Filelfo, Francesco, Epistolae, Venezia, Bernardino de' Cori, 1489, 313x211x28 mm
segnatura Inc. 3 192 (già A 4 13)
Provenienza: frate Giacomo, Bergamo.
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 514, p. 144.



Legatura della fine del secolo XV, eseguita in Italia, del genere (impropriamente) "monastico"

Lacerti di cuoio rivestiti da un lembo di carta nocciola su assi. Piatti indeboliti lungo le cerniere. Tracce di tre fermagli: incavi rettangolari destinati ad accogliere le bindelle e contrograffe pentalobate dal margine zigrinato, con finestrella di aggancio laterale e tre fori ornamentali interni. Dorso a tre nervi rilevati, in pelle allumata tagliata a metà e ricamata, collocati entro fori rettangolari lungo i piatti. Capitelli grezzi, spezzati, con l'anima circolare in cuoio che prosegue sui piatti. Taglio grezzo. Carte di guardia bianche.

La nota di possesso di frate Giacomo¹, non informa sul luogo di realizzazione del manufatto. Sul recto della seconda carta di guardia anteriore, la scritta di proprietà riferibile a Giovanni Simone² ed ai suoi amici, richiama una consuetudine rinascimentale rilevata anche su alcuni volumi³ di questa Biblioteca. L'annotazione sul recto della seconda carta di guardia posteriore, evidenzia il 26 febbraio 1532⁴ quale data di esecuzione "ad quem" del manufatto. Coperta originale: i rimbocchi del cuoio hanno lasciato l'impronta sulle carte di guardie coeve⁵. Secondo le aspettative per le coperte italiane coeve, le bindelle con fissaggio sul piatto anteriore, qui scomparse e testimoniate dall'incavo⁶ praticato nel quadrante e le contrograffe pentalobate⁷. I volumi costituivano in passato anche il supporto per utilizzi personali, qui costituiti da conteggi⁸. Il materiale di copertura parzialmente scomparso, consente l'osservazione dell'anima dei capitelli che prosegue nei solchi⁹ praticati nei piatti. Per la nozione di legatura del genere "monastico", cfr. la segnatura MA 144.