I principali argomenti a favore delle conquiste coloniali sono comparsi in modo evidente e ripetuto in molti dei libri presentati nelle diverse sezioni: le colonie
potevano costituire uno sbocco per l'eccedenza demografica; compito degli italiani fin dall'antica Roma era la "missione civilizzatrice" nei confronti di popolazioni
"barbare"; l'Italia poteva trarre vantaggi economici dallo sfruttamento delle ricchezze presenti nelle colonie.
Qualcuno riconosceva che un elemento determinante era anche la volontà di diventare una grande potenza.
In questa sezione sono quindi presentati quattro libri che richiamano in modo esplicito queste motivazioni.
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La grande proletaria si è mossa è il testo del famoso discorso pronunciato da Giovanni Pascoli nel
1911, a pochi giorni dallo sbarco a Tripoli: il poeta esulta perché finalmente gli italiani migranti potranno popolare le colonie sotto la tutela dell'Italia. Sulla
copertina si erge un fascio composto da attrezzi agricoli che uno svolazzante drappo tricolore lega a un fucile con baionetta innestata.
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L'epopea Africana da Cesare a Mussolini di Timbaldi e Fabietti, del 1936, appartiene a una collana scolastica e sostiene la continuità
storica fra la missione civilizzatrice dell'antica Roma e quella dell'Italia fascista, come si vede già dal titolo e dall'immagine di copertina. All'interno episodi della
storia coloniale italiana sono presentati in chiave propagandistica.
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Ne La società agricola italo-somala in Somalia, opuscolo del 1926, Giuseppe Scassellati-Sforzolini, direttore agrario della S.A.I.S., ne illustra
l'attività e i successi. È uno dei numerosi esempi di pubblicazioni che esaltano i vantaggi economici dei possessi coloniali.
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Alberto Luchini, in Popolarità dell'Affrica in Italia, nel 1942, quando l'Africa orientale era già perduta, insiste nell'affermare il
«destino preciso» e i diritti dell'Italia in Africa. L'autore era stato nominato nel 1941 direttore dell'Ufficio Studi e Propaganda sulla Razza del Ministero per la Cultura Popolare.
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Vari enti coloniali e militari approntarono guide con informazioni generali e regole di comportamento per gli italiani, militari e civili, diretti in colonia. I testi hanno un tono
paternalistico e sfumature razziste quando fanno riferimento alla popolazione locale.
Appare significativo che sia stato reperito un solo testo di questo genere di epoca liberale, che risale alla guerra di Libia, mentre il periodo della guerra d'Etiopia
ha visto un proliferare di manuali per diversi destinatari.
Alcuni di questi sono rivolti alle donne: il governo fascista premeva infatti perché andassero in colonia, per contenere il fenomeno delle relazioni sessuali fra
italiani e "indigene" e prevenire in questo modo la contaminazione della razza italica, e per favorire la crescita demografica dei "bianchi" in colonia.
Non manca nemmeno un'intensa propaganda rivolta agli insegnanti, tenuti a svolgere lezioni di «cultura coloniale».
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Il Manualetto per l'ufficiale in Tripolitania, pubblicato nel 1912, in piena guerra di Libia, tratta in modo estremamente sintetico i più vari argomenti:
notizie geografiche e climatiche, nozioni sul cammello, l'igiene e il comportamento da tenere con gli indigeni.
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Etiopia. Guida pratica per l'ufficiale destinato in Africa Orientale è una guida a carattere riservato edita nel luglio del 1935, quando fervevano i preparativi per
l'attacco all'Etiopia. Gli ufficiali vengono istruiti sulle caratteristiche del paese che si apprestano a invadere.
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Il Manuale linguistico per l'Africa Orientale, curato nel 1936 da Ferruccio Caressa, è destinato ai soldati e contiene, oltre al vocabolario, frasi
tradotte nelle lingue locali e una breve presentazione del paese e degli abitanti.
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Colonialismo europeo ed impero fascista, curato da Luigi Silva, riporta le conferenze tenute nel 1936 a Milano per gli insegnanti: «particolari
e maggiori doveri vengono assegnati agli Educatori e alla scuola nel nuovo clima di Vittoria e di Impero».
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Nozioni coloniali per le organizzazioni femminili del partito nazionale fascista è un manuale del 1938 che condensa storia coloniale, geografia
economica, teorie razziste e inviti alle donne italiane a stabilirsi nelle colonie. La parola d'ordine «Seguire i mariti in Africa!» è esplicitamente collegata alla necessità
di una «separazione netta ed assoluta tra le due razze».
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Elementi pratici di vita coloniale per le organizzazioni femminili del partito nazionale fascista: questo manuale, sempre del 1938, completa il precedente
con indicazioni per la vita pratica delle massaie in colonia: contiene minuziosi precetti sulla gestione della casa, dell'orto, dell'allevamento di polli e conigli, un ricco
elenco di ricette e indicazioni per il corredo.
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Il decalogo del lavoratore italiano in A.O.I. è un opuscoletto propagandistico che contiene questi precetti: «1° Abbi sempre presente la patria;
2° Segui la tua religione e rispetta le altre; 3° Pensa alla famiglia; 4° Difendi la stirpe; 5° Sii disciplinato; 6° Ama il tuo lavoro; 7° Cura l'igiene; 8° Aiuta i compagni;
9° Risparmia; 10° Progredisci».
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