Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MM 312
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MM 312


Brembati, Davide, Libellus in quo continentur jucundae quaedam et rare historiae, Epitaphia. Elegiae et de variis sanctis Epigrammata
ms. cartaceo sec. XVII (1617), cc. 120, 164x105x22 mm
segnatura MM 312 (già Delta 1 15)

MM 312 piatto anteriore MM 312 piatto posteriore

Legatura del secolo XVI, eseguita in Germania

Pelle di scrofa su assi, decorata a secco. Cornice a rotella, raffigura medaglioni provvisti di personaggi classici entro fogliami e teste di cherubino alati. Al centro dei piatti, una placca di foggia orientaleggiante (55x40 mm). Fioroni di tipo aldino accantonati. In testa ed al piede, una coppia di rettangoli, provvisti di una foglia stilizzata entro una coppia di melograni. Tracce di due bindelle in tessuto rosso e verde. Dorso a quattro nervi rilevati. Capitelli grezzi. Taglio blu. Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.

I fregi, non caratterizzanti, non orientano sul luogo di esecuzione del volume. Il decoro di foggia rinascimentale, come evidenziano i personaggi classici della cornice1, compaiono ancora in epoca tardiva, peraltro annunciata dalla placca di foggia orientaleggiante2, sulla legatura proposta. La presenza di bindelle di diverso colore – qui rosso e verde3-, non costituisce un'esclusività propria delle legature di area nordica quanto pure presente in legature rinascimentali veneziane4 e bergamasche5, come testimoniano due volumi di questa Biblioteca.
La pelle bianca di porco o di scrofa, usata per molte legature dei secoli scorsi, era trattata con sali di alluminio che le conferivano resistenza e aspetto e colore simili a quelli della pergamena. Fu impiegata abitualmente dal XVI secolo, soprattutto in area nordica dove restò in uso sino a tutto il XVIII secolo. A questo proposito va sottolineato che per tutto il XVII secolo e gran parte del successivo le legature in pelle di porco vennero eseguite in modo pressoché analogo a quello impiegato per le legature cinquecentesche: dorso arrotondato con nervi ben rilevati e decorazioni prevalentemente a secco, con piccoli ferri o, più frequentemente, con rotelle e placche.
La pelle di porco, robusta, indistruttibile, è facilmente riconoscibile per il suo aspetto grasso, per la particolare grana con gruppi di tre forellini e il colore candido che con il tempo tende ad acquistare una patina dorata. È la più usata in Germania perché si presta bene a ricevere le fitte decorazioni a secco, meno quelle in oro, a causa della superficie irregolare e lievemente scabra6. Severo è il giudizio che nelle Varie avvertenze il Volpi7 dà delle pelli di porco, sulle quali così pittorescamente si esprime: "Queste sono le più vili che si adoprino per legare libri e sono molto usate in Germania; ma gl'ingegnosi tedeschi han ritrovato da gran tempo la maniera di renderle pregevoli con l'improntar sovr'esse sottili lavori di fiorami, storie, ritratti di uomini illustri, e tutto ciò a forza di torchio o di ferro caldo adoprato a mano. Tali coperte nuove o ben conservate riescono eleganti, ma logorandosi presto a cagione de' rilievi, divengono deformi ed ingratissime alla vista". Attualmente in commercio non si trova più pelle di porco trattata a imitazione della pergamena bensì pelle di porco trattata con una concia che le conferisce un aspetto vellutato e tinta in una vasta gamma di colori; più utilizzata per abbigliamento, è tuttavia impiegata anche per legature moderne


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segnatura MM 312, dettaglio
Segnatura MM 312, dettaglio
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segnatura MM 312, dettaglio
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segnatura MM 312, dettaglio
Segnatura MM 312, dettaglio

segnatura MM 312, dettaglio
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4
segnatura A 30, dettaglio
Segnatura A 30, dettaglio

segnatura A 30, dettaglio
Segnatura A 30, dettaglio
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5
segnatura MIA 1216, dettaglio
Segnatura MIA 1216, dettaglio
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6
QUILICI 1989 B, p. 170.
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7
VOLPI 1756.
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