Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 5 842
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Cinquecentina 5 842


Vergilius, Publius Maro, Opera omnia, Basilea, Sebastianus Henricpetri, 1586, 322x200x75 mm
segnatura Cinq. 5 842
Provenienza: Di Piaio Soranzo (?).
LE CINQUECENTINE 1973, p. 399.

Cinq. 5 842 piatto anteriore Cinq. 5 842 piatto posteriore

Legatura del secondo quarto del secolo XVII, non oltre il 1646, eseguita in Francia, del genere "a seminato" e "di premio"

Cuoio nocciola spellato, decorato in oro. Supporto indebolito. Cornice ornata con fregi stilizzati. Specchio provvisto di un seminato di gigli. Al centro dei piatti, un cartiglio ovale (75x68 mm.) è provvisto di una testa di cherubino alata con tre sottostanti gigli; circostante scritta "LILIVM INTER SPINAS/COLLEGIVM GRASSINAEVM" (75x65 mm). Dorso a sei nervi rilevati. Materiale di copertura in testa in fase di parziale, limitato distacco. Nel secondo compartimento, campeggia l'iscrizione in caratteri capitali "VIRGILII/SERVII"; in quelli rimanenti, un seminato di gigli. Capitelli grezzi e nocciola. Taglio dorato. Labbro decorato con motivi fogliati stilizzati. Carte di guardie bianche con una filigrana a forma di giglio con una sottostante punta. Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede. Contropiatti rivestiti da una carta marmorizzata del genere "à petit peigne".

L'utilizzo di "dentelles"1 lungo la cornice suggerisce l'esecuzione seicentesca del manufatto. Caratteristica legatura francese del genere "a seminato"2. Libri premio3 di questo genere venivano eseguite per essere donate ad uno studente vincitore di una competizione di composizione, storia o grammatica, come testimonia la scritta4 in data 1645 ad opera di sul "recto" della prima carta di guardia anteriore che costituisce il termine "ad quem" di realizzazione del manufatto: in essa J. Coqueret, dottore di teologia, attesta il primo premio attribuito in retorica ad uno studente del collegio Grassin, originario di Pontoise, il cui motto era "lilium inter spinas"5, collocato attorno ai tre gigli della placca centrale, impressa a bilanciere: lo conferma la profonda depressione rispetto alla superficie circostante.
Lo stesso venne fondato da Thierry Grassin, visconte di Busancy e consigliere in Parlamento, nel 1569 anno della morte di Pierre Grassin II, con le sostanze di quest'ultimo. Il collegio Grassins, rue des Amandiers a Parigi, era destinato agli studenti poveri di Sens (Yonne). La Biblioteca nazionale Braidense di Milano possiede un analogo esemplare6 su testo P. Nicolas Caussin, Electorvm symbolorvm et parabolarvm historicarvm syntagmata, Paris, Romain de Beauvais, 1618, segnatura L.P. 103. Altri esemplari di questo genere sono riprodotti da Barber7, dalla Bibliotheca Wittockiana8, da Devauchelle9 e dalla casa d'aste Franco Semenzato10. In linea con le aspettative, l'utilizzo della bazzana11 quale materiale di copertura, come testimonia la grana tenera, malgrado il ricco decoro. I soli contropiatti rivestiti da una carta di guardia del genere "à petit peigne"12, assente invece quale carta di guardia, testimoniano il costo ancora elevato in quel periodo13. Volume appartenuto a Soranzo di Piaio14(?)


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segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
Segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
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segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
Segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
Per la nozione, cfr. la segnatura MA 113.
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Il libro è il premio più comunemente distribuito agli alunni più meritevoli, alla fine d'ogni anno scolastico, nei collegi della Compagnia di Gesù od in altri istituti similari, specie nei ginnasi olandesi. Si incominciò ad offrirlo a partire dalla fine del XVI secolo: il più antico esemplare conosciuto è un libro premio donato dai Gesuiti di Liegi (Belgio) nel 1597. Questo tipo di pubblicazione contiene di solito testi educativi, edizioni di classici o libri di storia. L'usanza, molto diffusa nel Seicento e nel Settecento, si è perpetuata fino quasi ai nostri giorni. Il libro premio è caratterizzato dalla costante presenza, al suo interno, della menzione del premio, generalmente in latino, e del sigillo a secco dell'istituto.
Nel secolo XVII, questa menzione era in genere manoscritta, posta sulla prima pagina di guardia. È verso la fine di quest'ultimo secolo che compaiono le menzioni prestampate per le parti fisse, lasciando in bianco quelle variabili, incollate sul contropiatto anteriore. Queste menzioni comportano, generalmente e secondo un ordine variabile, il nome del Collegio, il nome ed i titoli del donatore, la disciplina oggetto del premio, il nome dello studente, la sua classe di appartenenza, una firma, generalmente riferibile al prefetto o ad un professore.
Queste menzioni sono in gran parte scomparse, poiché molti nuovi possessori hanno cancellato i riferimenti ai proprietari precedenti. Se i Gesuiti solevano regalare libri pubblicati da membri dell'Ordine, negli altri collegi predominano i testi di Autori classici. Curiosa la differenza tra la data di stampa del testo e la data di conferimento del volume, a volte, anche di decenni posteriore. Sulla coperta sono impresse le armi del Collegio, della Città, delle Amministrazioni locali o dell'eventuale protettore che offre il libro: vescovo o notabile locale. Il valore del libro dipende esclusivamente dalla generosità del donatore, un tempo denominato con voce sapiente, ora desueta, di "agonoteta" (da "agon", combattimento e "tithèmi", porre) che designava nell'antica Grecia i giudici che vigilavano sul buon andamento dei pubblici spettacoli e decretavano il premio ai vincitori.
Generalmente le legature dei libri premio offerti da Collegi sono di modesta fattura, sia per quanto riguarda i materiali, bazzana o pergamena, sia per la decorazione: in Olanda nel Seicento e nel Settecento, i premi scolastici legati in pergamena, erano di solito ornati con lo stemma della città in cui era ubicata la scuola. Le legature dovute alla liberalità di un donatore erano in genere costituite da materiali più nobili (vitello o marocchino) con ricche decorazioni. Nel XVII secolo, in Francia ad esempio, si conoscono lussuose legature decorate a seminato. Gli stemmi impressi su queste legature non sono simboli di appartenenza. La maggior parte dei libri di premio non è mai appartenuta ai personaggi dei quali recano le armi. Quando presentano, sopra il medaglione centrale, le armi di Francia, queste indicano l'originale reale del Collegio.
In Italia premio dal XVI al XVIII secolo sono state segnalati da Cl. Sorgeloos (SORGELOOS 1993, pp. 30-31) e, più recentemente, da F. Malaguzzi (MALAGUZZI 1994, pp. 151-152). Ne esistono in gran numero e sono oggetto di collezionismo. Nel XIX secolo si ebbero in Europa, e specialmente in Francia, molte edizioni di libri premio per le scuole, forniti di legature editoriali cartonate con impresse decorazioni policrome o in oro.
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segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
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segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
Segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
Il motto "LILIUM INTER SPINAS" fu pure adottato da Louis-Guillaume-Valentin du Bourg (1766-1833)- cfr. HELWIG 1954, p. 350.
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6
ZIGAINA 1988, tavola a colori non numerata.
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7
BARBER 1984, p. 167.
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8
BIBLIOTHECA WITTOCKIANA 2006, n. 2, Caius, Svetonius Tranquillus, XII Caesares, et in eos Laevini Torrentii commentarius auctior et emendatior, Antverpiae, Ex Officina Plantiniana, Apud Viduam & Ioannem Moretum, s. d. [1592].
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9
DEVAUCHELLE 1995, p. 88.
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10
SEMENZATO 1986, p. 22, n. 183, Plutarcus opera moralia quae in hunc usque diem latine extant universa, Basileae, Apud., Nic. Isingrinum, 1541.
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Per la nozione, cfr. la segnatura MAB 17.
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segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
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13
QUILICI 1994, p. 229.
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segnatura Cinq. 5 842, dettaglio
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