Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - A 100
A 100
Ioannes Baptista Albrici
ms. cartaceo sec. XVIII (19 agosto 1743) a Bergamo, cc. 7 nn. + 3 bianche, 286x210x20 mm
segnatura
A 100
Legatura della metà del secolo XVIII, eseguita a Bergamo, del genere "a mosaico"
Marocchino di color vinaccia, decorato in oro, lega d'oro ed a mosaico. Coppia di cornici concentriche, caratterizzate da margini a gigli stilizzati in lega d'oro ed in oro, rilevate centralmente con della pasta di cera (?) di colore bruno.Al centro dei piatti, un piccolo fregio a losanga. Un fiorone negli angoli. Dorso liscio. Capitelli assenti. Carte di guardia bianche. Taglio grezzo. Rimbocchi rifilati senza particolare cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.
La natura locale del manoscritto suggerisce un'origine bergamasca della legatura. L'impianto ornamentale a coppia di cornici concentriche e fioroni
1 accantonati, richiama per certi versi, il decoro seicentesco transalpino "à la Du Seuil"
2- alcune legature
3 coeve così decorate sono presenti in questa Biblioteca-, mentre l'utilizzo dell'economica tecnica a colore
4 nelle cornici e l'alternato utilizzo della lega d'oro e dell'oro nelle cornici, conferiscono un maggior rilievo all'impianto ornamentale.
1
Segnatura A 100, dettaglio
Segnatura
A 101, dettaglio
Bibliografia:
MUSEE CONDE- CHATEAU DE CHANTILLY 2002, n. 30, pp. 76-77, Nicolas Sanders,
Les Trois livres du docteur Nicolas Sanders contenant l'origine et progrez du scisme d'Angleterre, s.l., 1587.
2
Schema di legatura "à la Du Seuil" (
MACCHI F. - MACCHI L. 2002, p. 150).
Questa decorazione è caratterizzata da due cornici, costituite ciascuna da una cornice "à l'ancienne". La prima cornice forma un'inquadratura che delimita all'esterno i piatti, mentre la seconda è posta all'interno dei piatti, a metà distanza circa dal centro. Gli angoli esterni della cornice interna sono arricchiti ciascuno da un fregio floreale, talvolta filigranato, di forma romboidale, da un simbolo araldico o da un monogramma. Al centro figurano spesso le armi del possessore. A questo tipo di legatura, che ebbe molto successo durante tutto il XVII secolo sia per l'eleganza sia per la rapidità di esecuzione, molto imitata anche in Italia, ma che era nota fin dal XVI secolo, venne dato in seguito erroneamente il nome di "décor à la Du Seuil", dal nome del legatore francese Augustin Du Seuil che l'aveva semplicemente rimessa in onore, molto tempo dopo la sua prima comparsa. Legatore francese (1673-1746), dal 1717 "relieur du Roy", apprezzato per la perfezione del corpo dei libri da lui prodotti, la qualità dei marocchini e la bellezza delle sue dorature. A lui si devono alcune tra le più prestigiose legature a mosaico del secolo XVIII. Riportò in auge un ornamento abbandonato nel Seicento: l'inquadramento con due cornici concentriche, costituite ciascuna da tre filetti incrociati agli angoli. Si trattava comunque di una reinterpretazione personale che prevedeva qualche modifica nei filetti (disposti a distanza regolare in luogo di quelli "à l'ancienne", e soprattutto negli angoli, dove l'originario ferro aldino era sostituito da un piccolo ferro talvolta romboidale del tipo "Le Gascon", con motivi araldici o con monogrammi.
3
Segnature
Antisala E Fila II 48 e
Cinq. 1 237- Cinq. 1 239.
4
Segnatura A 100, dettaglio
Il disegno, tracciato a secco o in oro con ferri da doratura, viene riempito di colori a base di cera. Questa tecnica viene assimilata al mosaico ma la definizione esatta è decorazione a cera. Spesso le legature così decorate vengono anche impropriamente chiamate "legature laccate". Tipico delle legature del secolo XVI, specie con decorazione a piastra ad intrecci policromi (celebri sono le legature rinascimentali lionesi e parigine ad "entrelacs" colorati a cera), questo tipo di decorazione è stato impiegato anche nei secoli successivi ma poi gradualmente abbandonato per la fragilità del colore, che si scrosta facilmente. Il mosaico con cere colorate, di più facile esecuzione, lascia a lavoro finito un lieve ma percettibile rilievo sulla parte trattata. Questa tecnica prevale nel XVI secolo, specie in Francia ove fu a poco a poco abbandonata nel corso del XVII secolo.