Plato,
Omnia opera cum comm. Procli in Timaeum et Politica, cur Io. Oporinus, Basilea, Io. Walder, 1534, 337x210x77 mm
segnatura
Cinq. 6 648
LE CINQUECENTINE 1973, p. 275.
Provenienza: Marco Moroni; Bergamo, Cappuccini.
Legatura del secondo quarto del secolo XVI, eseguita a Roma
Marocchino oliva dalle diffuse spellature, decorato a secco ed in oro. Piatti indeboliti lungo le cerniere. Angoli ricurvi e sbrecciati. Due coppie di cornici a secco, rilevate con altrettante coppie di riquadri dorati. Al centro dello specchio, uno stemma cancellato entro motivi ad arabesco pieno. Tracce di quattro bindelle in tessuto marrone. Dorso scolorito, a quattro nervi rilevati, alternati a cinque mezzi nervi apparenti. Alette membranacee orizzontali di riutilizzo. Materiale di copertura parzialmente mancante. Capitelli grezzi. Nel secondo compartimento, un tassello in cuoio marrone recita "PLATONIS/OPERA/GRAECA"; in quelli rimanenti, una coppia di corolle azzurrate addossate. Taglio rosso. Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.
Il motivo accantonato
1 e la foglia piena dall'estremità allungata
2, pure utilizzati dal legatore vaticano rinascimentale Marcantonio Guillery
3, suggeriscono un'origine romana della coperta. La corolla azzurrata
4 al centro dei compartimenti del dorso e le foglie azzurrate circostanti
5 sono state impresse successivamente alla realizzazione del manufatto: compaiono nel decoro di legature settecentesche bergamasche
6. Il cuoio del dorso, scolorito per la prolungata esposizione alla luce, lacerato, consente l'osservazione del doppio nervo ricamato
7 e delle catenelle
8. Frequente il riutilizzo di alette membranacee
9 come qui esemplificato. Marocchino di ottima qualità. Volume appartenuto a Marco
Moroni
10 e alla biblioteca dei Cappuccini
11 in Bergamo.
1

Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
Cfr.
DE MARINIS 1960, III, n. 2982,
Dione historico, Venezia, 1533, Guglielmo Libri,
Monuments inédits ou peu connus, faisant partie du cabinet de Guillaume Libri et qui se rapportent à l'histoire des arts du dessein, considérés dans leur application à l'ornement des livres, Londres, Dalau, 1862, 45,3;
HOEPLI 1928, n. 154, tav. LXII, Claudianus,
Opera, Firenze, eredi Filippo Giunta, 1519;
MONTENZ 2007, n. 16, Xenophontos Apanta,
Hoc est,
Xenophontis opera omnia, in tres partes distincta, s. l., s. s., 1540.
2

Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
Cfr.
HOBSON 1975, tav. XIX (b); Milano, Biblioteca nazionale Braidense,
Pastoralis divi Gregori papae, Parigi, Carole Guillard, 1542, segnatura F.XIII 53. Coppia di legature eseguite dal legatore rinascimentale vaticano Niccolò Franzese per il papa Giulio III.
3
HOBSON A. 1975, tav. XIX (b), Bembo,
Lettere, Roma, Fratelli Dorico, 1548, Stoccolma, Barone Victor von Stedingk.
Cfr. anche Biblioteca Casanatense 1995, I, n. 173, II, fig. 497, Giovanni Boccaccio.
Insigne opus de Claris Mulieribus, Berne, Helvet, Mathias Apiarius, 1559, Roma, Biblioteca Casanatense, segnatura Rari, 1063. Legatore francese, nacque verso il 1510 e fu il più giovane tra i maestri legatori rinascimentali vaticani maggiormente noti (gli altri due erano Mastro Luigi e Niccolò Franzese); viene identificato da I. Schunke come Maestro Farnese. La sua attività principale fu quella di tipografo e libraio: tuttavia gli stretti rapporti con gli stampatori Dorico fecero sì che alternasse all'attività principale quella, marginale, di legatore. A differenza di Niccolò Franzese, che rimase sempre radicato nella tradizione d'oltralpe, Guillery rivela un forte gusto romano, che manterrà lungo l'arco della sua produzione, databile fra il 1540 e gli anni Sessanta del secolo. Le 71 legature Canevari costituiscono il 70% circa di quelle da lui realizzate, quasi la metà di quelle pervenuteci. Egli rilegò non più
di una trentina di volumi al di fuori della collezione Canevari di Apollo e Pegaso: una produzione sorprendentemente modesta per un legatore della sua abilità e del suo gusto, che lavorò per oltre 20 anni. Di Guillery sono note anche una decina di legature di piccolo formato pronte per la vendita, conosciute come "miniature bindings" (1546 1565). Tra i fregi più caratteristici impiegati da Guillery, ricordiamo una coppia di delfini addossati con una palmetta sovrastante, quattro piccole foglie stilizzate disposte a formare un rombo, un disegno formato da tre quarti di cerchio accoppiati e contrapposti, una palmetta, barrette ricurve intrecciate, due archetti addossati, una fiamma. Tra le biblioteche e i musei italiani e stranieri che custodiscono legature di Guillery figurano: la Biblioteca dei Padri Gerolamini di Napoli (18), la Biblioteca civica Berio di Genova (1), il Museo Civico di Padova (1), la Biblioteca Casanatense di Roma (2), la John Rylands University Library di Manchester (2), la Pierpont
Morgan Library di New York (3), la Biblioteca Wittockiana (3), la Biblioteca Trivulziana di Milano (1) e la Biblioteca Ambrosiana di Milano (1).
4

Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
Questa Biblioteca possiede una legatura rinascimentale italiana (cfr. la segnatura
Cinq. 6 532), pure ornata con un analogo fregio (cfr. la riproduzione "infra").

Segnatura
Cinq. 6 532, dettaglio
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Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
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Segnatura
AB 57, dettaglio

Segnatura
Sala 1 C 7 23.

Segnatura
MA 640.
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Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
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Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
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Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
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Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio
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Segnatura Cinq. 6 648, dettaglio