Regolamenti e ordini dati a Giacomo Foscarini destinato conte rettore della terra di Brazza
ms. membranaceo sec. XVII (8 luglio 1617), cc. 59, 230x165x20 mm
segnatura
A 30 (già Delta 6 6)
Legatura del primo quarto del secolo XVII, eseguita a Venezia
Marocchino marrone parzialmente spellato, decorato a secco ed in oro. Fasci di filetti concentrici a secco. Cornice a due filetti dorati, collegati alle estremità con un filetto obliquo. Al centro dello specchio anteriore, una cartella ottagonale raffigura il leone di San Marco, mentre su quello posteriore, campeggia una cartella con una banda diagonale interna costituita da losanghe dipinte in colore verde su sfondo dorato. Fregi quadrangolari fogliati e ghiande accantonati esterni ed interni. Tracce di quattro bindelle, in tessuto giallo e blu. Dorso a quattro nervi rilevati, evidenziati da un filetto orizzontale a secco, in testa ed al piede. Capitelli marroni e nocciola. Compartimenti provvisti di un fiorone quadrangolare centrale. Taglio dorato. Labbro decorato con un seminato di losanghe dorate piene. Carte di guardia bianche, caratterizzate da una filigrana, parzialmente visibile, raffigurante un motivo di fantasia entro un arco. Rimbocchi del cuoio rifilati senza particolare cura; quelli
laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.
Legatura veneziana degli inizi del secolo XVII, come suggerisce la natura locale del manoscritto. Mentre il tipo di decoro a cartella ottagonale
1 appare inusuale nelle coperte del secolo precedente; caratteristico è invece nelle legature rinascimentali veneziane, la foggia del cartiglio sul piatto posteriore
2, tanto da essere ripreso anche sulle legature coeve prodotte in Francia
3.
Il leone di San Marco con un libro tra le zampe, indica che la legatura è stata utilizzata durante un periodo di pace. Curiosa l'alternanza dei colori delle bindelle: in senso orario, blu, giallo, blu, giallo senape, mentre su quello posteriore compare, sempre in senso orario, nei colori giallo, blu, giallo, blu. Ad ogni bindella su di un piatto, ne corrisponde un'altra di colore diverso sul piatto posteriore
4, circostanza pure presente su una coppia di legature rinascimentali veneziane
5 e seicentesca bergamasca d'archivio
6 della Biblioteca "A. Mai". Questa caratteristica non costituisce una prerogativa delle coperte seicentesche italiane, ma si manifesta anche su manufatti di area tedesca
7 sin dalla seconda metà del secolo XVI. Caratteristiche per le legature rinascimentali veneziane, le ghiande accantonate
8, presenti in forma analoga su di una
commissione per Giorgio Elmo del 1596, Venezia, Museo Correr, segnatura III, 133. Questa Biblioteca custodisce un'altra legatura veneziana
9 provvista di un analogo fregio fogliato accantonato; motivo ripreso sulle legature bergamasche
10 del secolo XVII.
1
Segnatura A 30, dettaglio
2
Segnatura A 30, dettaglio
Dettaglio della legatura veneziana su testo F. Petrarca,
Rime, Venezia, Zoppino, 1538, Chantilly, Musée Condé, segnatura VIII.C.27 (cfr. la riproduzione "infra").
F. Petrarca,
Rime, Venezia, Zoppino, 1538, Chantilly, Musée Condé, segnatura VIII.C.27.
3
Brescia, Biblioteca Querinana,
In sacrosantum Iesu Christi Euangelium secvndvm Ioannem enarrationes, Lutetiae, Apud Ioannem Roigny, MDL, segnatura Cinquecentine BB 8, dettaglio.
4
Segnatura A 30, dettaglio
Segnatura A 30, dettaglio
5
Segnature
A 36,
Cassaforte 3 20.
6
Segnatura
MIA 1216, dettaglio
7
Segnatura
MM 312, dettaglio
Segnatura
MM 312, dettaglio
Cfr. anche Monza, Biblioteca civica,
M. T. Ciceronis Epistolarum ad familiares, libri 16. Eiusdem epistolarum ad M. Brutum, liber singularis. Eiusdem epistolarum, quae non exstant, fragmenta. Ex emendatione D. Lambini. Accesserunt emendationum rationes, & annotationes, vt in ceteris voluminibus. Lutetiae: ex officina Iacobi Dupuys, sub samaritanae insigni, 1572, segnatura XVI A 213. Provenienza Lascito Zucchi. Nota manoscritta di possesso sul front. "Petri Angeli Lauizzari". Legatura in pelle di scrofa eseguita nel 1580, decorata a secco.
Monza, Biblioteca civica, segnatura XVI A 23. Bindella residua rossa in testa del piatto anteriore.
Monza, Biblioteca civica, segnatura XVI A 23. Bindella residua verde al piede del piatto anteriore.
Monza, Biblioteca civica, segnatura XVI A 23. Bindella residua verde in testa del piatto posteriore.
Monza, Biblioteca civica, segnatura XVI A 23. Bindella residua rossa in testa del piatto posteriore.
8
DE MARINIS 1960, II, n. 1917, tav. CCCLV, Venezia, Museo Correr, segnatura III,133.
Venezia, Museo Correr, segnatura III, 133.
Venezia, Museo Correr, segnatura III, 133, dettaglio
Segnatura A 30, dettaglio
Motivo fitomorfo, diffuso nel XV secolo e nei primi decenni di quello successivo; segnalato prevalentemente in Francia, dove pare abbia avuto origine, ed in area nordica, sia come fregio singolo, con o senza foglie, sia disposto in serie con più elementi. G. D. Hobson (
HOBSON G.D. 1988, pp. 141-190) ne ha identificate 20 varietà, utilizzate in Francia, nelle Fiandre, in Inghilterra ed in Germania. Un tipo di placca detta "aux glands", composta da sei ghiande disposte longitudinalmente in un rettangolo centrale, fu in uso nei primi anni del Cinquecento in Francia (
COLIN 2002, pp. 49-53). Ferri a ghianda sono stati utilizzati nella prima metà del Cinquecento a Venezia ed a Roma (Cfr.
DEVAUX 1977, p. 44;
GID – LAFFITTE 1997, pp. 143-171, nn. 96-115;
GOLDSCHMIDT 1967,
Catalogue raisonné, pp. 226-227, n. 131;
GRUEL 1887, p. 137).
La Biblioteca civica di Bergamo possiede una coppia di legature rinascimentali verosimilmente venete su testo rispettivamente
Sermo Sti Vincentij, Lugduni, Jacobus Myt, 1539, segnatura Cinq. 2 203 e
Sermones Sancti Vincentij, s.l., s.s.., 1539, così ornata (cfr. riproduzione "infra")
Segnatura
Cinq. 2 203, dettaglio
Segnatura
Cinq. 2 203, dettaglio
9
Segnatura A 30, dettaglio
Segnatura
A 32, dettaglio
10
Segnatura
MAD LGB 1604-1617, dettaglio