Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MM 126
MM 126
Barbaro, Antonio,
Vita di San Marco Evangelista protettore invitto della Serenissima Repubblica di Venezia, scritta dal canonico Don Gio. Stringa e tradotta in versi sciolti da Antonio Barbaro fu Giuseppe con in fine la lettera autentichissima che ad evidenza prova l'istoria di Papa Alessandro terzo
ms. cartaceo sec. XVIII (1770), cc. 184, 235x168x33 mm
segnatura
MM 126 (già Sigma 1 6)
Legatura della seconda metà del secolo XVIII, eseguita a Bergamo
Pergamena rigida decorata a secco ed in oro. Un filetto a secco delimita una cornice fiorita. Cartiglio centrale costituito da quattro coppie di foglie di acanto, sovrastate alternativamente da un motivo floreale e da un melograno. Fioroni accantonati. Dorso a quattro nervi rilevati. Nel secondo compartimento, un tassello in cuoio rosso recita "S./ MARCO"; in quelli rimanenti, un fiorone costituito da quattro corolle, separate da un filetto filigranato. Capitelli azzurri e grezzi. Taglio dorato. Carte di guardia bianche, con una filigrana a forma di lettera "W". Contropiatti rivestiti da una carta siligrafata a raffigurare rosette quadrilobate entro nastri ondivaghi, su sfondo viola. Rimbocchi rifilati con cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.
Il genere di cornice fiorita
1, notata in analoga foggia su alcune legature settecentesche bergamasche
2, suggerisce un'esecuzione locale della legatura. Il decoro confinato lungo la cornice, il genere di foglia di acanto
3 e di fioroni
4 testimonia l'esecuzione settecentesca della legatura. Il colore ramato della doratura indica la verosimile aggiunta di rame alla foglia d'oro
5 utilizzata. Di gusto seicentesco francese, il fregio
6 filigranato al centro dei compartimenti.
1
Segnatura MM 126, dettaglio
2
Segnatura
MA 369, dettaglio
Segnatura
Sala I Cassapanca C 2 25(3).
Cfr. anche le segnature
Inc. 1 156,
Inc.4 177,
MA 19,
MA 369,
MA 622,
MMB 215.
3
Segnatura MM 126, dettaglio
Per la nozione, cfr. la segnatura
MAB 17.
4
Segnatura MM 126, dettaglio
5
Sottilissima lamina d'oro a 18 o 22 carati, ottenuta con una complessa serie di operazioni eseguite dal battiloro. Viene messa in vendita in blocchetti che contengono ognuno 25 foglietti di cm 10 circa di lato, intercalati da carta velina. Impiegata in diversi campi e per svariati tipi di lavoro, in legatoria la foglia d'oro viene utilizzata dal doratore per decorare le legature o i tagli dei libri. Esiste anche oro falso in foglia, ottenuto con vari tipi di leghe.
L'oro utilizzato in legatura può essere di tipi e qualità diversi. L'oro più puro è riservato alle legature di lusso: il suo colore di un giallo intenso conferisce brillantezza alla decorazione. Gli altri tipi di oro, che hanno un minor tenore in metallo prezioso, danno luogo a un colore meno giallo e meno brillante che può virare leggermente sul rosso, sul blu, sul verde.
Nelle legature antiche, ad esempio, veniva prevalentemente impiegato l'oro verde, una lega costituita al 70-80 % di oro e per il resto di argento; per questo motivo le dorature antiche sono più pallide di quelle del Settecento e dell'Ottocento. L'oro verde ricomparve poi in alcune lussuose decorazioni dell'Ottocento, in raffinato contrasto cromatico con l'oro giallo brillante dell'epoca. La decorazione con oro relativamente puro mantiene per secoli la sua brillantezza mentre quella eseguita con oro a bassa lega (oro con argento, rame, stagno, zinco) praticata specie in area nordica tende nel tempo a risultare argentata o grigiastra. In particolare la lega d'oro con un'alta percentuale di argento tende rapidamente a volgere verso il nero così da creare confusione, come è avvenuto in passato, con le decorazioni in nero. Talvolta la presenza di minuscole, residue particelle del metallo originario, individuata all'esame microscopico, permette di risolvere il problema. Per imitare l'oro si
utilizzava pure la foglia di rame, che tuttavia scoloriva facilmente.
6
Segnatura MM 126, dettaglio