Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - Cassaforte 2 4
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Cassaforte 2 4


Cornazano, Antonio, Commentariorum liber de vita et gestis Bartholomei Colei
ms. membranaceo sec. XV, Bergamo (?), latino, ff. 122, in scrittura umanistica, 122 cc., 282x190x45 mm
segnatura Cassaforte 2 4

Cassaforte 2 4 piatto anteriore Cassaforte 2 4 piatto posteriore

Legatura del secolo XV, eseguita in Italia

Seta rossa su assi, con tracce di usura lungo i piatti, caratterizzata da ricami rilevati con fili di seta colorata, oro ed argento. Tre fermagli in argento dorato. Al centro dei piatti, le armi della città di Bergamo in smalto su una lastrina metallica, provviste della scritta "SOLA NOBILITAS EST VIRTVS" entro un sole raggiato, ripetuto a quarto di cerchio negli angoli con le iscrizioni "FORTEZA/TEMPERANZA/IUSTICIA/PRUDENTIA". Residua la traccia di tre fermagli a forma di testa leonina. Dorso a quattro doppi nervi. Capitelli azzurri e viola. Taglio dorato. Rimbocchi del tessuto sui contropiatti, rifilato con cura; angoli giustapposti. Carte di guardia assenti.

Il codice contenente la vita di Bartolomeo Colleoni di Antonio Cornazano, ritenuta la fonte principale per la sua bibliografia, appartenne verosimilmente sin dall'origine, al comune di Bergamo, come suggerisce un documento contenuto nelle Azioni della città di Bergamo che evidenzia il prestito di questo volume avvenuto il 15 dicembre 1559 a Pietro Spino, intento ad elaborare una nuova bibliografia dell'uomo d'arme. Il volume, scritto poco dopo la morte del condottiero a Ferrrara nel 1484, ne ripercorre dettagliatamente la prima esistenza fino al 1447- procedendo poi più sommariamente fino alla battaglia della Riccardina (1467). Il condottiero ricoprì a partire dal 1445, la carica di capitano generale della Repubblica veneziana che mantenne fino alla scomparsa1.
Il carattere locale del testo potrebbe suggerire una possibile, ma non esclusiva esecuzione bergamasca della legatura. Datare con precisione queste coperte non è facile in quanto gli aspetti tecnici della legatura e del ricamo forniscono ben poche indicazioni cronologiche e topografiche: l'identificazione degli esecutori è ancor più difficile e si può pertanto solo affermare che questi lavori erano in genere realizzati nell'ambito di comunità religiose femminili.
Impiegata fin dal Medioevo, la legatura in stoffa decorata con ricami era destinata soprattutto ad ornare libri religiosi. Nel Rinascimento le legature ricamate compaiono anche su libri non devozionali, in genere di presentazione; tuttavia, almeno sino alla metà del XVIII secolo, la decorazione a ricamo ricopre prevalentemente libri liturgici e libri devozionali d'uso privato: libri d'ore, libri di esercizi spirituali e simili. La decorazione a ricamo fu sempre molto apprezzata in Francia, dove ha cultori ancora oggi: la sua epoca d'oro fu però il "Grand Siècle", il secolo XVII, e decorazioni a ricamo ornano sontuose legature di Luigi XIII, Richelieu, Mazzarino, Anna d'Austria e dei principali membri dell'aristocrazia.
Questi lavori d'abilità e pazienza venivano eseguiti, in Francia come negli altri paesi dell'Europa cattolica, in comunità religiose femminili. In Italia le legature in tessuto ebbero grande popolarità, specie nel XVIII secolo, per esemplari di presentazione: non mancano tuttavia esemplari più antichi, come testimonia l'esemplare considerato.
I materiali impiegati per i ricami sono fili d'oro e d'argento, oppure di lana, lino e seta, di vario colore. Talvolta perle, coralli, lustrini arricchiscono questo raro e lussuoso tipo di decorazione. La base è in velluto, in "satin", in "taffetà" o in seta. Per quest'ultimo tessuto, i colori più comuni sono le varie gradazioni del rosso, del rosa e del nocciola, mentre piuttosto raro è il verde: ben difficilmente le legature in seta si conservano in perfette condizioni, poiché la seta tende a sfilacciarsi sul labbro e a staccarsi dalla coperta, lasciando scoperti2 i supporti di cartone, circostanza che inizia a manifestarsi sull'esemplare proposto; in buono stato3 i ricami della coperta.
Poiché il ricamo doveva essere posto a piatto sulla legatura, la sua base di appoggio non doveva presentare alcuna irregolarità: il dorso delle legature da ricamare, perciò, è sempre liscio, senza nervature. La decorazione fa spesso riferimento al possessore od al testo del libro, e riprende in genere lo stile dell'epoca. I segni di possesso - armi o monogrammi - ornano prevalentemente libri non devozionali.
Il sistema di chiusura provvisto di teste leonine4- questa Biblioteca possiede un esemplare quattrocentesco italiano così caratterizzato5- è molto antico: esso compare su coperte sin dal secolo IX6. Fino all'inizio del XV secolo, diversi puntali evidenziano una foggia che ricorda motivi animali quali appunto leoni, draghi o belve fantastiche: hanno carattere simbolico e sono destinati a proteggere il contenuto del volume7. La Biblioteca "A. Mai" possiede altre legature rinascimentali italiane8 rivestite in tessuto. Volume citato da T. De Marinis9.


1
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 90, pp. 211-214.
Cfr. anche MARUBBI 2000, pp. 183-218.
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segnatura Cassaforte 2 4, dettaglio
Segnatura Cassaforte 2 4, dettaglio
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segnatura Cassaforte 2 4, dettaglio
Segnatura Cassaforte 2 4, dettaglio

segnatura Cassaforte 2 4, dettaglio
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segnatura Cassaforte 2 4, dettaglio
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segnatura MA 302, dettaglio
Segnatura MA 302, dettaglio
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6
ADLER G. – KRAUSKOPF J., Abb. 3/06.
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7
GABRIEL 1991; KOCH 1994, p. 144; KOCH 2003, pp. 243-246.
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8
Segnature A 35, A 36, Cassaforte 3 2.
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9
DE MARINIS 1960, III, n. 2863, tav. CCCCXCVIII.
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