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Segnatura A 30 (cfr. "infra").
Segnatura A 32, dettaglio
Segnatura
A 30, dettaglio.
Cfr.
KUNSTGEWERBEMUSEUM 1988, n. 67,
Verordnung des Senates von Venedig, Inv. n. 1894, 145;
UNIVERSITÄTSBIBLIOTHEK LEIPZIG 2002, n. 55, Svetonio,
XII Caesares, ms. membranaceo, Roma, 1444, segnatura Rep. I. 9, commissione dogale.
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Lastra di metallo incisa, utilizzata come i ferri per l'impressione di decorazioni sulle legature. Per le sue dimensioni non può essere impressa a mano come gli altri ferri ma necessita dell'ausilio di una pressa o di un bilanciere. L'incisione della decorazione sulla lastra, è eseguita in cavo se si vuole imprimere a secco, o in rilievo se si vuole imprimere in oro (la matrice incisa in rilievo per la doratura può tuttavia essere utilizzata anche a secco). Con una placca si può decorare parzialmente o totalmente il piatto di un volume, piccole placche possono essere accostate per creare combinazioni diverse adatte alla misura del piatto da decorare o possono essere completate da cornici e altre decorazioni impresse con rotelle o piccoli ferri.
Nelle legature più antiche, le prime decorazioni di questo genere erano ottenute con l'impiego di matrici xilografiche con le quali s'imprimeva a freddo il disegno, esercitando una forte pressione sul cuoio inumidito. Successivamente vennero prodotte placche di ferro, incise in cavo, che, riscaldate, permettevano d'imprimere il motivo a secco, cioè senza inumidire il cuoio. La decorazione così ottenuta risulta leggermente in rilievo su fondo brunito. Utilizzate sin dal secolo XIII nei Paesi Bassi, queste placche erano di modeste dimensioni e consentivano di coprire interamente il piatto di un volume in-ottavo o in-dodicesimo mentre per i formati più grandi la decorazione era completata da una cornice. Poche le grandi placche nel periodo gotico, mentre è in Francia che s'iniziarono a produrre dagli inizi del secolo XVI placche di grandi dimensioni. Dello stesso periodo, per l'impressione con foglia d'oro, si hanno le prime placche eseguite, come gli altri ferri da doratura, in bronzo inciso in rilievo.
Minuziosi studi effettuati da S. Fogelmark (
FOGELMARK 1990) hanno recentemente portato alla rettifica di molte cognizioni sulle placche antiche impresse a secco: questi studi accertarono, ad esempio, che i legatori talvolta utilizzavano contemporaneamente e con minor costo due placche, una per il piatto anteriore e l'altra per quello posteriore, e che le stesse, a differenza dei punzoni e delle rotelle, a volte erano prodotte in fusione e non in incisione.
La maggior parte delle placche è anonima: alcune recano incisi la data, un nome o, più frequentemente, acronimi. La data corrisponde ovviamente a quella dell'incisione della placca e non a quella dell'esecuzione della legatura, che può essere contemporanea o posteriore. Va ricordato a questo proposito che una placca normalmente dura a lungo e che alcune furono utilizzate anche secoli dopo la realizzazione.
Grazie ai fondamentali lavori di K. Haebler e di altri studiosi tedeschi, è possibile identificare con una certa sicurezza le iniziali incise su placche riferibili a maestri legatori: (J. K. = Jacob Krause; B. M. = Balthasar Metzger; C. M. = Caspar Meuser), mentre è più difficile identificare gli acronimi che possono riferirsi sia ad incisori sia a legatori. Sembra comunque accertato che in presenza di due diversi acronimi, uno sia riferibile all'incisore e l'altro al legatore. Riferisce tuttavia G. D. Hobson (
HOBSON G.D. 1988, pp. 159-160) che i nomi impressi sulle placche francesi agli inizi del XVI secolo, in uso a Parigi e in provincia o a Londra, appartengono ai librai e non ai legatori. Sono noti, infatti, i nomi di almeno 37 legatori attivi a Parigi tra il 1495 e il 1531 ma nessuno di questi figura su placche o rotelle di quel periodo. Si conoscono invece 18 librai dello stesso periodo possessori di placche o rotelle: tutti sono conosciuti
come editori o venditori, non come legatori.
La tecnica di decorazione con placche, nota in Europa sin dal XIII secolo, ebbe origine nelle Fiandre: ricordiamo Wouter van Duffel attivo in Anversa tra il 1249 e il 1285. Dalla metà del XV alla metà del secolo successivo, le placche furono molto utilizzate in Germania, Austria, Paesi Bassi, Francia del nord e Inghilterra.
I soggetti rappresentati nelle placche sono vari e legati agli stili delle epoche di produzione. In periodo gotico prevale l'iconografia a carattere religioso con scene tratte dall'Antico e dal Nuovo testamento e ritratti di santi. Questo genere di iconografia continua anche in epoca rinascimentale. In area nordica appaiono frequentemente i caratteristici Lutero e Melantone, complementari, il primo sul piatto anteriore e il secondo su quello posteriore, ma anche soggetti profani tratti dalla storia classica, figure allegoriche (la Carità, la Speranza, la Fede, la Fortezza) e motivi araldici. Sono rare le placche con l'immagine dell'autore o del traduttore del testo, oppure con quella del possessore del libro. Fanno però eccezione le frequenti placche con i ritratti dei principi da una parte e le loro armi dall'altra, a testimoniare la proprietà del libro. In Inghilterra prevalgono i motivi araldici tra cui la caratteristica rosa dei Tudor e le armi di Enrico VIII.
Dal punto di vista quantitativo, la più consistente produzione di placche si ebbe nelle Fiandre e in area renana negli anni Quaranta del secolo XVI. In Francia le placche con iconografia di carattere religioso con un unico soggetto oppure suddivise in due o quattro compartimenti con immagini di santi, furono molto comuni e utilizzate prevalentemente in Normandia. Quelle raffiguranti santi e scene della Passione circondate da motivi decorativi sono di solito originarie di Parigi e ripetono archetipi fiamminghi.
Rare e tardive le placche in Italia: sono note soltanto tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo, quelle a secco su legature genovesi firmate in "lettere capitali da Antonio di Taggia (opus antonii de tabia in carubeo fili inclite civitatis ianue") e da Viviano da Varese Ligure ("opus viviani de varixio cartarii in carubeo fili ian") cui si aggiunge un'altra placca opera del "Maestro della Crocifissione" in uso su legature d'origine verosimilmente veneziana dei primi del Cinquecento.
Accanto alle placche di carattere iconografico, a partire dal XVI secolo, con il diffondersi della decorazione in oro, iniziarono ad essere prodotte placche con decorazioni geometriche o astratte, nello stile delle decorazioni delle varie epoche, dapprima in Francia e poi nel resto dell'Europa. In Francia alle famose placche rinascimentali con il "pot cassé" di Geoffroy Tory, fecero seguito le placche con decorazioni a nastri intrecciati prodotte in gran numero a Lione oltre che a Parigi. Altrettanto famose e prodotte un po' in tutti i paesi europei per tutto il XVI secolo fino a metà del secolo XVII, sono le placche a "centro ed angoli".
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KYRISS S. D.. L'Autore segnala che la Biblioteca di San Gallo (Svizzera) possiede 32 volumi acquistati tra il 1566 e 1569 su volumi stampati tra il 1498 ed il 1568 decorati con un'analoga placca (cfr. "infra"), pure presente nella vendita Henri Béraldi tenutasi a Parigi nel 1934, n. 15, pp. 9-10 con tavola. Anche Ferdinand Geldner (
GELDNER 1958, tav. XLVIII, n. 64, p. 29,
Psalterium Davidicum vetus, Anversa, 1568, Monaco di Baviera, Bayerische Staatsbibliothek, segnatura B. lat. 287) segnala un'analoga placca che orna una legatura eseguita a Parigi, come testimonia l'iscrizione nel volume:
Sum Georgii Emhardi. Emptus Lutetiae Parisiorum. Francesco Malaguzzi, (
MALAGUZZI 1993, pp. 95, 98, nota 256, Aosta, Biblioteca del Seminario Maggiore, Caecilius Cyprianus, Operae, Paris, Guillaume Morel, 1564, segnatura C.283)
rende nota una coperta verosimilmente parigina provvista di un'analoga placca con l'indicazione del primo possessore o dedicatario "D./IAC/QUE" sul piatto superiore, "CHARON" su quello posteriore. Un ulteriore esemplare eseguito per Hartmann von Liechtenstein nel 1572 provvisto di un analoga placca è custodita alla Biblioteca nazionale di Vienna (
ÖSTERREICHISCHE NATIONALBIBLIOTHEK WIEN 1990, n. 136, p. 83, Marco Polo,
La description géographique des provinces & villes plus fameuses de l'Inde Orientale, Paris, Etienne Groulleau, 1556, segnatura 47.S.32(ES 223)).
Segnatura A 32, dettaglio
Dettaglio della legatura parigina eseguita nel 1566, su testo Dass. Lib. III, custodita nella Biblioteca di S. Gallo, Svizzera, segnatura Ms. 1116 (
KYRISS S.D., col. 843-844, 861-862). Cfr.
UNIVERSITÄT- UND STADTBIBLIOTHEK KÖLN 2002, n. 29, Reuber Justus,
Veterum scriptorum qui Caesarum et Imperatorum Germanicorum res per aliquot saecula gestas, literis mandarunt. Tomus unus, Francofurti A. M., Andreas Wechel und Erben, 1584, segnatura W.B.III7/23 folio. Cfr. anche
TENSCHERT 1987, n. 10,
Liturgiae sive Missae Sanctorum Patrum... De ritu missae et eucharistia ... (Graece et latinae), Parigi, G. Morel, 1560.
KYRISS S.D., Ms 1116.
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BRESLAUER 111, n. 100, ARIAS MONTANUS, BENEDICTUS,
Regi seculor. immortali S. Humanae Salutis Monumenta B. Ariae Montani studio constructa et decantata, Antwerp, Ex Prototypographia Regia, Cristoph Plantinus, ... 1571, legatura verosimilmente eseguita in Anversa.