Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MA 375
MA 375
Benedictus (S.),
Regula
ms. membranaceo sec. XIV, Firenze, cc. 52, 242x180x19 mm
segnatura
MA 375 (già Delta 7 33)
Provenienza: monastero di S. Severino; frate Antonio da Pavia.
Legatura del secondo quarto del secolo XVI, eseguita nell'Italia settentrionale, del tipo "a losanga rettangolo"
Cuoio nocciola dal fiore ampiamente scomparso e con limitata perdita di sostanza, decorato a secco ed in oro. Tre serie di filetti concentrici a secco. Cornice dorata, caratterizzata da una piastrella raffigurante una coppia di arabeschi. Al centro dei piatti, la scritta interna "yhs" entro un motivo circolare. Circostante losanga a secco. Rosette accantonate. Tracce di quattro bindelle in tessuto verde. Dorso a tre nervi rilevati, evidenziati da due coppie di tre filetti convergenti alle estremità. Compartimenti a seminato di losanghe a secco. Capitelli grezzi e nocciola. Taglio dorato. Rimbocchi rifilati con discreta cura; angoli giustapposti. Carte di guardia membranacee e bianche.
Il manoscritto evidenzia una storia tormentata che solo in parte si può ricostruire attraverso le note di possesso ancora leggibili su di esso. Fu sicuramente a Napoli dal 1436, anno in cui fu donato al monastero di S. Severino fino alla fine del Cinquecento. Correzioni e ripassature, note marginali, scritte prove calligrafiche testimoniano che fu continuamente usato e che rimase a lungo in ambiente conventuale. Frate Antonio da Pavia lo possedette nel 1501; a lui probabilmente si deve l'aggiunta della festa di S. Antonio da Padova nel calendario. Non è invece dato sapere come e quando il codice giunse in Lombardia. L'origine del manoscritto è fiorentina, come testimoniano le feste di S. Reparata (8 ottobre) e di S. Zanobi (25 maggio), patroni di Firenze, segnate in rosso sul calendario. Scarso aiuto proviene dal calendario per l'identificazione del monastero benedettino femminile cui apparteneva la committente del codice. Tra le numerose case fiorentine dell'Ordine
1,
le due più probabili sono S. Maria del Monte presso S. Miniato (la festa di questo santo è infatti segnata in rosso) e quella assai più importante, di S. Pier Maggiore; quest'ultima provenienza è più difficile da accertare visto che nel calendario delle feste canoniche quella dei Ss. Pietro e Paolo è comunque importante. Quanto alla decorazione, il manoscritto si rivela un prodotto della bottega di Pacino di Bonaguida, eseguita verso il 1320 in cui lavorò uno specialista di fregi
2.
Questa coperta non è verosimilmente la prima che riveste il manoscritto, redatto nel XIV secolo, periodo incompatibile con l'esecuzione cinquecentesca del manufatto proposto. Inusuale la cornice a sfondo dorato
3. La piastrella raffigurante una coppia di arabeschi circolari, è stata riscaldata ed impressa sul cuoio sul quale l'artigiano ha poi applicato un mordente necessario per l'attecchimento della foglia della foglia d'oro fissata con l'impressione del ferro riscaldato. Per far risaltare il decoro a secco, è stato verosimilmente, ulteriormente ripassato il punzone riscaldato che ha determinato il distacco della foglia d'oro dai motivi in rilievo. Trigramma di Gesù
4 al centro dei piatti. Per la nozione decoro "a losanga-rettangolo", cfr. la segnatura
AB 25. Le iniziali "F R M" indicano il destinatario del volume. Legatura ritenuta veneziana da T. De Marinis
5.
1
FANTOZZI-MICALI - ROSELLI 1980.
2
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 26, pp. 57-58.
3
Segnatura MA 375, dettaglio
Cfr.
DE MARINIS 1960, II, n. 1619, tav. CCLXXIII,
Commissione di A. Barbarigo a Vittorio Michiel, 1489. Venezia, Museo Correr, segnatura 996; ID., II, n. 2182, F. Petrarca,
Canzoniere, ms. membranaceo del secolo XV, Biblioteca Apostolica Vaticana, segnatura Barberini lat. 3649;
RILEGATURE VENEZIANE 1955, tav. VII, n. 13, p. 18.
4
Segnatura MA 375, dettaglio
Per la nozione, cfr. la segnatura
AB 25.
5
DE MARINIS 1960, II, n. 2007 ter.