Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 1 237-239
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Cinquecentina 1 237-239


Egnazio, Gio Battista, De exemplis illustrium virorum venetae ciuitatis atque aliarium gentium, Parigi, ed. Bernardo Torresano, tip. Maurice Menier, 1554, 3 volumi, 116x68x18 mm
segnature Cinq. 1 237, Cinq. 1 238, Cinq. 1 239
Provenienza: F. Soliero.
LE CINQUECENTINE 1973, p. 126.

Cinq. 1 237-239 piatto anteriore Cinq. 1 237-239 piatto posteriore

Serie di tre legature del secolo XVII, eseguite in Francia (Parigi?) per Jérôme Duodo

Marocchino rosso decorato in oro. Due coppie di cornici "à l'ancienne": nell'interstizio, cerchielli alternati a losanghe stilizzate filigranate ed a rosette quadrilobate. Fiorone e grottesca, rispettivamente accantonati esterno ed interna. Al centro dei piatti, le armi di Jérôme Duodo. Dorso a quattro nervi rilevati. Nel secondo compartimento, compare la scritta "I.B./EGNA/TIVS/I." ("I.B./EGNA/TIVS/II., I.B./EGNA/TIVS/III". negli altri volumi); in quelli rimanenti, il monogramma complesso del destinatario, "E.H.I.M.N."(HIERONIMVS) entro una cornice a filigrana. Labbro decorato con un motivo ondivago. Taglio dorato e marmorizzato. Carte di guardia bianche, e marmorizzate del genere "a pettine diritto". Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.

Legature eseguite per Jérôme Duodo (1602-1660)1. Figlio di Louis Duodo (1563-1613), capo del Consiglio dei Dieci, e di Elisabetta Tiepolo sposata nel 1589, da cui ebbe tre figli: Louis, nato nel 1624, Claire, nata nel 1624 sposata con il patrizio Angelo Barbarigo, et Pierre, nato nel 1626. Diventò senatore nel 1656. Fece portare a grandi spese sull'altare di famiglia nella chiesa di S. Maria Zobenigo, la reliquia (un braccio) di Santa Giustina, dono del cardinale Pietro Ottoboni. Portò da Roma anche altre reliquie di S. Mattia, Sant'Agata, Sant'Apollonia e Sant'Aurelia ricevute da Papa Innocenzo X.
La cornice "à l'ancienne"2, la rosetta a filigrana nella cornice3, il monogramma4 complesso sul dorso, il decoro ondivago del labbro5 e le carte di guardia del genere "a pettine diritto"6, orientano verso un'origine seicentesca francese.
La decorazione è quella "à la Du Seuil"7, di genere arricchito per il decoro presente nell'interstizio. Il fregio filigranato a losanga8 si manifesta anche su legature vaticane9 eseguite dalla bottega Andreoli, attiva dal 1630 al 1700 ca. Questa Biblioteca possiede un'altra legatura transalpina seicentesca così ornata10.


1
BOULAND 1925, pp. 175-181
BOULAND 1925, pp. 175-181, A. Annaei Lucani Pharsalia, sive de bello civili Coesari et Pompei. Libri X. Ex emendatione V. C. Hugo Grotius, Amstelodami, Apud Joannem Jansonium, 1636, piccolo in-ottavo, in marocchino rosso.
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2
segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Genere caratterizzato da due filetti ravvicinati e uno scostato, in uso su legature transalpine sin dalla metà del XVI secolo, tipici delle decorazioni a compartimenti e "à la fanfare".
Questa Biblioteca custodisce alcune legature così ornate (cfr. le segnature Cinq. 1 2309 - Cinq. 1 2312; Cinq. 7 218; Cinq. 6 686-687).
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3
segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Cfr. MUSEE CONDE - CHATEAU DE CHANTILLY 2002, n. 10 Preces Biblicae. Ad illustrissimum V. Henricum Ludovicum Habertum Montmorum…N. Jarry scripsit, ms. membranaceo del 1641, legatore Antoine Ruette; n. 14, Marin Cureau de la Chambre, Les Charactères des passions, Paris, Pierre Rocolet & P. Blaise, 1640, "atelier Rocolet"; n. 23 Marin Cureau de la Chambre, Les Charactères des passions, volume III. De la haine et de la douleur, Paris, Pierre Rocolet, 1659, "atelier Rocolet"; n. 24, Marin Cureau de la Chambre, Les Charactères des passions. Dernier volume. Où il est traité de la nature des causes et des effets des larmes, de la crainte, et du desespoir, Paris, Jacques d'Allin, 1662, "atelier Rocolet". Tale fregio compare pure su legature inglesi della seconda metà del secolo XVII, come evidenzia l'esemplare appresso raffigurato su testo The Lively Oracles given to us, Oxford, The Theatre, 1678, Milano, collezione privata.
Cfr. anche NIXON 1974, n. 56, D. Loggan, Oxonia illustrata, London, 1675, Londra, British Library, segnatura 128.h.10.

The Lively Oracles, Milano, collezione privata
The Lively Oracles, Milano, collezione privata.

The Lively Oracles, dettaglio, Milano, collezione privata
The Lively Oracles, dettaglio, Milano, collezione privata.

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4
segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Il monogramma costituisce un'ornamentazione composta dalle iniziali di un nome e di un cognome, riunite in un solo segno grafico. Se costituito da due lettere, per esempio "HD" (Henri e Diane), viene chiamato più propriamente digramma; da tre lettere, come "ihs" (o "JHS", per "Jehsus"), trigramma; da quattro lettere, come "IAD" (Jacques-Auguste de Thou), tetragramma. Monogrammi incisi su metallo compaiono su cantonali, borchie e fermagli nel periodo gotico e rinascimentale, soprattutto in area nordica. Il riferimento ha solitamente carattere religioso: comuni il monogramma costantiniano in lettere greche "XP" per Christos, il trigramma "JHS" per Jehsus, "M" per Maria.
In seguito, e particolarmente nel XVIII e nel XIX secolo, il monogramma diventa segno di possesso su libri propri o di offerta; di solito esso viene impresso in oro sulla coperta o sul dorso dei volumi. Spesso le lettere sono intrecciate, così da formare complesse composizioni. Ricordiamo, a questo proposito, i celebri monogrammi di Enrico II di Francia, Diana di Poitiers ("HD"), Caterina de' Medici ("HC") e del bibliofilo Tommaso Mahieu o Maioli ("TDM").
Monogrammi semplici o complessi che affiancano lo stemma del possessore del libro si diffondono in Francia verso il 1550 circa; avranno fortuna per un secolo circa, mentre in Italia, nello stesso periodo, sono piuttosto rari. Ritorneranno in uso in tutta Europa e anche in Italia nel XIX secolo, sotto forma di eleganti intrecci di lettere nello stile grafico del tempo, spesso coronati, impressi in oro o ricamati su seta o su velluto; più raramente sotto forma di preziose lavorazioni in argento su piccoli libri devozionali.
Cfr. ADAMS 1998; HOBSON G. D. 1926, pp. 57-58, n. 2; HOBSON G. D. 1988 A, pp. 412-421.

Schemi di monogrammi intrecciati di Enrico II e Caterina de’ Medici (in alto) e di Enrico II e diana di Poitiers (in basso)
Schemi di monogrammi intrecciati di Enrico II e Caterina de' Medici (in alto) e di Enrico II e diana di Poitiers (in basso) (MACCHI F. - MACCHI L. 2002, p. 314).
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5
segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
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6
segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Cfr. QUILICI 1989, n. 77, Pierre Annat, Apparatus ad positivam theologiam methodicus; in quo jam reviso multumque ditato, clara, brevis, et expedita delineatur idea…Editio secunda accuratior et auctior, Parisiis, Apud Nicolaum Couterot via Jacobea ad Ciconias, 1705, Roma, Biblioteca Casanatense, segnatura EE.XII.33.
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7
Cfr. la segnatura A 100.
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8
segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 237, dettaglio
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9
RUYSSCHAERT 1991, fig. 3, p. 28, Biblioteca Apostolica Vaticana, segnatura ms. Reg. Lat. 1353.
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10
Segnatura Cinq. 6 686-687.
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