MMB 324, f. 7r
In data 1° marzo 1512 si riporta copia poco leggibile di un documento dato presso la Capella di Bergamo in cui Fermo olim Cristoforo de la Rota (o Crota?) cittadino ed abitatore di Bergamo, ad istanza di Aloisio di G. Cristoforo de Preposulo, in presenza (o forse a richiesta) di Odetto de Causens, militi et capitaneo prefate Capelle, ogni volta che sarà richiesto da Antonio Maria Governatore regio della città di Bergamo e dallo stesso capitano, si presenterà nella suddetta Capella.
MMB 324, f. 8r
Supplica al Generale di Normandia. Milano, 30 marzo 1512 (?).
"Havendo questi dì proximi la cità di Bergomo per la invasione et occupatione novissimamente fatta supportando molti gravi danni, così per la destructione de loci publici come per altri modi, al restauro deli quali per ogni debito di ragione debbeno li malfactori esser costretti; pertanto li fidelissimi servitori vostri oratori de ditta cità humilmente pregano vostra ill.ma Signoria si degni per sue lettere commettere al magnifico Podestà di Bergomo che sumarie, sola facti veritate inspecta et omni appellatione remota, voglia procedere contra qualunche persona et università culpabile et exequire insino alla totale satisfactione de ditti danni.
Magnificus dominus Pretor Bergomi, assumptis prius debitis informationibus cogat eos qui culpabiles reperti fuerint de memoratis damnis ad illa totaliter resarciendua, procedendo sumarie et simpliciter, ipsa facti veritate inspecta. Mediolani, 30 martii 1512 (?)". Thomas Bolier, cum sigillo predicti d.ni Generalis Normandie.
MMB 324, f. 14r
Confirmatio capitulorum d.ni Odetti castellani Capelle pro rege Franciæ illam restituentis ill.mo Dominio nostro Venetiarum. Venezia, 31 ottobre 1512.
"Leonardus Lauredanus Dei gratia Dux Venetiarum, etc., universis et singulis præsentes litteras inspecturis. Notificamus quod nunc vir nobilis Bartholomeus de Musto Provisor noster Bergomi ad nos miserit capitula confecta et conclusa cum d.no Odetto de Causos castellano Capellæ istius civitatis pro Rege Franciæ, qui castellanus contentatur dare dictam Capellam Dominio nostro cum modis et conditionibus contentis in dictis capitulis. Ipsa grata habentes comprobavimus et confirmavimus atque tenore præsentium auctoritate Senatus nostri comprobamus et confirmamus et ratificamus. Mandantes omnibus ad quos spectat ut eadem capitula inconcusse et involabiliter observent et observari faciant. Tenor autem capitulorum sequitur, videlicet:
Essendo io, Odetto de Causeis castellano et capitano della Regia Maestà in la Capella di Bergamo, più e più volte stato richiesto da d.no Troilo Lupo gentilomo bergamasco per parte e nome de vui clasissimi Proveditori generali de la ill.ma Signoria di Venezia, et ancora per parte del mag.co Proveditor di Bergamo, de dover rendere e consegnar questa fortezza ad questa ill.ma Signoria; inducto et mosso pertanto per me s'aspetti quando da le Signorie vostre mi sia concesso la infrascritta et contenuta in li infrascritti capitoli me moveria al desiderio suo, altramente per gratia de Dio trovandomi qui ben fornito de gente, artigliarie, victualie et altre cose necessarie et in loco fortissimo son questo far quello che far cadauno homo da bene, et de il medesimo voler son tutti li miei, existimando che quando ben la morte li occoresse ne dovesse esser quella vita et gloria. Pertanto dir al signor vel ditto d.no Troilo instante cum el mag.co cavaliero d.no Lucca de Brembate et d.no Francesco
Bellafino per mi a questo effetto mandati insieme doi compagni francesi et primo,
Io capitanio, insieme di tutti li miei compagni et tutta mia famiglia sia salva li lobe... franca cum tutto lo havere, arma, roba de qualunque sorta, tanto nella fortezza quanto in la terra, così mia come de li miei compagni et familia predicta, talmente che da persona alcuna non sia molestato per modo né via alcuna, sotto alcuno pretexto.
Item, se alcuni privati se volessero o fossero lamentati ala Signoria vostra de la proxima guerra passata aliquo modo, et però ne domandassero refacione, il se domanda che il tutto sia posto totalmente et in perpetuo silenzio, sicché né io capitanio, né compagni, in persona né roba possa esser molestati per alcuna causa né sotto alcun pretesto di qualunque sorte, perché se alcuna cosa è stà fatta, che il non penso, così portava et richiedeva la guerra.
Item, che io prefato, compagni et familia siamo condutti con bona et fidel custodia, guida et scorta, suso al fenir de la Maiestà Regia, sicché non possiamo essere offesi, né persone né robe, ma possiamo libere et expedite far transito securamente per cadauno loco, senza alcuno pur minimo impedimento, molestia né injuria alcuna, procurando questo effetto appresso cadauno chi avesse poter in li lochi per li quali dovemo far transito, fino che siamo su il poter di la Maestà Regia, come è preditto, et in loco sicuro.
Item, el se trova qui uno cittadino bergamascho fatto presone per uno francese per fina alla quadragesima proxima passata et ad me consegnato, che il dovesse ben custodir fino che lui tornava dal campo; et non essendosi ritornato ma andato in Franza cum el campo, la cura del ditto presone è ad me rimasta. Il qual de voluntà sua fece taglia di scudi quattrocento cinquanta, li quali io bugnava pagar quando non se ne rendesse bon conto. Per tanto, dimando esser satisfatto da detto presone, come vuole ogni dover et honestà.
Item, se atrova in questa fortezza un bergamasco nominato Christallo, cum Bartholomio suo cusino, et già anni cinquanta et più li soy et loro hanno praticato in Guaschoria dove hanno beni stabili, longo tempo et molto più che non hanno qui in bargamasca; et essendo propinqui et convicini dil loco dove in Guaschoria habito, ha hauto pratica con mi et di mei già gran tempo; pertanto, poi che la Regia Maestà conquistò questo paese, se accostò a mi per havere qualche favore in ditte parte de Guascoria; et essendo natione de bergamaschi per la sterilità del paese andare in diverse parte del mondo per aquistare il vivere, come è meglio noto ale Signorie vostre che a mi; et essendo sempre stà bon servitore dell'ill.ma Signoria, il se dimanda che lui e suo cusino siino liberi e franchi et non possano esser molestati da alcuna persona in de lor persone. Et essendo questi proximi giorni stato spogliato le loro case poste nel territorio bergamasco
in loco nominato Gromfaleggio, domanda che ditte robe, beni et frutti siano restituiti al mag.co Proveditore, qual voglia astrenzer tutti quelli che avessono tolto ad restituire, come vuole il dovere et honestà.
Item, el sen trova in questa fortezza uno nominato el Spagnolo, homo de anni ottanta et più, qual ha servito la ill.ma Signoria più de anni XL, parte in Rocha et parte qui in Capella; et havendo lui aquistato un poco de giardino ne campi circa doi propinqui et confini a questa Capella, il quale facendo a mio proposito da lui lo tolsi ad affitto, et novamente per esser sotto la Capella feci ruinar una casa che era in ditto giardino et tagliar la vide et arbori che in quella erano; dove che il pover homo vedendosi forestier et privo de la casa et giardino dove io lo lassava habitar per custodia de quello, quantunque l'havesse in affitto, redutto qua in questa fortezza cum la familgia sua. Pertanto, il se domanda che da lui cum tutta sua famiglia et roba sia salvo, sicché da persona alcuna non sii molestato né offeso per modo né via alcuna sia concesso al mag.co Proveditore voglia astrenzere tutti quelli li havesseno tolto alcune sue robe.
Item, che similiter sii salvo e libero uno povero hom nominato Lazarino, non ostante qual io ho gravato in li miei bisogni; et similiter sia salvi et liberi alcuni altri lavoranti bergamaschi, li quali ho trattenuti per servirme in li lavori et guere occorenti in la fortezza. Né possino tutti li preditti esser molestati da alcuna persona per modo né per via alcuna, sì in la lor persona come roba.
In quorum fidem has litteras fieri iussimus et bulla nostra plumbea muniri. Datæ in nostro ducali palatio, die ultimo mensis octobris, indictione I, 1512.
N.B. La trascrizione di questo documento mi pare zoppichi un po'.
MMB 324, f. 18r
Lettere ducali in favore di Alessio Marchesi. Venezia, 30 dicembre 1512.
"Leonardus Lauredanus Dei gratia Dux Venetiarum, etc., nobilibus et sapientibus viris Bartolomeo de Musto Provisori nostro Bergomi et successoribus suis fidelibus dilectis, salutem et dielctionis affectum.
Inter coeteros cives bergomenses qui in prima et secunda acquisitione istius fidelissimæ et carissimæ civitatis nostre fideliter se exhibuerunt ut civitas ista in pristinam potestatem Dominii nostri deveniret, merito connumerandus est fidelissimus noster Alexius de Marchesiis, qui in expeditionibus ipsis adeo fideliter et indefesse se gessit ut Gallorum Regis edicto omnia eius bona in regium ærarium devolverentur, multatus fuit quoque perpetuo exilio patriæ et regni sui, imposito poena capitali; quæ quidem fide digno testimonio Dominio nostro sunt comprobata. Et quoniam grati principis officium est petitionibus de se bene merentium satisfacere, ea propter ipsi fidelissimo nostro concessimus pro habitatione sua turrim sitam apud portam de Pelabrocho, ad beneplacitum Dominii nostri. Has autem registratas præsentanti restituite.
Datum in nostro ducali palatio, die penultimo decembris, indictione I, 1512.