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È quasi impossibile oggi sintetizzare le vicissitudini delle legature islamiche, la cui storia non è stata ancora scritta in sintesi e risente del frazionamento politico dei popoli che le hanno prodotte. Dal Golfo Persico alla Spagna, esse evidenziano una comune matrice rappresentata dalle miniature e dalle decorazioni che ornano il testo del Corano e dalla reticenza, radicata nella mentalità islamica, a riprodurre alcunché di figurato. Questa consuetudine, dovuta alla convinzione che solo a Dio spetti la creazione degli esseri viventi e che pertanto non competa all'uomo di riprodurre quello che è di Dio, si espresse nell'impiego di forme puramente astratte, geometriche o vegetali. La legatura islamica trae le sue origini dagli abili artigiani che lavoravano la pelle in Siria e in Egitto al momento dell'invasione islamica, verso la metà del VII secolo: gli invasori assorbirono la mano d'opera e i metodi di legatura dei territori conquistati, portando poi in Europa, attraverso la Spagna e la Sicilia,
l'arte della pelle del Nord Africa.
Dal secolo VII, la primitiva legatura islamica fu influenzata da quella copta d'Egitto, assumendo poi una specifica fisionomia nei vari paesi ove, successivamente, si sviluppò: la Siria, l'Egitto, lo Yemen, l'Arabia, la Spagna musulmana, il Marocco, la Turchia, la Persia, l'India. Elementi che caratterizzano strutturalmente le legature islamiche sono: la cucitura a catenelle, il dorso liscio, il supporto dei piatti in cartone e la chiusura a ribalta. La decorazione, specie nel XIII - XIV secolo, periodo di maggior sviluppo artistico, è caratterizzata da due stili principali: uno con motivo centrale e quattro minori negli angoli, e un altro, il più diffuso, costituito da un gioco di intrecci che, partendo da un motivo centrale, riempiono l'intera superficie decorativa. Questo motivo centrale con il tempo si è allungato a mandorla arricchendosi di due piccole appendici o pendagli alle estremità. Un altro tipico elemento decorativo islamico furono le fodere, contropiatti in pelle più o meno decorati a
secco e in oro, note sin dal XIV secolo.
La decorazione araba orientale (turca e persiana) si differenzia da quella araba occidentale (Marocco o Spagna), caratterizzata da una maggior semplicità ornamentale, da motivi impressi a secco esclusivamente geometrici come i nodi, le barrette, i cerchietti, talvolta dorati. Questo schema, utilizzato sin dal ix secolo, si evolverà gradatamente e, mantenendo gli stessi motivi, darà luogo in Spagna dal XIII al XVI secolo, alla legatura di tipo "mudejar" in cui coesistono fregi europei e di origine araba, e all'inizio del XVI secolo alla legatura "mudejar-plateresca". La decorazione araba orientale (turco-persiana) a partire dal XV secolo, soprattutto in Persia, fu influenzata dalla Cina: consone alla lussuosa, raffinata vita della corte persiana, comparvero le miniature dipinte e laccate su supporto in cartapesta, che avranno grande popolarità nel XVI e XVIII secolo. Nel XV e XVI secolo, sempre in Persia, specie sulle fodere furono eseguiti lavori di pelle filigranata, su fondo dorato e/o colorato, e
altri con decorazione ad arabeschi floreali associati a motivi colorati o in oro. Per quanto riguarda la decorazione in oro, di cui la legatura islamica è stata l'antesignana, va ricordato che sono noti tre esemplari del IX secolo provenienti dalla moschea di Kairouan in Tunisia, decorati con cerchielli dorati (oro liquido), mentre la decorazione con la foglia d'oro impressa a caldo, iniziò verso il XIII secolo: la più antica ornamentazione conosciuta compare su un corano del 1285 a Marakkech, ove si trova tuttora. Dopo la caduta di Bisanzio nel 1453 gli artigiani provenienti dall'Oriente introdussero a Venezia i vari tipi di decorazione sopra descritti: questi influenzarono fortemente il gusto decorativo delle legature veneziane della prima metà del Cinquecento e quello europeo della seconda metà del secolo.
Definire l'origine e la datazione delle legature islamiche, al pari di quelle bizantine, è di notoria complessità, in quanto i motivi islamici hanno conosciuto solo marginali evoluzioni stilistiche nel corso dei secoli: per questo motivo è di fondamentale importanza l'esame del testo. Il Victoria and Albert Museum di Londra possiede una importante collezione di legature islamiche, con almeno 175 esemplari, che sono stati studiati e catalogati da D. Haldane in un'ampia monografia corredata da un glossario di termini arabi, persiani e turchi.
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Segnatura MM 491, dettaglio
Segnatura MM 491, dettaglio
Il termine francese, che in italiano è talvolta tradotto come "centro e angoli", indica un tipo di decorazione di origine orientale, tanto che figura su tessuti, tappeti persiani e in miniature del Corano. Il motivo centrale e gli angolari sono impressi con placche a fondo dorato, pieno o azzurrato. La placca centrale, di varie dimensioni, ha forma di mandorla o di ovale o di cartella entro la quale un sottile nastro si intreccia variamente, di solito su un fondo azzurrato. Gli angolari, detti in francese "écoinçons", sono essi pure piuttosto grandi, con forma prevalentemente di triangolo rettangolo contenente volute ed arabeschi.
Il fondo del piatto presenta talvolta un seminato di ferri a tre punti, ripresi pure sul dorso. I seminati di tre punti accorpati in sequenza 2-1 compaiono in genere nelle legature francesi, mentre quelle inglesi e dei Paesi Bassi presentano di solito stelline e piccoli fregi fitomorfi. La decorazione à centre et coins non richiede la fantasia e l'abilità necessarie per realizzare legature a piccoli ferri o con filetti: il suo valore artistico è legato prevalentemente alla bellezza ed alla finezza dei motivi impressi nelle placche.
Questo genere di decorazione caratterizza legature islamiche risalenti al 1130 circa. Come stile compare in Europa a Venezia nell'ultimo quarto del secolo XV, ma si impone più tardi, nel periodo 1550-1560, a Parigi, da dove si diffonderà tra il 1570 e il 1650, principalmente in Germania, in Inghilterra (Barber) e nei Paesi Bassi, mantenendo caratteristiche similari. Il successo di questa decorazione è stato grande: venne utilizzata frequentemente nei Paesi Bassi, dominò nella legatura londinese da Elisabetta (1558) sino alla morte di Giacomo I (1625), fu adottato da Jakob Krause a Dresda e lo si ritrova in aree per molti aspetti periferiche, come la Svizzera, la Polonia, la Svezia e la Grecia. Questo schema ornamentale largamente diffuso, come si è detto, in Francia e in Inghilterra nella seconda metà del XVI e nella prima metà del XVII secolo, è peraltro caratterizzato in ciascuno di questi Paesi, da alcuni peculiari elementi decorativi. Ricordiamo, per le legature inglesi, la frequente
presenza di placche centrali con margini ad angoli retti alternati a semicerchi o a quarti di cerchio, margini sinuosi o costituiti da fregi, da angolari con una cartuccia ovale centrale con margini molto elaborati oppure a quarto di cerchio con bordi rettilinei. Il "centre et coins" risulta curiosamente meno impiegato nei paesi europei che meglio degli altri sembrerebbero aperti all'influsso orientale: in Italia, Spagna e persino a Venezia non sarà mai particolarmente diffuso.
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Cfr. la segnatura
MA 622.
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Porzione della coperta che sporge dai due piatti, lungo il taglio anteriore, per una larghezza variabile fino a metà dello spessore del libro, in modo che a libro chiuso il taglio risulta parzialmente o completamente coperto e protetto. Più rare sono legature con falde che coprono anche i tagli di testa e piede. Quando il prolungamento della coperta del solo piatto inferiore ricopre il taglio anteriore e si prolunga sul piatto superiore, dove in genere viene fissato al centro con legacci o fibbie, la legatura prende il nome di legatura a busta. Generalmente con questa tecnica sono realizzate legature d'archivio in pergamena floscia (più raramente in cuoio). Di origine antichissima, questa tecnica era già in uso nelle legature di codici islamici e copti.
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Segnature
A 1;
MA 428;
MM 475.