Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MA 497
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MA 497


Nicolaus De Auximo, Spiritualis quadriga
volgare, scrittura semigotica libraria tendente alle forme rotonde, ms. cartaceo sec. XV (1445-1446), Milano, cc. 173, 290x200x48 mm
segnatura MA 497 (già Gamma 4 30)
Provenienza: Bergamo, convento di Santa Maria delle Grazie Minori Osservanti; Gandino, convento di Santa Maria, Osservanti Minori. Restauro: P. Brena e C. Valli, Bergamo.

MA 497 piatto anteriore MA 497 piatto posteriore

Riutilizzo di una legatura della fine del secolo XV, verosimilmente eseguita a Milano, del genere in cuoio inciso

Legatura su cui sono stati applicati i piatti di una legatura italiana, in marocchino marrone con limitata perdita di sostanza e gore brune, decorato a secco. Sul piatto anteriore, filetti concentrici. Cornice a rosette quadrilobate. Al centro dello specchio, un motivo cruciforme costituito da una serie di losanghe dai lati concavi. In testa ed al piede, un rettangolo ornato con cinque piastrelle rettangolari provviste dell'iscrizione "yhs", ripetute negli angoli interni, entro quattro barrette arcuate. Piatto posteriore caratterizzato da una coppia di filetti concentrici, decorati con piastrelle rettangolari provviste dell'iscrizione "yhs" collocate negli angoli e nelle parti mediane. Al centro, un fregio cruciforme costituito da una coppia di filetti bruniti, verticale ed orizzontale, caratterizzati alle estremità superiori, da un mazzo di losanghe dai lati concavi. Al centro, una cartella circolare di archetti spinati; al piede, da una base ondivaga allargata, incisa, si diparte una coppia di lance. Negli angoli superiori, una coppia di piastrelle raffigurano l'agnello crucifero entro barrette. Coppia di fermagli, costituiti da bindelle rifatte e contrograffe di foggia rettangolare, zigrinate, a trifoglio stilizzato, provviste di tre fori interni ornamentali e finestrella laterale di aggancio. Dorso mobile, a tre nervi rilevati. In testa ed al piede, compartimenti a seminato di filetti. Capitelli bianchi. Taglio grezzo. Carte di guardia bianche, rifatte.

Stando all'iscrizione di f. 170v, il manoscritto è stato composto nei pressi di Milano tra il 1445 ed il 1446 e dieci anni dopo apparteneva a S. Maria delle Grazie fuori Bergamo. Il codice è nel suo complesso, abbastanza povero, tuttavia l'iniziale decorata è stilisticamente classificabile in ambito ben preciso. Sembra infatti assegnabile allo "scriptorium" dell'anonimo miniatore chiamato "Maestro dell'Antifonario di Budapest" che prende il nome dall'importante Antifonario francescano della Biblioteca nazionale di Budapest, identificato da M. Levi d'Ancona1. L'origine del codice è riferibile all'ambiente dei Minori Osservanti come è indicato dall'”explicit”2. Le rosette tetralobate3, le losanghe dai lati concavi4, la piastrella dalla dicitura "yhs"5 presenti in una legatura quattrocentesca milanese di questa Biblioteca, motivi analoghi a quelli impressi sul manufatto proposto, suggeriscono un'esecuzione della coperta avvenuta nel capoluogo lombardo. Inusuale sul piatto posteriore, la croce parzialmente realizzata con la tecnica del cuoio cesellato6; manifesto in questo contesto, l'intento allusivo della corona di spine7. Caratteristiche per le legature del periodo, le contrograffe zigrinate con tre fori ornamentali interni8.


1
THE WILDENSTEIN COLLECTION 1970, pp. 29-34.
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2
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 113, pp. 268-269.
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3
segnatura MA 497, dettaglio
Segnatura MA 497, dettaglio

segnatura MA 140, dettaglio
Segnatura MA 140, dettaglio
Cfr. QUILICI 1994, fig. 11, p. 228; fig. 12, p. 232.
Un'altra legatura lombarda coeva di questa Biblioteca contrassegnata Inc. 4 28 (cfr. la riproduzione "infra"), è provvista di rosette tetralobate.

segnatura Inc. 4 28, dettaglio
Segnatura Inc. 4 28, dettaglio
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4
segnatura MA 497, dettaglio
Segnatura MA 497, dettaglio

segnatura MA 140, dettaglio
Segnatura MA 140, dettaglio
Cfr. QUILICI 1994, fig. 3, p. 210; fig. 4, p. 212; fig. 6, p. 217; fig, 9, p. 225; fig. 11, p. 228; fig. 13, p. 234; fig, 14, p. 236; fig. 15, p. 239; fig. 16, p. 241.
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5
segnatura MA 140, dettaglio
Segnatura MA 140, dettaglio

segnatura MA 497, dettaglio
Segnatura MA 497, dettaglio
Cfr. QUILICI 1994, ferro n. 18, p. 242.
A differenza delle legature eseguite nel secolo XVI, in cui la scritta "yhs" -per la nozione. cfr. la segnatura AB 25- compare entro un cartiglio circolare (cfr. la riproduzione MA 375 "infra"), in quello precedente essa è inscritta in un rettangolo.

segnatura MA 375, dettaglio
Segnatura MA 375, dettaglio
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6
segnatura MA 497, dettaglio
Segnatura MA 497, dettaglio

segnatura MA 497, dettaglio    segnatura MA 497, dettaglio
Segnatura MA 497, dettagli
Il cesello è un piccolo attrezzo abitualmente riservato alla lavorazione dei metalli ma talvolta utilizzato anche per altri materiali tra cui il cuoio. Questo attrezzo di acciaio, che ha un'estremità appuntita o arrotondata o di altra forma, premuto fortemente o battuto con una stecca di legno lascia una piccola impronta. Tanti piccoli segni di cesello accostati possono tracciare un disegno o un contorno. Con il termine francese di "cuir incisé", cuoio intagliato, si indica invece una tecnica di lavorazione ad intaglio con punta metallica, lama o bulino. Per dare risalto al disegno, l'intero fondo del piatto è poi spianato con una spatola piatta ed eventualmente battuto con un punzone a punta rotonda e incavata: la superficie del piatto assume così un aspetto puntinato, "criblé".
Quali antichi esempi di legatura in cuoio inciso in Europa, ricordiamo i Codices Bonifatiani di Fulda, in Germania, eseguiti verso il 750: tra questi, in particolare, il Codex Ragyndrudis che pur avendo una struttura di tipo europeo (cucitura su nervi) presenta un netto influsso orientale nella decorazione.
Le legature incise a punta metallica, conservate nelle biblioteche di tutta Europa, ma perlopiù in Germania, sono rare: se ne conoscono 460 circa, con decorazione in parte figurata e in parte ornamentale. Noto sin dal vii secolo, questo tipo di decorazione raggiunse il suo massimo sviluppo nella seconda metà del Quattrocento in Germania (Bamberga e Norimberga), in Austria settentrionale e meridionale, a Vienna e in Boemia. Rari gli esemplari in Italia, in area settentrionale. Praticamente assenti in Spagna, Francia ed Inghilterra. Il numero limitato di legature con cuir ciselé è dovuto alla laboriosità di questa tecnica, che richiede, oltre a una non comune abilità, un centinaio di battiture con martello per un'area di 10x10 mm
Numerosi manufatti provenienti da Germania, Austria e Boemia, eseguiti secondo questa tecnica, furono opera di manovalanza ebrea. Sembra esistesse una tradizione in proposito tra gli artigiani ebrei lavoratori del cuoio provenienti dalla Spagna: questo genere di decorazione fu particolarmente apprezzato tra le comunità ebraiche dell'Europa centrale.
Sulle legature "a cuoio inciso" sono raffigurati fogliami, scritte (lettere e intere parole: il titolo dell'opera, le dediche, i motti, le invocazioni), animali (il cervo, l'orso, la lepre, il cane, il cavallo, il porco, il pesce, il pellicano, il falco, la scimmia), scene di caccia, stemmi, figure di santi. In particolare, si conoscono in Germania due stili fondamentali, in successione cronologica: uno "più antico, caratterizzato da disegni semplici, con animali rappresentati senza molta cura e uno stile tardo gotico (sec. XV), che ha i suoi esempi più significativi nelle legature di Norimberga e di Salisburgo, vere e proprie sculture ad alto-rilievo su pelle, nelle quali l'effetto viene accentuato con l'uso di una pasta introdotta nella cavità del rovescio” (Quilici). Due legature di questo tipo sono custodite, una presso la Biblioteca Marciana di Venezia databile verso il 1480 ca., l'altra presso la Biblioteca Braidense di Milano (sec. XV). Sono noti esempi di decorazione a placca che imitano quella a cuoio inciso. Furono eseguite in particolare dal legatore tedesco Johannes Hagmayer nell'ultimo quarto del XV secolo con tale maestria per cui non è sempre facile distinguere una decorazione eseguita mediante placca da quella ottenuta mediante incisione. La decorazione "à cuir incisé" tornò di moda verso la fine dell'Ottocento, a Parigi, con Marius-Michel (Béraldi), Léon Gruel e Charles Meunier (cfr. BOLLERT 1925; GRUEL 1887, pp. 74-75; HUSUNG 1925, pp. 29-43; NEEDHAM 1979, pp. 71-74, 87-89; QUILICI 1986, pp. 96-104. Quest'ultimo autore dedica (pp. 102-103, nota 63) un'ampia bibliografia alla storia ed alla tecnica della decorazione in "cuir ciselé").
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segnatura MA 497, dettaglio
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