Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - A 36
A 36
Nomina di Nicola da Ponte a podestà di Justinopolis per Gio. Maripietro
ms. membranaceo sec. XVI, cc. 193, 236x165x53 mm
segnatura
A 36 (già Delta 7 36)
Legatura dell'ultimo quarto del secolo XVI, eseguita a Venezia
Velluto rosso, parzialmente liso, decorato in oro. Piatti indeboliti in corrispondenza delle cerniere. Angoli dei piatti parzialmente slabbrati. Cornice ad un filetto. Al centro, un ovale (85x57 mm), profondamente impresso, caratterizzato da quattro motivi a nasturzio, volute piene ed azzurrate. Tracce di quattro bindelle in tessuto alternativamente bianco e rosso. Dorso a cinque nervi rilevati. Alette di rinforzo orizzontali in pergamena manoscritta. Capitelli grezzi e gialli. Il taglio dorato e cesellato, raffigura motivi fogliati. Rimbocchi accuratamente rifilati; angoli giustapposti. Carte di guardia bianche, caratterizzate da una filigrana parzialmente visibile che raffigura un'ancora entro un cerchio.
Inusuale e rara legatura veneziana della fine del secolo XVI in velluto, caratterizzata al centro dell'ovale, ornamento prediletto dai legatori veneti di quel periodo
1, e dal motivo a nasturzio
2, motivo presente su un'altra coppia di legature rinascimentali veneziane conservate in questa Biblioteca
3. Anche in questo esemplare, compare l'alternanza di bindelle in tessuto dal diverso colore
4.
La stoffa nelle sue varietà (velluto, seta, damasco, tela di cotone) è materiale che ben si presta a ricoprire i libri. In Italia, e particolarmente nel tardo Medioevo, legature in tessuto furono eseguite a Roma, Firenze, Ferrara, Urbino; notizie sull'esistenza di questi antichi manufatti vanno però ricercate in documenti d'archivio, in quanto pochi esemplari sono scampati all'usura del tempo.
Seta e velluto, come per l'esemplare proposto, si riscontrano come tessuti di fondo nelle legature a ricamo: queste, già note dal Medioevo, sono state eseguite sino a tutto l'Ottocento. L'utilizzo dei tessuti richiedeva una grande accuratezza nella loro manipolazione, sia per non macchiarli sia per farli aderire correttamente senza far trasudare l'adesivo. Prima di essere applicati, i tessuti erano stirati a caldo. Potevano anche ricevere decorazioni in oro. Lo stato di conservazione di questi materiali è ben difficilmente perfetto, poiché essi tendono a sfilacciarsi sul labbro e a staccarsi dalla coperta, lasciando scoperti i supporti. Per gli esemplari anche ricamati, dato che il ricamo doveva essere posto a piatto sulla legatura, la sua base di appoggio non doveva presentare alcuna irregolarità, motivo per il quale le legature ricamate possiedono sempre un dorso liscio, con nervi grecati. Pregevole il taglio dorato e cesellato
5. Questa Biblioteca custodisce altre
legature di interesse in tessuto
6.
1
SCHUNKE 1964, pp. 188-189, tav. XXIX,
Oval-Meister. Questa Biblioteca possiede un'altra legatura verosimilmente veneziana in pergamena floscia dell'ultimo quarto del secolo XVI segnata
Cinq. 3 31.
2
Segnatura A 36, dettaglio
Motivo stilizzato ispirato alla pianta omonima, che al naturale, presenta foglie arrotondate disposta a corona. In uso nella seconda metà del secolo XVI e nei primi decenni di quello successivo, su legature:
- veneziane (LIVRES ANCIENS 1910, n. 244, Nos Nicolaus deponte dei gratia dux venetiarum………, ms. membranaceo alle armi della famiglia De Ponte sul piatto posteriore; SCHUNKE 1966, Abbildung 5 Ms Ham. 133-Berlin Kupferstichkabinett 78.C.33, Piero Capello, Giuramento, ms. XV sec., Bandwerkmeister, 1578-1582, legatura dogale eseguita nel 1580, come indicato nella cartella centrale).
- padovane (FRANKFURTER BÜCHERFREUND 1914-1919, tav. CXXXVI, n. 1104, p. 450, Diploma di laurea in diritto dell'Università di Padova rilasciata a Giovani Maria de Sebastianis-cfr. la riproduzione "infra");
FRANKFURTER BÜCHERFREUND 1914-1919, n. 1104.
FRANKFURTER BÜCHERFREUND 1914-1919, n. 1104, dettaglio.
- bolognesi, tale fregio compare generalmente nei quattro angoli interni della cornice (ricordiamo, in proposito, un inedito esemplare, Missae propriae festorum, Missale Romanum, Venetiis, apud Iuntas, 1595-1600, custodito nella Biblioteca Nazionale Braidense di Milano), oppure, con disposizione più curiosa, alternativamente nei soli due angoli esterni di testa e di piede del labbro dei piatti. Segnaliamo, oltre a quelle presenti in bibliografia (BIBLIOTECA MARCIANA 1988, tav. CXLV, p. 233;
HOBSON A. – QUAQUARELLI L. 1998, p. 112, n. 60, Ulisse Aldrovandi, Antidotarium a Bon. Med. Collegio ampliatum, Bononiae, apud Victorium Benacium, 1606, Bologna, Biblioteca Universitaria, segnatura A.IV.B.VII.8; BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA 1977, tav. CXV, n. 149, p. 82; MALAGUZZI 1988, fig. 16, p. 163), un'inedita legatura (Cardinale Paleotti, Discorso intorno alle immagini sacre e profane,
Bologna, 1582, segnatura G V 34) custodita nella Biblioteca Queriniana di Brescia.
3
Segnature
Cinq. 6 1443 e
Cinq. 5 967 (cfr. le riproduzioni "infra").
Segnatura
Cinq. 6 1443, dettaglio
Segnatura
Cinq. 5 967, dettaglio
4
Segnatura A 36, dettaglio
Segnatura A 36, dettaglio
Cfr. la segnatura
A 30.
5
Segnatura A 36, dettaglio
6
Segnature
A 35,
Cassaforte 2 4,
Cassaforte 3 2,
Salone Cassapanca 1 G 2 24.