Valerius Maximus, Caius,
Facta et dicta memorabilia, comm. Oliverius Arzignanensis, Venezia, [Filippo Pincio], 1494, 324x209x53 mm
segnatura
Inc. 4 338 (già P 3 3)
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 1221, p. 335.
Legatura della fine del secolo XV, eseguita a Bergamo, del genere (impropriamente) "monastico"
Banda di cuoio bruno dal fiore parzialmente scomparso e con parziale perdita di sostanza, su assi (parzialmente assente quella anteriore), decorato a secco. Quattro rettangoli disposti verticalmente, caratterizzati da una coppia di filetti intrecciati: negli spazi così formati, ellissi entro un margine circolare continuo. Tracce di una coppia di fermagli: impronta delle contrograffe pentalobate. Dorso a tre nervi rilevati in pelle allumata, entro incavi rettangolari collocati lungo il bordo dei piatti. Capitelli e taglio grezzi. Compartimenti caratterizzati da una coppia di filetti incrociati: negli spazi così creati, un dischetto. Carte di guardia bianche.
I motivi a ellisse
1 (di origine copta
2, presenti sulle legature romaniche
3 eseguite nei secoli XI-XIII, evidenziati anche in legature rinascimentali romane [
DE MARINIS 1960, I, n. 923, tav. CLVII, Mambrino Roseo,
Vita di Marco Aurelio, Roma, Cartolari, 1542, coll. Malvezzi de Medici] e curiosamente ripresi ancora nel secolo XVIII dal legatore parigino Antoine Michel Padeloup
4), notati su di una legatura bergamasca
5 del tempo, suggeriscono un'esecuzione orobica della coperta. Per la nozione di legatura del genere "monastico", cfr. la segnatura
MA 144. L'impronta delle contrograffe ne evidenzia la foggia pentalobata
6. Volume ritenuto bergamasco da T. De Marinis
7.
1

Segnatura Inc. 4 338, dettaglio
2
HOBSON G. D. 1988, fig. 9, p. 81.
Per la nozione, cfr. la segnatura
A 97.
3
Per la nozione, cfr. la segnatura
MA 183.
4
BRESLAUER 111, n. 10,
Prières pour dire le matin pendant la Sainte Messe et pour le soir, 1713, ms.
5

Segnatura
A 97, dettaglio
6

Segnatura Inc. 4 338, dettaglio
7
DE MARINIS 1960, III, n. 2879.