Augustinus, (S.) Aurelius,
Liber soliloquiorum
volgare, ms. membranaceo sec. XV, Veneto, scrittura gotica libraria, cc. 56, 170x110x18 mm
segnatura
MA 124 (già Delta 3 50)
Riutilizzo dei piatti di una legatura della metà (?) del secolo XVII, verosimilmente eseguita a Roma, del genere "a mosaico"
Marocchino rosso decorato in oro e con pasta di cera azzurra. Piatti indeboliti lungo la cerniera. Nastri intrecciati a filetti diritti e curvi, creano compartimenti ornati da rami fronzuti, ovali e volute filigranate, anfore panciute rosette polilobate, monticelli. Al centro del piatto, entro filetti arcuati, un ovale con un'aquila coronata ad ali patenti, sormontato da una corona a cinque punte, sorretto da una coppia di putti. Dorso a quattro nervi rilevati, evidenziati da un filetto orizzontale in testa ed al piede, caratterizzato da motivi ondivaghi fogliati. Capitelli grezzi e rossi. Taglio grezzo. Carte di guardia membranacee. Rimbocchi laterali collocati sopra quelli di testa e di piede, rifilati senza particolare cura.
L'ornamentazione di f. Ir sembra ascrivibile all'Italia settentrionale e databile al primo quarto del secolo XV. È possibile che questo manoscritto sia stato decorato in ambito veneziano da un maestro lombardo: ciò potrebbe altresì spiegare le filigrane francesizzanti distribuite numerose nel testo che all'inizio del Quattrocento erano in uso specie a Pavia
1.
La parte centrale dei piatti di un volume di maggiori dimensioni (in-folio) è stata oggetto di un riutilizzo
2 per il confezionamento di questa legatura, come indica l'interruzione netta del decoro in corrispondenza dei bordi dei piatti. L'impianto ornamentale a nastri intrecciati di tipo "post-fanfare"
3, lo specchio provvisto di "branchages"
4, la coppia di putti tenenti la corona
5, gli ovali filigranati
6, i monticelli
7 lungo la cornice esterna dei piatti ed il margine dei contropiatti indicano un'origine romana. Le anfore panciute
8 e le volute a filigrana
9 rilevate con della pasta di cera azzurra
10, pure presenti su legature seicentesche napoletane
11;
le rosette polilobate
12 ed i rami fronzuti
13 testimoniano l'influsso transalpino sul decoro delle legature romane
14. Questa Biblioteca possiede un'altra legatura seicentesca italiana "a mosaico"
15.
1
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 123, p. 310.
2
Cfr. la segnatura
A 27.
3
Segnatura MA 124, dettaglio
Decorazione utilizzata nel XVII e nel XVIII secolo in Francia e in tutta Europa. Prende a modello lo schema a compartimenti multipli dello stile "à la fanfare". In Francia è caratterizzata da nastri intrecciati, alcuni dei quali a forma di "8", talvolta rilevati con pasta di cera, che delimitano numerosi compartimenti riempiti da volute, volute e fregi filigranati, volute a coda. La decorazione riempie l'intera coperta ed è talvolta delineata da una rotella ornata, secondo uno schema utilizzato nella prima metà del XVIII secolo anche sotto forma di placche grossolane, non sempre di buona fattura, su libri da messa e su almanacchi stampati fra il 1727 e il 1752. Le caratteristiche volute caudate che compaiono su queste placche del XVIII secolo si riallacciano ai loro più lontani modelli: niente altro, tra i restanti motivi, ricorda i ferri del XVI secolo. Con questo grossolano tipo di decorazione a placca, secondo G. D. Hobson
(
HOBSON G. D. 1935, pp. 66, 67-70), si spegne in Francia in modo miserevole la "fanfare", iniziata quasi duecento anni prima. In Italia nelle legature "post-fanfare" prevale uno schema di tipo geometrico con ampi compartimenti e larghi inquadramenti delineati da filetti diritti e curvi. Una fitta decorazione affolla tutte le coperte con volute, volute fogliate, spirali, stelle, palmette. A Roma in particolare, compaiono i tipici ferri di gusto locale: grottesche, perle digradanti, il fiore di "arum". Esempi di questo genere sono numerosi tra le legature eseguite nella bottega dei Rospigliosi. Con la dizione "post-fanfare" si indica pertanto, genericamente un tipo di ornamentazione dei secoli XVII e XVIII caratterizzata da una suddivisione delle coperte in numerosi compartimenti completamente e riccamente decorati, secondo uno schema vario nelle differenti nazioni, ma fondamentalmente derivato dallo stile
francese "à la fanfare".
Il nome francese indica motivi decorativi a forma di tralci ricurvi di olivo o di alloro, in uso in Francia dal 1580 circa ai primi anni Trenta del XVII secolo. Come semplici rami ricurvi compaiono negli scompartimenti delle legature "à la fanfare", delle quali sono elemento caratteristico, mentre ornano le legature correnti di quel periodo, sia al centro dei piatti, intrecciati a corona, sia come angolari, sia sul dorso (
BIBLIOTHÈQUE DE TROYES 1980, n. 20, p. 19). Il termine "branchages" si applica tuttavia anche a decorazioni impiegate occasionalmente per legature del XVIII e XIX secolo, con motivi costituiti da rami curvi e a volute, con foglie dal vero, piene o azzurrate, accostati tra loro a formare le più varie composizioni. Questa Biblioteca possiede tre legature transalpine di queste genere dalle segnature
Cinq. 3 1708;
Cinq. 4 456;
Inc. 2 322.
4
Segnatura MA 124, dettaglio
Segnatura MA 124, dettaglio
Cfr.
LEGATURA ROMANA BAROCCA 1991, n. 68, Roma, raccolta privata.
Il nome francese indica motivi decorativi a forma di tralci ricurvi di olivo o di alloro, in uso in Francia dal 1580 circa ai primi anni Trenta del XVII secolo. Come semplici rami ricurvi compaiono negli scompartimenti delle legature "à la fanfare", delle quali sono elemento caratteristico, mentre ornano le legature correnti di quel periodo, sia al centro dei piatti, intrecciati a corona, sia come angolari, sia sul dorso (
BIBLIOTHÈQUE DE TROYES 1980, n. 20, p. 19). Il termine "branchages" si applica tuttavia anche a decorazioni impiegate occasionalmente per legature del XVIII e XIX secolo, con motivi costituiti da rami curvi e a volute, con foglie dal vero, piene o azzurrate, accostati tra loro a formare le più varie composizioni. Questa Biblioteca possiede tre legature transalpine di queste genere dalle segnature Cinq. 3 708;
Cinq. 4 456;
Inc. 2 322.
5
Segnatura MA 124, dettaglio
Cfr.
VIANINI TOLOMEI 1991, tavola VIII, settima serie di ferri, n. 1 e 2.
6
Segnatura MA 124, dettaglio
Cfr.
LEGATURA ROMANA BAROCCA 1991, n. 56, p. 120,
Breviarium romanum, Antuerpiae, ex Officina Plantiniana, Balt. Moreti, 1655, Roma, collezione privata.
7
Segnatura MA 124, dettaglio
Cfr.
VIANINI TOLOMEI 1991, tavola VIII, seconda serie di ferri.
8
Cfr.
BIBLIOTECA NAZIONALE NAPOLI 1990, fig. 13, Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III, Napoli, segnatura 55.E.22;
LIBRERIA PHILOBIBLON 2004, n. 16, pp. 36-37, Sant'Andrea Avellino,
Lettere scritte dal glorioso S. Andrea Avellino a diversi suoi divoti, date alla luce da' Chierici Regolari di S. Paolo Maggiore di Napoli, e dedicate all'Eminentissimo e Reverendissimo Principe il signor Cardinale Francesco Pignatelli, Napoli, nella stamperia di Novello de Bonis stampatore arcivescovile, 1731-1732.
9
Segnatura MA 124, dettaglio
Schemi di fregi a filigrana
A filigrana viene detto il ferro, e per estensione il motivo, caratterizzato da tratti punteggiati, che compare e si diffonde in Francia nei primi decenni del XVII secolo.
10
Cfr. la segnatura
A 100.
11
LIBRERIA PHILOBIBLON 2004, n. 16, pp. 36-37,
Lettere scritte dal glorioso S. Andrea Avellino a diversi suoi divoti, date alla luce da' Chierici Regolari di S. Paolo Maggiore di Napoli, e dedicate all'Eminentissimo e Reverendissimo Principe Signor Cardinale Francesco Pignatelli…, Napoli, nella stamperia di Novello de Bonis stampatore arcivescovile, 1731-1732.
12
Segnatura MA 124, dettaglio
DE CONIHOUT 1997, Illustration 6,
La lumière, Paris, P. Rocolet, 1657, Aix-en-Provence, segnatura Rés O 143. Fregio pure presente su legature inglesi della seconda metà del secolo XVII (NIXON 1978, n. 73, p. 36, E. Walzer, Poems, London, 1668, London, British Library, segnatura C.28.e.7; n. 74, p. 37, A. Littleton,
Linguae latinae liber dictionarius, London, 1678, London, British Library, segnatura 67.e.9).
13
Segnatura MA 124, dettaglio
BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE 2002, n. 80, p. 195, Marcus Tullius Cicero,
Epistolarum ad familiares libri XVI, Paris, Jean Bienné, 1572, segnatura L.P. 83.
14
QUILICI 1991, p. 16.
15
Segnatura
MA 154.