Dal XVI secolo la Somalia era suddivisa in sultanati. Con l'apertura del canale di Suez il Corno d'Africa divenne strategico per le potenze europee, la Gran Bretagna
si impossessò del Somaliland, la Francia di Gibuti.
1885-89 L'Italia si accorda con il sultano di Zanzibar per il controllo del Benadir, ottiene il protettorato sui sultanati settentrionali di
Obbia e della Migiurtinia.
1899 Nel Somaliland inglese comincia la rivolta capeggiata da Mohamed ibn 'Abd Allah, il leader religioso e nazionalista detto
"Mad Mullah": durerà fino al 1920 e coinvolgerà anche la Somalia italiana.
1908 Dopo la gestione fallimentare da parte di compagnie commerciali private e un periodo di amministrazione diretta del Benadir,
tutto il territorio è unificato e nasce la Somalia italiana. Commissioni d'inchiesta accertano il coinvolgimento di funzionari italiani nel commercio di schiavi. Una
popolazione del sud, i Bimal, si ribella più volte.
1920 Il duca degli Abruzzi fonda la SAIS (Società Agricola Italo Somala).
1924 Gli inglesi cedono all'Italia il territorio dell'Oltregiuba, poi annesso alla Somalia.
1923-28 Il governatore De Vecchi conduce una brutale campagna di sottomissione; assegna agli squadristi che l'hanno seguito ampie
concessioni a Genale, dove si sfrutta il lavoro coatto e si pratica la monocoltura delle banane.
Il confine somalo viene più volte arbitrariamente spostato a nord, verso l'Etiopia; si susseguono incidenti di frontiera, fino a quello di Ual Ual del 1934, pretesto per
l'aggressione all'Etiopia.
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Nel 1903 Luigi Robecchi Bricchetti, ingegnere pavese, pubblica Nel paese degli aromi, un resoconto del suo viaggio d'esplorazione nella
Somalia settentrionale. Per oltre un decennio Robecchi percorse la Somalia da nord a sud, impegnandosi anche nella denuncia della schiavitù diffusa soprattutto
nelle piantagioni meridionali.
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Il governatore della Somalia dal 1910 al 1916, Giacomo De Martino, è autore di una relazione, La Somalia italiana nei tre anni del mio governo,
presentata nel 1912 in Parlamento dal Ministro delle Colonie. L'opera è ricca di dati e di mappe e si conclude con l'auspicio di un'azione coloniale «cosciente,
perseverante, progressiva».
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Nel 1913 Giacomo De Martino pubblica il testo della sua conferenza La Somalia nostra. L'opera è riccamente illustrata, descrive curiosità e
aspetti della colonia e presenta con orgoglio le realizzazioni italiane.
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Nel 1929 il Touring Club Italiano pubblica Guida d'Italia. Possedimenti e colonie, a cura di Luigi Vittorio Bertarelli. Fin dal titolo è chiaro che le colonie
sono considerate parte integrante dell'Italia. Alla Somalia vengono dedicate le pagine finali.
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Nel 1931 il Ministero delle Colonie pubblica, nella propria collezione di monografie, Ferro e fuoco in Somalia di Francesco Saverio Caroselli,
funzionario coloniale. Il resoconto del contributo dell'Italia alla lotta contro il Mullah rivendica, contro l'«esposizione unilaterale» dei britannici, il ruolo italiano
nella repressione della rivolta.
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La nuova Italia d'Oltremare. L'opera del fascismo nelle colonie italiane del 1933, è un'opera in due volumi curata da Angelo Piccioli,
personalità autorevole del regime che scrisse anche per «La difesa della razza». Commissionata dal Ministero delle Colonie, è ricca di immagini e di dati e
tratta non solo l'opera di conquista e repressione ma anche gli interventi successivi: la valorizzazione agraria, l'urbanistica, il sistema scolastico ecc.
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Pietro Barile è autore nel 1935 di Colonizzazione fascista della Somalia meridionale, resoconto dell'azione e delle realizzazioni fasciste,
opera propagandistica fin dalla copertina dove un gruppo di somali in abbigliamento tradizionale si produce in un "saluto romano".
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