tutti i testi
testi e testimonianze del periodo coloniale italiano
conservati nella Biblioteca Civica A. Mai di Bergamo
1. Eritrea, "la colonia primogenita" i testi in vetrina
L'Eritrea nasce come entità separata quando diventa colonia italiana nel 1890, prima era parte dell'Abissinia. La scarsa popolazione, cristiano-copta sull'altipiano, islamica nella fascia costiera, era nomade o residente in sparsi villaggi di capanne, dedita alla pastorizia e a un'agricoltura primitiva.

1882 L'Italia rileva la baia di Assab, sul Mar Rosso, dall'armatore genovese Rubattino, che l'aveva acquistata nel 1869 da sultani locali col denaro e il consenso del governo.
1885 L'occupazione di Massaua, unica città del territorio eritreo, svela le intenzioni espansionistiche dell'Italia.
1887 L'avanzata nell'entroterra provoca un conflitto armato con Alula, ras locale, che annienta a Dogali una colonna di 500 soldati italiani.
1889 La firma del Trattato di Uccialli con Menelik, imperatore d'Etiopia, consente all'Italia di occupare i villaggi di Keren e Asmara.
1890 Il 1°gennaio Crispi proclama la nascita della Colonia "primogenita". Si spera in una colonizzazione agricola che assorba l'eccedenza demografica italiana e si procede all'indemaniamento delle terre migliori.

Questo provoca la rivolta della popolazione guidata da Batha Agos. Menelik denuncia l'art.17 del Trattato di Uccialli che nella traduzione italiana configura un protettorato dell'Italia sull'Etiopia.
1896 Il governatore dell'Eritrea Baratieri avanza fino al Tigrai e provoca la guerra con Menelik. Il 1° marzo gli italiani sono sbaragliati ad Adua.

Con questa sconfitta cessa la politica di espansione e inizia il "sonno" della colonia, considerata ora solo avamposto per il commercio con l'Etiopia e per il reclutamento militare di indigeni (ascari) utilizzati nelle successive guerre coloniali. La sconfitta di Adua sarà il seme avvelenato che alimenterà il desiderio di rivincita realizzato con l'attacco all'Etiopia nel 1935.
 
Le zone colonizzabili dell'Eritrea di Ferdinando Borsari, del 1890, anno della nascita della colonia, è uno dei tanti opuscoli a sostegno delle tesi ottimistiche dei filocolonialisti. Il libro, che si basa su resoconti di esploratori e viaggiatori, tratta di clima, geologia, flora e fauna e presenta queste terre come molto fertili e ricche d'acqua.
Ne L'avvenire della colonia eritrea del 1895, Leopoldo Franchetti, commissario per la colonizzazione agricola, sostenitore di un colonialismo demografico che indirizzi verso la colonia l'emigrazione di contadini poveri, specie meridionali, illustra i suoi progetti di colonizzazione agraria e demografica dell'altipiano, che non avranno però alcun successo.
Ferdinando Martini, uomo politico e scrittore, fu uno dei più importanti intellettuali coinvolti nel processo coloniale. Primo governatore civile dell'Eritrea dal 1897 al 1907, ha lasciato in numerosi scritti notevoli testimonianze di carattere storico ed etnografico sulla colonia e sulla sua esperienza coloniale; fra queste vi è Nell'Affrica Italiana, scritta nel 1891 e più volte riedita.
La guerra italo-abissina è una raccolta dei "bullettini illustrati" pubblicati dal febbraio all'agosto 1896, ricchissima di documenti e immagini. Testimonia la grande risonanza popolare della guerra culminata con Adua, dove gli italiani ebbero 8.000 tra morti, feriti e prigionieri, e gli ascari quasi 3.000.
Alfredo Oriani, autore di romanzi e di opere storiografiche, per la sua visione antidemocratica, bellicista e razzista verrà esaltato dal fascismo come suo precursore. L'opera Fino a Dogali, libro collettaneo di varie riflessioni, contiene una ricostruzione mitica della battaglia di Dogali e dell'eroismo dei caduti.
Giotto Dainelli, geologo e geografo, nell'opera In Africa (Lettere dall'Eritrea) del 1908-10, ci dà ampie descrizioni di paesaggi, strutture morfologiche e geologiche, flora e fauna della colonia. Non mancano però excursus di tipo archeologico ed etnografico e vivaci ritratti di "alcuni fedeli indigeni". Il libro è corredato da oltre 300 fotografie prese nel corso del viaggio.
Ildefonso Stanga si reca in colonia per «una gita di caccia» e in Una gita in Eritrea del 1913 racconta le sue imprese di cacciatore. Il libro però ci dà anche molte informazioni di tipo etnografico, interessanti perché non "accademiche", ma frutto del suo diretto contatto con le popolazioni locali.
Luce sull'Abissinia di Henry De Monfreid, è il resoconto di un viaggio in Eritrea compiuto nel 1935 da un simpatizzante del fascismo, che esalta l'opera compiuta dagli italiani nella colonia.
Nel 1935 Alessandro Sapelli, ufficiale con l'incarico del comando di bande indigene, pubblica Memorie d'Africa. 1883-1906, testimonianza in forma talora aneddotica e bozzettistica della sua esperienza in Eritrea negli anni cruciali dei primi insediamenti e della nascita della Colonia "primogenita". Molte pagine sono dedicate alla ricostruzione della guerra italo-abissina del 1896.
Questo supporto contiene la mostra allestita presso la Biblioteca civica A. Mai dal 18.11.2010 al 22.01.2011,
curata da Maria Laura Cornelli, Daniela Rosa e Rita Tironi, nell'ambito del progetto "2010 - Facciamo pace con le nostre ex-colonie",
della Tavola della pace di Bergamo e del Coordinamento bergamasco Enti Locali per la pace. Elaborazione grafica di Riccardo Bonfanti.

Per contatti: dossier.colonie[at]gmail.com.