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Salone Furietti

Il Salone è dedicato al fondatore della Civica Biblioteca, il cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, che lasciò per testamento (1760) la sua cospicua libreria ad uso della cittadinanza.
Il Salone misura in lunghezza metri 22 e in larghezza metri 10,5, in altezza metri 15. La volta, a carena di nave rovesciata è tutta di legno, con splendido cornicione ed elegante riquadratura; tra gli stucchi, eseguiti negli anni 1668-69 dal ticinese Giovanni Angelo Sala, campeggia, al centro di ogni lato, lo stemma bipartito oro-vermiglio del Comune di Bergamo, che qui riuniva il Maggior Consiglio.
Lungo le pareti sono stati allineati i monumentali scaffali ottocenteschi, detti delle "colonne" perché ornati con 22 mezze colonne massicce di noce, aventi capitelli ionici, alte metri 2,5. Essi provengono dalla precedente sede della Biblioteca nel Palazzo Vecchio o della Ragione, e furono formati sul modello di un altare cinquecentesco dell'ex chiesa di San Francesco.

Al centro del salone spiccano i due grandi globi (realizzati da Vincenzo Maria Coronelli) acquistati a Venezia dal padre agostiniano Angelo Finardi (Bergamo 1630-1700) per la biblioteca del convento di Sant'Agostino. Nel 1797, entrambi incapparono nelle confische delle leggi napoleoniche, ma furono fortunatamente acquisiti dal nobile Giovanni Battista Vertova e, nel 1834, donati da suo figlio Andrea alla Biblioteca. I due globi hanno una circonferenza di metri 3,39 e sono composti con 50 fogli illustrati; quello terrestre è datato 1688 e porta, nell'emisfero sud, il ritratto del Coronelli ornato con una raffigurazione allegorica della Repubblica di Venezia; quello celeste, invece, non porta indicazioni, ed è databile al 1692.
Sono opera di Vincenzo Maria Coronelli (Ravenna 1650-Venezia 1718), cosmografo della Serenissima, geografo, fabbricante di globi, storico, teologo; entrò giovanissimo nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali (assumendo anche la carica di Generale dell'Ordine tra il 1701 e il 1704); dopo essere stato cosmografo del duca Farnese, andò a Parigi su invito del cardinale d'Estrées e costruì per Luigi XIV due grandi globi di 4 metri di diametro ciascuno, conosciuti sotto il nome di Globi di Marly (1683). Stabilitosi a Venezia, si impegnò in una intensa attività scientifica con l'intento di rilanciare Venezia nella produzione di opere cartografiche capaci di competere con i grandi atlanti olandesi. Nominato Lettore di Geografia, indi Cosmografo della Repubblica, fondò l'Accademia degli Argonauti, la prima società geografica del mondo; allestì nel convento dei Frari un laboratorio con una stamperia dalla quale uscirono molte delle sue opere riccamente illustrate; ideò grandi lavori pubblici (due ponti sul Canal Grande, i Murazzi del Lido). Pubblicò: un Atlante veneto (1690), un Corso geografico (1694), il Teatro delle città (1696), il Libro dei globi (1697), la Biblioteca universale sacro-profana: vera e propria enciclopedia, di cui uscirono sette volumi sui quaranta progettati (1701-09).

I quattro busti, vicino ai finestroni ricordano: Sopra gli scaffali delle "colonne" hanno trovato posto sei busti in gesso bronzato, donati da Bortolo Belotti nel 1928, opera di Nino Galizzi.
Nino Galizzi (Bergamo 1891-1975), scultore; studiò alla Scuola d'Arte "Andrea Fantoni" e alla Scuola dell'Accademia Carrara. Combattè sui fronti della guerra 1915-18. Nel 1923 partecipò alla Quadriennale di Torino, esponendo accanto alle opere dei maggiori artisti del tempo: Carrà, Casorati, De Chirico, Soffici. Dopo i soggiorni a Roma e a Parigi si stabilì a Milano, dove prese parte attivamente al clima artistico culturale del Novecento. Fra i suoi numerosi lavori vanno ricordati: Giustizia di Bruto, grande altorilievo per il Palazzo di Giustiza di Milano; San Benedetto, statua bronzea nel Palazzo della Civiltà del Lavoro all'E.U.R.; Italia etrusca e Italia romana, statue in bronzo per il Palazzo delle Poste di Bergamo; due grandi rilievi marmorei sull'ingresso del Palazzo degli Uffici Statali di Bergamo; Cristo orante, bronzo, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, transetto di sinistra. Pregevole è la raccolta di 26 ritratti alle pareti. In basso, tra i finestroni, ci sono quelli di: In alto, disposti secondo la data di nascita dell'effigiato: