Cicero, Marcus Tullius, Epistolae ad familiares, Parma, Andrea Portilia, 1482, 308x203x43 mm
segnatura Inc. 4 227 (già O 4 32)
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 381, p. 112.



Legatura della fine del secolo XV, eseguita in Italia, del genere "a losanga-rettangolo"

Marocchino castano dal fiore diffusamente scomparso, su assi, decorato a secco. Tre filetti concentrici. La cornice a piastrella, raffigura un motivo pentalobato centrale, entro una coppia di steli arcuati con una sovrastante corolla stilizzata. Al centro dei piatti, un motivo cruciforme costituito da barrette incrociate, ripetute negli angoli entro una coppia di filetti a quarto di cerchio. Tracce di due fermagli: bindelle in pelle allumata rivestite in cuoio e contrograffe a rosetta, un tempo. Dorso a tre nervi rilevati, in pelle allumata, tagliata a metà, alloggiati entro incavi rettangolari lungo il margine dei supporti lignei. Aletta verticale di rinforzo in carta stampata. Capitelli e taglio grezzi. Compartimenti caratterizzati da un seminato di losanghe. Rimbocchi del cuoio sui contropiatti, rifilati con estrema cura; negli angoli, linguette vuote. Carte di guardia bianche, con una filigrana caratterizzata da un giglio bocciolato.

I motivi della cornice¹ ed a quarto di cerchio² accantonati, correnti, non informano sull'origine del volume. Per la nozione di decoro "a losanga-rettangolo", cfr. la segnatura AB 25. Se le bindelle in cuoio allumato rivestito in cuoio³ sono correnti per l'epoca, meno frequenti sono le contrograffe a rosetta⁴. Il minaccioso disegno inchiostrato⁵ sul piatto posteriore, sembra forse riferirsi allo scongiuro contro il furto del volume⁶, ritenuto toscano da T. De Marinis⁷.