Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - INCUNABOLO 2 193
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Incunabolo 2 193


Baptista de Salis, Summa casuum conscientiae. [Segue:] Sixtus PP. IV, Etsi dominici gregis, Novi, Nicolò Girardengo, 1484, 221x145x66 mm
segnatura Inc. 2 193 (già O 9 36)
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 180, p. 60.

Inc. 2 193 piatto anteriore Inc. 2 193 piatto posteriore

Legatura della fine del secolo XV, verosimilmente eseguita nell'Italia settentrionale, del genere (impropriamente) "monastico"

Banda di cuoio marrone, spellato, su assi decorato a secco. Piatti indeboliti lungo le cerniere. La cornice a piastrella, raffigura motivi a lira. Specchio provvisto di doppie rosette gotiche a base circolare, delimitate da un fascio di filetti obliquo. Tracce di due fermagli: bindelle un tempo, e contrograffe lanceolate sul piatto posteriore. Dorso rivestito da un lembo di carta, a due nervi rilevati, in pelle allumata, tagliata a metà e ricamata, collocati entro incavi rettangolari lungo il margine delle assi. Capitelli grezzi con anima in cuoio che prosegue nei piatti. Taglio grezzo, di colore rosso mattone. Carte di guardia bianche: della filigrana si vedono solo le corna di un toro.

Le doppie rosette gotiche1, di reminiscenza germanica, suggeriscono un'origine settentrionale2 della legatura. Corrente per il periodo, la cornice a lira3. Per la nozione di legatura del genere "monastico", cfr. la segnatura MA 144. Caratteristiche per il periodo, le impronte delle contrograffe lanceolate4, verosimilmente asportate per lo sfregamento di cui erano all'origine rispetto ai volumi contigui, collocati in posizione verticale nella teca, ed i nervi in pelle allumata e ricamata5.


1
segnatura Inc. 2 193, dettaglio
Segnatura Inc. 2 193, dettaglio
Motivo di dimensioni variabili da pochi mm a 5 cm, molto frequente nel periodo gotico: è formato da una corona, semplice o multipla, di cinque o più petali, di solito ben delineati tra loro. Incisa in cavo e posta su una base geometrica rotonda, meno frequentemente romboidale o quadrata, era impressa a secco negli angoli, qua e là come elemento decorativo, ripetuta a distanza regolare nelle cornici oppure inserita nelle grandi losanghe formate da filetti. Piuttosto rara in Italia, compare con maggior frequenza nelle legature francesi, in quelle inglesi (tipica la rosa dei Tudor: doppia corona di 5 petali con accenno a bilobatura, tra loro ben distinti, talvolta separati da un sottile pistillo e circondata dall'iscrizione "hec rosa virtutis de celo missa sereno eternu florens regia sceptra ferens") e soprattutto nelle legature di area germanica. A conferma dell'uso tedesco della rosetta, Ilse Schunke (SCHUNKE 1979, pp. 251-277) presenta ben 703 varianti, impresse a secco, su incunaboli tedeschi. La rosa era simbolo della primavera e ornamento del paradiso; le rose rosse erano il simbolo dei martiri. Sotto forma di "rosa caritatis", la rosa era il fiore più frequentemente associato a Maria. La pluralità di allegorie, anche con significato profano, spiega il frequente uso di questo fregio.
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2
HOBSON A. – QUAQUARELLI L. 1998, n. 55, Libro di conclavi all'illustrissimo … Cardinale Bolognetti, ms. cartaceo del 1584, Bologna Biblioteca universitaria, segnatura ms. 1856.
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3
segnatura Inc. 2 172, dettaglio
Segnatura Inc. 2 172, dettaglio
Per la nozione, cfr. la segnatura A 42.
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4
segnatura Inc. 2 172, dettaglio
Segnatura Inc. 2 172, dettaglio
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5
segnatura Inc. 2 172, dettaglio
Segnatura Inc. 2 172, dettaglio
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