Verità, Girolamo,
Rime
ms. cartaceo sec. XVIII, cc. 182, ritratto a stampa dell'autore, 211x140x130 mm
segnatura
MM 391 (già Sigma 4 44)
Riutilizzo di una legatura della fine del XVI/inizio XVII secolo, eseguita a Roma dalla bottega Soresini, alle armi del cardinale Andrea Peretti Baroni
Pergamena rigida verde, decorata in oro. Cornice a coppia di filetti. Al centro dei piatti, lo stemma del cardinale Andrea Peretti Baroni entro un'ampia cartella a due filetti ornata con archetti stilizzati. Un melograno (?) accantonato. Dorso liscio, caratterizzato da una cornice a due filetti. Nervo obliquo in pelle allumata, in testa ed al piede. Capitelli bianchi e marroni. Taglio grezzo. Rimbocchi della pergamena sui contropiatti, rifilati con discreta cura; labbro laterale collocato al di sopra di quelli di testa e di piede. Carte di guardia bianche.
Manufatto eseguito per il cardinale Andrea Peretti Baroni: creato cardinale per il titolo di S. Maria in Dominica da Clemente VIII Aldobrandini nel 1596: questo prelato soleva unire al proprio stemma, oltre alle armi della sua famiglia adottiva, anche l'emblema degli Aldobrandini, qui in capo al leone rampante, in omaggio al Papa; morì nel 1629.
La legatura è attribuibile alla bottega Soresini, attiva a Roma a partire dal 1575 ca., come suggeriscono, gli archi stilizzati
1, il cherubino
2, i tenenti
3, la testa
4 e la base
5 di scudo.
Iniziatore di questo "atelier" fu Francesco Soresini, associato con Giovanni Ferreiro, fu nominato legatore vaticano dopo la morte di Niccolò Franzese
6 (verso il 1570): il suo nome compare due volte nel registro Camerale I, 1811 in cui è menzionato come "legatore di libri" il 12 agosto 1575 e "libraro" il 9 maggio 1576. Con questo artigiano, inizia l'attività di quella vera dinastia di legatori, i Soresini, i cui esponenti, lo stesso Francesco, Prospero ed infine il più noto Baldassarre, gestirono la legatoria Vaticana per almeno mezzo secolo fino alla prima metà del Seicento
7. Sia Francesco che Prospero lavorarono per la Basilica di S. Pietro durante il pontificato di Sisto V, fra il 1588 ed il 1593. Mentre i loro nomi ricorrono associati ai nomi dei papi da Gregorio XIII a Clemente VIII Aldobrandini (1591-1605), più tardi si affaccia, sotto il pontificato di Paolo V, il nome di Baldassarre Soresini, il nipote, che fra
l'altro ricoprì anche le cariche più importanti nell'ambito della Corporazione dei Librari e dei legatori. Mirjam Foot segnala 18 legature opera di questo artigiano su libri stampati tra il 1602 ed il 1619, la maggior parte dei quali è stata rilegata nelle prime tre decadi del XVII secolo cui Piccarda Quilici aggiunge almeno 13 esemplari eseguiti per la Depositeria vaticana: stando a quanto si legge sui mandati di pagamento di questi libri, l'attività si sarebbe prolungata fino almeno al 1634, sotto il Pontificato di Urbano VIII. Si tratterebbe per il solo Baldassarre di oltre un quarantennio di attività: pare abbia iniziato a lavorare verso il 1590.
L'attività dei Soresini si prolunga per diversi pontificati e matura con il variare dei committenti ed in un così lungo arco di tempo, una sua particolare evoluzione. Dopo Sisto V, l'”atelier” ha eseguito diverse legature per Clemente VIII: tra quelle di presentazione in cui si nota una spiccata tendenza ad una maggiore ricchezza decorativa: conformemente al gusto "à la fanfare", i piatti sono interamente ricoperti con una fitta decorazione uniformemente dorata che spicca sul marocchino rosso acceso. La cornice, molto sottile ed interrotta in lunghi segmenti per conferirle maggiore leggerezza, ha la sola funzione di profilare il bordo dei piatti, mentre il campo centrale, racchiuso in testa ed al piede da archi a volta, motivo prediletto delle legature romane del tempo, è diviso in compartimenti provvisti di una miriade di ferri, spirali, foglie, squame, angioletti che si snodano intorno allo stemma pontificio.
Questa bottega ha dato il meglio di sé nel periodo in cui ha lavorato, nella legatoria vaticana, per la famiglia Borghese, nelle legature destinate a Paolo V (1605-1621): tenta di rinnovarsi ricorrendo ad una composizione più aggraziata: la cornice ed il centro sono nettamente separati tra loro e si accordano in armonia: rispetto alle legature eseguite per Clemente VIII, la cornice assume una maggiore importanza e diventa una larga bordura a decorazioni
figurate, in cui i ferri non sono organizzati in gruppi ben separati agli angoli o al centro dei lati, ma si susseguono lungo l'intera cornice, liberi o incastonati entro degli spazi, alternandosi ai tratti vuoti. Fra i ferri, sempre molto variati, oltre alla c.d. "gamma egizia" (sfingi, erme, cariatidi, baldacchini di protezione) si manifestano altre simbologie ispirate al mondo classico: tipico è il ferro con due cornucopie intrecciate che rappresentano la carità cristiana, poi tritoni che suonano (ancora impressi su legature del XVIII secolo), come pure le sottili spirali che terminano con teste di animali affrontate come i delfini: i suoi ferri sono di un'insuperabile perfezione, sia per la bellezza del disegno che per l'accuratezza dell'incisione. Contrariamente all'uso vigente che destinava le legature di lusso ai libri "ufficiali" o di presentazione, e quelle più semplici alla biblioteca privata del papa, nelle raccolte di Paolo V, non vi è alcuna differenza tra le une e le altre.
Questa Biblioteca possiede altre quattro legature eseguite da questa bottega
8, una delle quali
9, pure in pergamena, eseguita per Andrea Peretti Baroni. La Biblioteca nazionale Braidense
10 di Milano e la Biblioteca Casanatense di Roma
11 possiedono rispettivamente, una legatura romana eseguita per il cardinale. Il catalogo M. Breslauer, New York, ha proposto una legatura eseguita per il Cardinale
12.
1
Segnatura MM 391, dettaglio
BRESLAUER 104, n. 77, p. 138, Famiglia Vincentini di Rieti,
Liber ultimarum voluntatum de Vincentinis (1586-1641), dettaglio
2
Segnatura MM 391, dettaglio
Segnatura
Cinq. 6 556, dettaglio
Cfr.
VIANINI TOLOMEI 1991, p. 33, fig. s).
3
Segnatura MM 391, dettaglio
Segnatura
Cinq. 6 556, dettaglio
Cfr.
VIANINI TOLOMEI 1991, p. 33, fig. o).
4
Segnatura MM 391, dettaglio
Cfr.
LEGATURA ROMANA BAROCCA 1991, n. 16, p. 80, Domenico Tosi,
Practicarum Conclusionum Juris … frequentiorum, Romae, ex typographia Stephani Paulini, 1605, Roma, collezione privata.
5
Segnatura MM 391, dettaglio
Segnatura
Cinq. 6 556, dettaglio
Cfr.
VIANINI TOLOMEI 1991, p. 32, fig. f).
6
PETRUCCI NARDELLI 1992, p. 153, nota (7).
7
QUILICI 1991, p. 19.
8
Segnature
Cinq. 5 343,
Cinq. 6 556,
Cinq. 7 218.
9
Segnatura
Cinq. 6 556.
10
BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE MILANO 2002, n. 65, p. 171,
Ioannis Petri Maffei Bergomatis historiarum indicarum libri XVI, Bergomi, typis Comini Venturae, MDXC, segnatura 8 9 F 14, bottega Soresini.
11
BIBLIOTECA CASANATENSE 1995, II, p. 63, n. 216, fig. 89.
12
BRESLAUER 104 A, n. 189, p. 296, Guillaume du Blanc,
Epigrammata in obeliscum. Accesserunt ad S.D.N. Sixtum V. Pont. Max. aliquot eiusdem epigrammata, & epigrammata. Cum libello de ratione anagrammatismi, Roma, Tito & Paolo Diani per Bart. Grassi, 1586.