Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - SALA 1 C 7 23
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Sala 1 C 7 23


Osservazioni in risposta alla consultazione del signor avvocato Carlo Marocco ed alla relazione peritale del signore ingegnere Anastasio Calvi
Bergamo, tipografia Crescini, 1821, 315x224x23 mm
segnatura Sala 1 C 7 23

Legatura della prima metà del secolo XIX, verosimilmente eseguita a Bergamo

Cuoio verde e nocciola, marmorizzato, decorato in oro. Cornice a due filetti decorata esternamente a catenella, internamente a foglie mosse. Specchio marmorizzato. Dorso liscio. In testa, su un tassello in cuoio marrone, compare la scritta "DIRITTI/ DI /BERGAMO/ SULLE/ ACQUE"; in quelli rimanenti, un decoro a squame di pesce. Capitelli grezzi. Taglio dorato brillante. Labbro decorato con ellissi tra loro collegate. Rimbocchi rifilati senza particolare cura; labbri laterali al di sopra di quelli di testa e di piede. Carte di guardia marmorizzate, policrome, del genere "caillouté" e bianche. Un segnacolo in tessuto violaceo.

Il carattere locale del testo e l'assenza di fregi noti, suggerisce un'origine bergamasca della legatura. Il ricco decoro riposa più sul contrasto del cuoio marmorizzato nocciola rispetto al cuio verde che non sulla cornice dorata, dalla misurata ornamentazione. Le squame di pesce del dorso, costituiscono un motivo piuttosto frequente sin dal secolo XVII, in particolare nelle legature romane eseguite nella seconda metà di quel secolo. Esse si presentano sotto forma di una serie di elementi semicircolari, con o senza cerchietto al centro, giustapposti, inscritti in cartelle, riquadri, negli angoli in quarti di cerchio e nelle parti mediane del campo entro un semicerchio. Un "Maestro delle squame di pesce" è identificabile nei fratelli romani Gregorio e Giovanni Andreoli, noti anche come "Rospigliosi binders". Analoghi motivi composti da elementi semicircolari sovrapposti, a squama di pesce, si trovano in legature spagnole del secolo XVI.


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