Paolo Soncinate,
Epitoma questionum in libros Sententiarum, cur. Isidoro Isolani, Pavia, Io. Da Borgofranco, 1521, 1522, 157x107x52 mm
segnatura
Cinq. 2 62-63
Provenienza: Vincenzo Marchetti, 1635; Aurelio Laurino, 1633.
LE CINQUECENTINE 1973, p. 258.
Legatura del secondo (?) quarto del secolo XVI, eseguita in Spagna, del genere "plateresco"
Marocchino bruno con tracce di spellature, decorato a secco. Volume indebolito lungo le cerniere. Angoli dei piatti ricurvi. Tre filetti concentrici. Le cornici decorate a rotella, raffigurano vasi, teste di cherubino alato, corolle stilizzate fogliate. Nello specchio, un cartiglio centrale formato da quattro fioroni contrapposti, sovrastati alle estremità da un fregio stilizzato. Dorso dal materiale di copertura parzialmente scomparso al piede, a quattro doppi nervi ricamati. Capitelli grezzi. Taglio rosso provvisto, in gola, del nome dell'autore e del titolo dell'opera "SONC. EPIT". Carte di guardia bianche. Rimbocchi rifilati senza particolare cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.
Il decoro a rotella
1, il cartiglio centrale
2, i fregi stilizzati circostanti
3 e il taglio rosso
4 testimoniano l'origine spagnola della legatura. L'impianto ornamentale è di tipo "plateresco"
5, decorazione affermatasi nella legatura spagnola d'età rinascimentale, verso il 1520 e adottata sino al 1590 circa: dal termine spagnolo che vale "argentiere", a indicarne l'elaborata ricchezza. Questa Biblioteca possiede altre due legature rinascimentali spagnole
6. Passata proprietà di Aurelio Laurino, 1633
7 e di Vincenzo Marchetti, 1635
8.
1
Segnatura Cinq. 2 62-63, dettaglio
2
Segnatura Cinq. 2 62-63, dettaglio
Cfr.
BIBLIOTECA NACIONAL 1992, n. 57,
Palmi et odae cum catenam, ms. del 1556, segnatura Ms. 4702;
BIBLIOTECA NACIONAL 1992, n. 63,
Commentarius in Isaiam prophetam, ms. 1550, segnatura Ms. 4705;
MALAGUZZI 1998, tav. 40, pp. 61-62 (cfr. la riproduzione "infra");
PASSOLA 1969, n. 83,
Sermoni di S. Antonio da Padova, 1596.
MALAGUZZI 1998, tav. 40, Vercelli, Biblioteca già del convento francescano di Billiemme, San Bernardo,
Opera, Lyon, Nicolas Petit, 1538.
MALAGUZZI 1998, tav. 40, dettaglio
3
Segnatura Cinq. 2 62-63, dettaglio
Cfr.
CHECA CREMADES 1998, ilustraciones, Titelman,
De consideratione dialectica, Paris, 1544; Domingo de Soto,
Deliberación en la causa de los pobres, Salamanca, 1545;
PASSOLA 1969, n. 77,
Tabula aurea, Roma, 1571, Vich Biblioteca Episcopal; n. 79,
De re metrica, testo a stampa del secolo XVI. Seguono due legature rinascimentali iberiche provviste di fregi di questo genere:
Orlando Furioso di M. Ludovico Ariosto, Vinegia, Gabriel Giglio de Ferrari, MDXLVII, Milano, collezione privata.
Orlando Furioso di M. Ludovico Ariosto, dettaglio
Missale romanum, Venetiis, apud Gabrielem Iolitvm, 1550, Milano, collezione privata.
Missale romanum, dettaglio
4
Segnatura Cinq. 2 62-63, dettaglio
5
Eseguita a secco o in oro, presenta alcuni suoi elementi fondamentali (cornici concentriche e riquadro centrale) comuni alle decorazioni fiamminga e tedesca dello stesso periodo, tanto da renderne talvolta difficile l'identificazione. Ciò si spiega ricordando gli stretti legami politici e culturali creatisi fra questi paesi sotto il dominio degli Asburgo. I due tipi di legature presentano in comune: l'impianto ornamentale a cornici concentriche, i nervi rilevati, il prolungamento della decorazione dei nervi sui piatti, una decorazione prevalentemente a secco, cornici con rotelle recanti ritratti di personaggi in medaglioni.
Elementi tipici della legatoria rinascimentale spagnola sono:
- nelle cornici: faretre, frecce, archi, corazze, trofei, teste di toro, tartarughe;
- nello specchio: fregi pentalobati agli angoli, al centro un vaso fiorito, un simbolo religioso ("Agnus Dei") o araldico (leone passante, non rampante), una cicogna o una testa di guerriero, la croce a base allargata, circondata ai lati in genere, da 4 singoli piccoli ferri, una coppia di quadrati sovrapposti con un fregio centrale;
- la chiusura posteriore del libro (una graffa che si aggancia alla contrograffa del piatto posteriore);
- il dorso provvisto di nervi veri, talvolta alternati a mezzi (falsi) nervi;
- il marocchino e il vitello di colore scuro;
- l'assenza di smussatura sui bordi delle assi di supporto;
- i ferri spagnoli di questo periodo sono di solito finemente e poco profondamente incisi: sembrano più vicini ai ferri degli orafi che non a quelli dei legatori e sono bene visibili solo sulla pelle liscia.
Gli elementi tipici della legatura rinascimentale tedesca sono:
- cornici con medaglioni che recano le immagini dei riformatori, degli evangelisti, i simboli alternati della Prudenza, della Giustizia, della Saggezza;
- specchi con grandi placche con scene religiose;
- la chiusura del libro avviene sul piatto anteriore (graffa che si aggancia alla contrograffa del piatto anteriore);
- il dorso provvisto di nervi veri;
- il vitello e la pelle di porco sono di gran lunga più frequenti del marocchino;
- è spesso presente una smussatura lungo il bordo sulle assi.
La severa decorazione "plateresca" dimostra una relativa uniformità, determinata appunto dalla costante presenza di cornici concentriche decorate a rotella, utili queste ultime come elemento di datazione, poiché l'uso della rotella divenne comune in Spagna fra la terza e la quarta decade del XVI secolo. Le cornici formano uno, due, tre, raramente più riquadri che delimitano uno spazio rettangolare centrale in cui viene impressa una numerosa varietà di singoli, piccoli ferri. Il numero e la varietà di questi ferri sono lasciati alla libera inventiva del legatore; ed è, questa, un'altra peculiarità dello stile ""plateresco".
Le rotelle, separate talvolta fra loro da filetti bruniti di differente larghezza così da creare una impressione di rilievo, presentano inizialmente motivi vegetali per concedersi, successivamente, una varietà incredibile di soggetti: grottesche e candelabre, trofei militari, aquile e leoni, teste di guerrieri di negri, di re e cavalieri in medaglioni, motivi religiosi come la Madonna, l'Agnello crucifero, i cherubini e la Croce, oppure mitologici e simbolici come il grifone, l'unicorno, il pellicano, la fenice, la civetta, il delfino, il cuore trafitto, o trigrammi come "jhs". Frequentemente le cornici sono unite fra loro, agli angoli, da filetti diagonali così da formare un unico complesso decorativo. Alla fine del Cinquecento compaiono, al centro delle coperte, grandi composizioni romboidali, quadrate ed esagonali formate da rotelle, decorate in oro, che segnano il passaggio dallo stile rinascimentale a quello barocco.
Cfr.
AINAUD 1958, fig. 487, p. 330;
BRESLAUER 107, n. 36;
BRESLAUER 110, n. 32;
CARRIÓN GUTIEZ 1994, pp. 400-413;
FOOT 1978, p. 263;
GOLDSCHMIDT 1967, I, Text, 2.
Catalogue raisonné, n. 163, tav. lx;
BIBLIOTECA NACIONAL 1992, pp. 79-80.
6
Segnature
Cinq. 1 1974,
Cinq. 7 63.
7
Segnatura Cinq. 2 62-63, dettaglio
8
Segnatura Cinq. 2 62-63, dettaglio