Lambertus Hortensius Monfortius,
In XII libros Aeneidos; Nascimbene Nascimbeni, In priorem epopeiae partem; Cristoforo Landino,
Camaldulensium disputationem liber, Basilea, Seb. Henricpetri 1577, 320x195x70 mm
segnatura
Cinq. 5 846
LE CINQUECENTINE 1973, p. 399.
Legatura del secolo XVII, eseguita in Francia, alle armi del duca Henri II d'Orléans–Longueville
Bazzana dalle diffuse spellature con un'ampia gora bruna in testa al piatto anteriore, decorata in oro. Supporto indebolito al pari dei piatti lungo le cerniere. Cornice a volute, provvista ai margini, di un decoro a "dente di topo". Angoli ricurvi, parzialmente sbrecciati. Al centro dello specchio, le armi di Henri II d'Orléans–Longueville (65x50 mm) su uno sfondo a seminato di gigli di Francia entro losanghe costituite da tre cerchielli accorpati, decoro ripetuto nei compartimenti del dorso a quattro nervi rilevati, tranne il secondo in cui campeggia l'iscrizione VIRGILII OPERA. Capitelli bianchi e nocciola. Taglio dorato opaco. Carte di guardia posteriori con una filigrana a forma di scudo nobiliare. Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede. Contropiatti rivestititi da una carta marmorizzata del genere "à petit pigne".
Esemplare alle armi di Henri II d'Orléans –Longueville, nato il 29 aprile 1595, principe sovrano di Neuchâtel, fu gratificato di questo titolo 11 giorni dopo la nascita, da lettere dell'8 maggio del governo di Picardia, a condizione che suo zio lo esercitasse durante la sua minore età, circostanza confermata da altre lettere del 30 maggio 1613. Questa dignità durò fino al 1619, anno in cui il re gli affidò il governo della Normandia. Nel 1633 fu creato Cavaliere dell'Ordine del re e comandò valorosamente le armate situate in Lorena, nella Franche-Comté, in Germania ed in Italia, ove conquistò diverse città. Fu il primo plenipotenziario di Francia a Munster per trattare la pace nel 1644. Fu arrestato il 18 gennaio 1650 con i principi di Condé & Conti e messo in libertà il 15 febbraio dell'anno seguente. Il re Luigi XIV attraverso le lettere patenti date a Parigi nel mese di aprile 1653 che confermarono quelle di Carlo IX del 1571, dichiarò di riconoscere Henri, duca di Longueville come principe del
suo sangue: lui, i suoi figli ed i successori legittimi diretti discendenti dovevano pure essere riconosciuti come tali, per discendere dalla casata d'Orléans. Queste lettere e quelle precedenti non furono tuttavia mai registrate. Morì a Rouen il 11 maggio 1663. Sposò in prime nozze il 30 aprile 1617 Louise de Bourbon († 9 settembre 1637), figlia di Charles, conte di Soissons, Grand Maestro di Francia e di Anne di Montasier che gli diede due figli deceduti prematuramente, e Maria d'Orléans, sposata con Henri II di Savoia, duca di Nemours. La sua seconda moglie Anne–Geneviève de Bourbon († 15 aprile 1679), figlia di Henri Principe di Condé e di Charlotte-Marguerite de Montmorency, sposata il 2 giugno 1642, lo rese padre di due figli che gli succedettero e di due figlie trapassate in bassa età. Ebbe pure da Jacqueline d‘Illiers, badessa di Saint Avi presso Châteaudun, poi di Bonlieu au Maine che viveva ancora nl 1650, una figlia naturale di nome Angélique-Charlotte d'Orléans. Fu legittimata nel mese
di maggio 1634 e dotata dell'abbazia di San Pietro di Reims di cui prese possesso il 27 febbraio 1645, poi quella di Maubusson nel mese di giugno 1653 in cui morì il 16 luglio 1664 all'età di 47 anni.
Il ricco impianto ornamentale "a seminato"
1 della legatura è inusuale: la sua biblioteca consisteva prevalentemente di volumi alle armi, provvisti di un decoro semplificato
2. Da notare la per il periodo, la caratteristica cornice a dente di topo
3. I gigli di Francia confermano, come per un'altra legatura seicentesca francese
4 di questa Biblioteca, l'appartenenza ad un membro della casata dei Borbone. In linea con le aspettative, l'utilizzo di bazzana
5 quale materiale di copertura, come testimonia la grana tenera, malgrado il ricco decoro. Una legatura -pure raffigurata in altro esemplare su testo
Notitia imperii romani segnalato da Roger Devauchelle
6- su testo
Dionysii Alexandri F. Halicarn. Antiquitatvm rom. libri xi, Parisiis, Eusthatius Mignon sibi & Henrico Stephani, MLXXXVIII, 336x210x50
mm, il cui specchio è analogamente decorato tuttavia provvista di una diversa cornice esterna
7, è custodita in una collezione privata milanese. Conformemente alle consuetudini del periodo, il tassello reca il titolo dell'opera realizzato con la singola impressione delle lettere
8. Gustave Brunet
9 segnala una legatura seicentesca francese eseguita per la duchessa di Longueville. I soli contropiatti rivestiti da una carta di guardia del genere "à petit peigne"
10, assente invece quale carta di guardia, testimoniano il costo ancora elevato in quel periodo
11.
1

Segnatura Cinq. 5 846, dettaglio
Per la nozione, cfr. la segnatura
MA 113.
2
FURSTENBERG 1972, n. 50.
3

Segnatura Cinq. 5 846, dettaglio
Decorazione impressa con una rotella il cui motivo è costituito da una serie continua e ravvicinata di piccoli triangoli più o meno appuntiti; fu usata principalmente come cornice esterna, oppure accostata a fasce o a cornici interne, nelle legature del XVII e XVIII secolo.
4

Segnatura Cinq. 5 846, dettaglio

Segnatura
Cinq. 1 237, dettaglio
5
Per la nozione, cfr. la segnatura
MAB 17.
6
DEVAUCHELLE 1995, p. 88.
7

Segnatura Cinq. 5 846, dettaglio
Anche il catalogo Martin Breslauer (
BRESLAUER 110, n. 76,
Notitia utraque dignitatum, cum Orientis, tum Occidentis (et alia), Lyon, Q. H. de la Porte per Jean Gabiano, 1608 presenta un'analoga legatura eseguita per Henri II d'Orléans verso il 1620 e provvista della rotella gigliata qui raffigurata.
8

Segnatura Cinq. 5 846, dettaglio
A differenza delle lettere impresse singolarmente, il compositoio costituisce un attrezzo in bronzo nel quale vengono inseriti, da destra a sinistra, i caratteri dell'alfabeto per imprimere, a secco o in oro, titoli o altre scritte sulle legature. Consente di eseguire una linea intera per volta ottenendo con precisione allineamento e spazi tra le lettere, risultati impossibili da ottenere con le singole lettere a punzone in uso precedentemente. L'impiego di questo strumento permette di distinguere in modo incontrovertibile le legature false eseguite nel XIX secolo da quelle originali antiche.
9
BRUNET 1884, tav. 76.
10

Segnatura Cinq. 5 846, dettaglio
11
QUILICI 1994, p. 229.