Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - A 97
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A 97


Missale romanum
ms. membranaceo seconda metà sec. XV, Bergamo, cc. 239, 367x241x70 mm
segnatura A 97
Provenienza: Bergamo, Archivio musicale del Consorzio della Misericordia Maggiore e pervenuto in Biblioteca civica nel 1912 con l'archivio del Consorzio.

A 97 piatto anteriore A 97 piatto posteriore

Riutilizzo di una legatura della fine del XV/inizio XVI secolo, eseguita a Bergamo

Legatura su cui sono stati applicati i piatti di una legatura rinascimentale italiana in marocchino testa di moro, decorato a secco. Tre filetti concentrici. Cornice esterna a ellissi, interna a rettangoli intrecciati con un cerchiello al centro. Specchio a seminato di filetti obliqui intrecciati e cerchielli. Coppia di fermagli, provvisti di graffa e contrograffa rettangolare, con una rosetta tetralobata vuota interna. Dorso a quattro nervi rilevati. Capitelli grezzi. Compartimenti a coppia di filetti obliqui intrecciati e cerchielli negli spazi. Taglio grezzo. Carte di guardia membranacee.

Non sono adeguatamente note le vicende di questo Messale. Un dato che può fornire interessanti elementi di valutazione è l'aggiunta di mano posteriore a f. 2r che indica nel mese di marzo la ricorrenza della consacrazione dell'altare del SS. Pietro apostolo e Quattro Coronati ad opera del vescovo Carlo Boselli. Da documenti anteriori alla metà del Cinquecento, è assodato che S. Maria Maggiore possedeva un altare con tale dedicazione, addossato al pilastro della cupola "a parte sinistra chori" con un polittico di Antonio Boselli del 1509. L'antica provenienza del Messale da S. Maria Maggiore lascia indovinare una committenza da parte del consorzio della Misericordia Maggiore, come confermerebbero anche i dati stilistici che collegano questo codice con gli Antifonari e i Corali commissionati dalla MIA alla bottega di Jacopo de Balsemo1.
Le ellissi2 e la cornice a rettangoli intrecciati3 della coperta, questi ultimi pure presenti su legature rinascimentali bergamasche4, suggeriscono una locale esecuzione del manufatto. Curiosa la foggia interna della contrograffe5. Per la nozione di riutilizzo, cfr. la segnatura A 27.


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CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 77, pp. 194-195.
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segnatura A 97, dettaglio
Segnatura A 97, dettaglio
Motivo di origine antica, noto su di una legatura custodita a Segovia, pare riferibile all'arte copta (GRÜNEISEN 1922, tav. XLIX , LIII); viene ripreso su legature francesi dei primi del Settecento opera di A. M. Padeloup (MICHON 1956, tav. XIII, XIV, XXI; GOTTLIEB 1910, col. 64, tav. 62b) e Augustin Duseuil (LIVRES ET MANUSCRITS 2002, n. 128, Office de la Semaine Sainte latin et françois à l'usage de Rome et de Paris, suivant la Reformation du nouveau Missel, & du nouveau Breviaire Parisien, Paris, Nicolas Pepie, 1712). L'ellisse si manifesta anche su un monumento scolpito di Aosta, attribuito al nono secolo da sir Martin Conway che cita un motivo simile del quinto o sesto secolo nel Museo del Cairo (BURLINGTON MAGAZINE 1919, p. 140). Si veda anche un divisorio del coro in Santa Maria Valle, Cividale, probabilmente dell'ottavo secolo (HASELOFF 1930, tav. 51) e la tavoletta in avorio del duca Ursus nello stesso museo (ID., tav. 79).
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3
segnatura A 97, dettaglio
Segnatura A 97, dettaglio
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4
segnatura Cinq. 6 347-348, dettaglio
Segnatura Cinq. 6 347-348, dettaglio

segnatura Cinq. 6 1647, dettaglio
Segnatura Cinq. 6 1647, dettaglio
Cfr. anche la segnatura Cinq. 7 966.
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5
segnatura A 97, dettaglio
Segnatura A 97, dettaglio
Cfr. la segnatura MA 171.
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