la celebre Biondina in gondoleta. Importanti per la storia musicale di Bergamo sono le biografie da lui scritte riguardanti musicisti bergamaschi. Dal 1875, come il suo grande allievo Gaetano Donizetti, le sue spoglie riposano in Santa Maria Maggiore ai piedi del monumento marmoreo dello scultore veronese Innocenzo Fraccaroli (1852).
Dipinto di Scuola bergamasca della seconda metà dell'Ottocento.
- Gaetano Donizetti
Gaetano Donizetti (Bergamo 1797-1848), compositore; appartenente a una famiglia poverissima, fu accolto all'età di nove anni nella Scuola Caritatevole di Musica di Bergamo, fondata e diretta da Giovanni Simone Mayr. Esplicò una intensa attività operistica, che contempla: Anna Bolena (1830), Elisir d'amore (1832), Lucia di Lammermoor (1835), La figlia del reggimento (1840), La favorita (1840), Don Pasquale (1843). Diresse i teatri reali di Napoli e, nel 1842, fu nominato Maestro di Cappella di Corte di Vienna. Morì a Bergamo in casa dei baroni Scotti.
La Biblioteca conserva l'opera autografa della Lucia di Lammermoor.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca della seconda metà dell'Ottocento.
- L'omaggio di quattro allievi, in abiti cisalpini, a Lorenzo Mascheroni
Lorenzo Mascheroni (Castagneta, fraz. di Bergamo, 1750-Parigi 1800), abate, matematico, scienziato, poeta; studiò nel Seminario di Bergamo e, ancor giovane, ebbe l'incarico di insegnarvi retorica; fu poi professore di retorica e di filosofia (che comprendeva matematica, fisica, storia naturale, astronomia) nel Collegio Mariano di Bergamo dove, tra i primi in Italia, allestì un gabinetto scientifico. Titolare della cattedra di matematica (1786-98) nell'Università di Pavia (nonché rettore per gli anni accademici 1789-90 e 1793-94); nel 1798 predispose il Piano Generale di Pubblica Istruzione per la Repubblica Cisalpina e fu chiamato a Parigi alla Commissione internazionale per i pesi e le misure (grande riforma, promossa da Napoleone Bonaparte, per razionalizzare e uniformare il sistema dei pesi e delle misure fino ad allora vigenti in Europa). Tra i suoi scritti scientifici e letterari: Nuove ricerche sull'equilibrio delle volte (1785),
Adnotationes ad calculum integralem Euleri in quibus nonnulla problemata ab Eulero proposita resolvuntur (1790), La geometria del compasso (1797): dedicato a Napoleone, L'invito. Versi sciolti di Dafni Orobiano a Lesbia Cidonia (1793): poemetto didascalico in endecasillabi sciolti, ispirato agli ideali scientifici del tempo, indirizzato all'amica poetessa Paolina Secco Suardo Grismondi, in Arcadia Lesbia Cidonia, in cui la invita a visitare i gabinetti scientifici di scienze naturali, fisica, anatomia, botanica dell'Università di Pavia, dove il Mascheroni insegnava. Vincenzo Monti lo celebrò con la cantica In morte di Lorenzo Mascheroni o Mascheroniana.
Dipinto attribuito a Lattanzio Querena.
Lattanzio Querena (Clusone, Bergamo, 1768-Venezia 1853), pittore; dopo aver studiato a Verona, visse e operò a Venezia; nel 1836 eseguì il cartone Cristo in gloria e Giudizio finale per il portale maggiore della basilica di San Marco; il meglio della sua produzione è però costituito dai ritratti.
Il dipinto fu esposto alla "Prima Esposizione Nazionale di Storia della Scienza", Firenze 1929, nella sala dedicata a Bergamo.
- Bertrando Spaventa
Bertrando Spaventa (Bomba, Chieti, 1817-Napoli 1883), filosofo; fu protagonista e diffusore della cultura hegeliana in Italia; la sua libreria e i manoscritti delle lezioni universitarie, unitamente alla biblioteca e all'archivio del fratello Silvio, si trovano nella nostra Biblioteca per volontà testamentaria di quest'ultimo, in segno di riconoscenza verso i bergamaschi, che lo elessero nel Collegio di Bergamo al Parlamento Nazionale (1877).
Dipinto di Teofilo Patini.
Teofilo Patini (Castel di Sangro, L'Aquila, 1840-Napoli 1906), pittore; fu legato alla scuola verista napoletana. Il ritratto della Biblioteca è lo studio preparatorio, la cui realizzazione definitiva si trova al Museo di San Martino in Napoli. L'artista, oltre ad una comune posizione ideologica, tenne con il filosofo abruzzese un rapporto di studio e di amicizia.
Sulla piccola parete di fronte,
tre piccole stampe ottocentesche della preziosa raccolta iconografica su Torquato Tasso e sui Tasso posseduta dalla Biblioteca.
Nella sala attigua sono esposti i
ritratti di:
- Filippo Lussana
Filippo Lussana (Cenate Sopra, Bergamo, 1820-1897), medico, scienzato, professore nell'Università di Parma e di Padova, patriota; dopo gli studi secondari compiuti nel Collegio "Angelo Mai" di Clusone, si iscrisse alla facoltà di Medicina dell'Università di Pavia, ove ebbe come maestro l'anatomista vicentino Bartolomeo Panizza, e si laureò a pieni voti nel 1844. Esercitò, poi, la professione di medico condotto a San Pellegrino Terme, a Mologno e a Gandino, finchè, nel 1860, venne nominato professore di fisiologia nell'Università di Parma e, successivamente, di Padova (1867). Si interessò in particolare alla fisiologia del sistema nervoso, alla circolazione epatica, all'organo dell'udito e alla pellagra. Affidò le sue ricerche scientifiche, di cui alcune di interesse mondiale, a più di 200 monografie e per gli studi svolti fu insignito della medaglia d'oro della Società Reale di Scienze Mediche e Naturali di Bruxelles (1866), e dell'Accademia Reale di Medicina del Belgio (1871).
Convinto patriota, durante le guerre del Risorgimento prestò servizio medico negli ospedali militari. Nel 1923, l'Amministrazione Comunale gli ha intitolato il Liceo Scientifico cittadino.
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca della seconda metà dell'Ottocento.
- Giovanni Michele Cavalieri
Michele Cavalieri (Bergamo 1693-1757), teologo dell'Ordine Eremitano di S. Agostino in Bergamo della Congregazione Osservante di Lombardia; è autore de Commentaria in autentica Sacrae Rituum Congregationis decreta ad Romanum praesertim Breviarium, Missale, et Rituale quomodolibet attinentia (1758).
Dipinto firmato e datato "P. GVALDI / PINXIT" - "ANNO DOMINI MDCCLVI".
Pietro Gualdi (Nembro, Bergamo, 1716-Alzano Lombardo, Bergamo, 1785ca.), pittore; allievo di Fra' Galgario, nel 1758 eseguì la pala del "Martirio dei santi Gervasio e Protasio" titolari della parrocchiale di Bariano (Bergamo); altre sue opere si trovano nelle chiese di Bergamo-Colognola, Aviatico, Alzano Lombardo e Nembro.
Dall'Atrio scamozziano, prendendo a destra per una scala settecentesca si raggiunge, al primo piano, il Salone Furietti, la Sala Tassiana, la Direzione, l'Ufficio sezione archivi, l'Ufficio sezione musiche, l'Ufficio fotocopie e vendita pubblicazioni, la Sala e l'Ufficio periodici. All'inizio della scala:
- Busto di Carlo Gritti Morlacchi
Carlo Gritti Morlacchi (Alzano Lombardo, Bergamo, 1777-Bergamo 1852), insegnante di eloquenza nel Seminario di Bergamo, parroco di Sant'Alessandro in Colonna (1825-31), vescovo di Bergamo dal 1830 al 1852.
Marmo datato "J854" e firmato "Amigoni f.".
Luigi Amigoni (Calolziocorte, Lecco, n. tra il 1818 e il 1828); le poche notizie biografiche raccolte lo danno figlio di Giuseppe Francesco e di Vittoria Radaelli abitanti nella "Provincia di Bergamo-Distretto di
Caprino-Comune di Calolzio S. Martino"; il padre sposò, in seconde nozze, Maria Teresa Crespi madre di Giuseppe Francesco (nato nel 1842), per il quale Luigi nel 1855 presentò domanda di iscrizione ai corsi dell'Accademia Carrara. In merito alla sua attività artistica risulta che tenne lo studio a Milano in piazza S. Ambrogio n. 10/r, e che partecipò a diverse mostre nazionali: a Milano, all'Esposizione delle opere di belle arti per l'anno 1846, 1852, 1860, 1863: in quest'ultima presentò il "Busto in gesso grande al vero del generale Nullo" (Bergamo 1826-Krzykawka, Polonia, 1863), e "La stella dei mille, figura in marmo di grandezza naturale"; a Firenze, all'Esposizione italiana (1861) con una statua in marmo raffigurante Torquato Tasso.
Sul primo e sul secondo pianerottolo:
- Due grandi stampe da incisioni su rame del Seicento:
1) Alessandro Magno e il re Poro ferito (1678);
2) Alessandro Magno sconfigge Dario ad Arbela (1674).
Pittore Charles Le Brun; incisore Gérard Audran.
Charles Le Brun (Parigi 1619-1690), pittore; nel 1642 si trasferì a Roma, dove si dedicò allo studio dei monumenti antichi, copiando Raffaello e frequentando lo studio del pittore fiammingo Nicolas Poussin. Tornato in Francia nel 1646, partecipò all'istituzione dell'Accademia Reale di Pittura e Scultura (1648). Nominato primo pittore di corte, gli fu affidata da Luigi XIV la direzione delle manifatture dei Gobelins, destinate non solo alla produzione di arazzi, ma pure di mobili, oreficerie, mosaici. Tra le sue opere maggiori figura la serie dedicata alle Storie della Vita di Alessandro Magno a Fontainebleau, dalla quale derivano le due stampe della Biblioteca.
Gérard II Audran (Lione 1640-Parigi 1703) è il più noto della famiglia di ornatisti, incisori e disegnatori francesi attivi nel Sei-Settecento. Dopo essersi perfezionato con Carlo Maratta e Ciro Ferri a Roma, passò a dirigere la scuola di incisione della manifattura reale dei Gobelins. Le sue incisioni sono notevoli per la forza e la nitidezza del segno. Riprodusse numerose opere dei massimi pittori del tempo (si ricordano le Battaglie di Alessandro di Charles Le Brun, da cui derivano le due stampe della Biblioteca). La maggior parte degli incisori del Settecento adottarono la sua tecnica nell'uso del bulino.
- Due stampe da incisioni su rame dell'Ottocento:
1) Prima campagna di Constantine;
2) Assalto di Constantine.
Pittore Horace Vernet; incisore Jean Pierre Jazet.
Horace Vernet (Parigi 1789-1863), pittore; iniziò dipingendo marine, cavalli, scene militari napoleoniche. Dal 1828 al 1835 fu direttore dell'Accademia di Francia a Roma. Ritornò in patria negli anni in cui Luigi Filippo diede inizio al restauro del Castello di Versailles, per trasformarlo in museo; tra le opere pittoriche ivi conservate figura la Galleria delle battaglie, che comprende la "Salle de Constantine", dove il Vernet, su espresso incarico del re, illustrò le fasi della presa della città algerina (1837). Dalla campagna di Constantine sono tratti i due episodi che figurano nelle stampe della Biblioteca.
Jean Pierre Jazet (Parigi 1788-Yerres 1871) ebbe come maestro lo zio, il celebre pittore e incisore Philibert Louis Debucourt; fu l'incisore per eccellenza di Horace Vernet, dalle cui opere trasse stampe come queste della Biblioteca.
- Busto di Dante Alighieri
Dante Alighieri (Firenze 1265-Ravenna 1321), poeta. Sulla sua predilezione per la letteratura ebbero notevole influsso gli insegnamenti di Brunetto Latini e Guido Cavalcanti; combattè nella battaglia di Campaldino (1289) contro la ghibellina città di Arezzo; partecipò attivamente alla vita politica di Firenze, che abbandonerà per l'esilio nel 1303 trovando accoglienza presso vari signori, tra cui i Della Scala a Verona, i Malaspina in Lunigiana, Guido Novello da Polenta a Ravenna, dove morì e venne sepolto nella chiesa di San Francesco. Oltre alla Divina Commedia, la sua attività poetica comprende anche: la Vita nova (1292), il De vulgari eloquentia (1303), il Convivio (1304), la Monarchia (1312).
Gesso databile alla seconda metà dell'Ottocento.
Multiplo commemorativo tratto dal monumento realizzato da Vincenzo Vela nel 1865 per la città di Padova.
- Busto di Ambrogio Calepio, detto Calepino
Ambrogio Calepio (Bergamo 1440ca.-1509ca.), lessicografo, erudito, frate eremitano nel convento di Sant'Agostino in Bergamo della Congregazione agostiniana di Lombardia degli Osservanti; fece la sua professione di monaco nel 1459 nel convento di Santa Maria Incoronata a Milano, e prima del suo ritorno a Bergamo fu presso i conventi di Mantova, Cremona, Brescia. E' l'autore del primo e fortunato Dictionarium latino, famoso come "Calepino" (1502), che ebbe grande diffusione e fu considerato un compendio della scienza universale. L'ultimo rifacimento, ampliato e riveduto (1718), è dovuto ai lessicografi Jacopo Facciolati e Egidio Forcellini: Septem linguarum Calepinus (latino, ebraico, greco, francese, italiano, spagnolo, tedesco).
Bozzetto di terracotta realizzato da Gaetano Matteo Monti? (Ravenna 1776-Milano 1847).
Donato nel 1886 dalla "Società Patriottica Operaja di Bergamo".
Il busto definitivo in marmo, databile al 1839ca., è visibile nell'Atrio scamozziano della Biblioteca.
Alle spalle:
- Ritratto di Antonio Maria Ambiveri
Antonio Maria Ambiveri (Ambivere, Bergamo, 1727-Bergamo 1782), conte, canonico della cattedrale, vescovo di Aureliopoli, archeologo; diede notevole impulso alle attività dell'Accademia degli Eccitati di Bergamo (ora Ateneo); fu allievo del Collegio Mariano, perfezionando poi gli studi di filosfia e di diritto a Padova, dove allacciò amicizia con il vescovo Carlo Rezzonico, futuro papa con il nome di Clemente XIII. Dopo aver conseguito la laurea in diritto canonico e civile presso il Seminario dell'Apollinare in Roma, ritornò a Bergamo con il titolo di vicario lateranense per la diocesi di Bergamo, conferitogli dall'amico pontefice Clemente XIII. Canonico della cattedrale di Sant'Alessandro, fu consacrato vescovo a Venezia nel 1775 e ricoprì l'ufficio di vescovo ausiliare durante gli episcopati di Marco Molino e Gianpaolo Dolfin, alla morte dei quali recitò in Duomo l'elogio funebre. Fu anche appassionato archeologo e raccolse reperti di notevole interesse pubblicando uno studio dal
titolo De antiquatum studio.
Dipinto firmato e datato "GIO BATTA PISATI DA LODI F. 1782".
Giovani Battista Pisati (Lodi ?-Bergamo dopo il 1782), allievo a Venezia di Giovanni Battista Piazzetta, eseguì una pala per la chiesa degli Eremitani in Padova. Trasferitosi a Bergamo, si dedicò principalmente al restauro di dipinti.
- Ritratto di Giovanni Battista Personè (Persona o Personeni)
Giovanni Battista Personè (Albino, Bergamo, 1575-Bergamo 1619), medico, letterato. Dopo aver studiato a Milano teologia e filosofia sotto la guida del gesuita Bernardino Salino, si trasferì all'Università di Padova laureandosi in medicina. Come medico esercitò a Bergamo applicandosi anche in fisica, fisiognomonica, geometria, etica, teologia, che trattò negli scritti: In Galeni lib. cui titulus est quodanimi mores corporis temperiem sequuntur (1602), Discursuum medicinalium (1603), Noctes solitariae sive de iis quae scientificè scripta sunt ab Homero in Odyssea (1613).
Dipinto di anonimo di Scuola bergamasca del Settecento.