La prima metà del Settecento

Uno sguardo superficiale alla Tabella 6. rende evidente il fatto che i problemi alle diverse giusdicenze sono stati quasi completamente risolti. L'unico ufficio che durante la prima metà del secolo XVIII manifesta gravi disfunzioni che rendono difficile reclutare un commissario rimane quello di Caprino.

Tabella 6. Numero di giusdicenti eletti, scusati, rinunciatari e defunti nel periodo 1700-1749.

I II III IV
Eletti Scusati Rinunciatari Morti
Podestaria di Scalve 48 - 1 1
Podestaria di Lovere 48 1 - 1
Podestaria di Urgnano e Cologno 49 - - 1
Commissariato di val san Martino 72 18 5 2
Vicariato di val Seriana inferiore 50 - - 1
Vicariato di Gandino 49 - - -
Vicariato di val Brembana inferiore 49 - - -
Vicariato di val Brembana superiore 51 - - 2
Vicariato di Oltre la Gocchia 49 - - -
Vicariato di Almenno 52 1 - 1

Come nel passato - pare che il Consiglio avesse la memoria corta su questo argomento - si ponevano spesso quesiti a riguardo della cosiddetta contumacia, allorquando alcuni ambivano a taluni posti, senza che fossero trascorsi i periodi di vacanza previsti. Così, il Consiglio deve un'altra volta dichiarare che il periodo di contumacia da ogni ufficio si deve intendere a decorrere dal tempo di ritorno da una carica fino alla data d'ingresso a quella successiva [8 aprile 1702; Az. 77, 257v].
Susseguendosi frequenti le rinunce alla commissaria di Caprino, il 19 agosto 1710 [Az. 79, 65r] il Consiglio si convince che ciò denuncia uno stato di difficoltà di quell'ufficio, al quale è necessario provvedere. Con la gradualità che da sempre il Consiglio dimostrava nell'affrontare queste situazioni, si comincia ad abbassare la contumacia a tre anni, come per altri uffici in passato. Ma subito nel 1711 si registra una nuova richiesta di scuse e quindi [15 gennaio 1712; Az. 79, 169r] si adottano nuovi e più incisivi provvedimenti. La decisione è "che in avenire la contumacia della sola commissaria di Caprino anco con altre giudicature sia ristretta ad anni 2". Per risolvere queste difficoltà si tenta anche di elevare le competenze della commissaria, come risulta dall'Allegato B.
Continuano regolarmente le elezioni dei sindaci dei giusdicenti di fuori e, ad intervalli più o meno regolari, le votazioni in Consiglio delle loro relazioni. Si tratta invariabilmente di approvazioni a larghissima maggioranza e mai di censure dell'operato dei giusdicenti, il che rafforza l'impressione che le relazioni rappresentino documenti rituali e non rispecchino fedelmente l'operato dei giusdicenti. Di fatto, vi sono lamentele del territorio sulla loro inadeguatezza ed impreparazione, lamentele che vengono in luce e discusse pubblicamente [21 agosto 1731; Az. 83, 19r]. Riconosciuto che l'elezione dei giusdicenti di fuori è funzione importante e per la dignità dei soggetti da eleggere e per la gravità dell'impegno, il Consiglio deve purtroppo ammettere che per la penuria di candidati eleggibili, spesso vengono nominate persone men degne ed abili di quelle si vorrebbero e che i sudditi avrebbero diritto di avere. Si propone quindi di eleggere tre deputati a proporre i rimedi opportuni per migliorare il livello personale e professionale dei giusdicenti, riferendo poi in Consiglio le loro proposte. Non solo, ma quasi risvegliandosi da un lungo letargo, il Consiglio nella medesima seduta considera anche provvedimenti per il commissariato di Caprino e propone che chi in futuro rinuncerà a quell'ufficio venga privato per cinque anni da ogni altro incarico, ivi compreso quello di membro del Consiglio, fino a quando i deputati appena eletti avranno presentato la loro relazione ed il Consiglio non avrà diversamente disposto. Ma la parte non passa, e probabilmente a ragione, perché la situazione di Caprino, come altre simili nel passato, si poteva risolvere solo creando le condizioni adatte perché gli eletti accettassero la designazione.
E quindi, in mancanza di provvedimenti utili, le rinunce continuano fino al 29 dicembre 1734 [Az. 83, 160r], mentre continua a rimanere in carica per anni il commissario Nicolò Vecchi. Non essendo tale situazione conforme alle leggi, il Consiglio propone che i tre deputati eletti il 21 agosto 1731 - e che, incidentalmente, da allora nulla avevano prodotto - "habbino anche incombenza di versare circa la commissaria sudetta e suggerire...quel temperamento che giudicaranno più confacente" [12 marzo 1735; Az. 83, 173v]. Intanto, le difficoltà proseguono, quando si tratta di sostituire altri giusdicenti che si sono scusati [12 gennaio 1737; Az. 84, 10v e 30 dicembre 1737; Az. 84, 52r].
Nel 1741 sorgono gravi problemi nel Consiglio, a seguito dei quali le elezioni dei giusdicenti restano sospese. Soltanto a partire dal settembre 1742 per tre vicariati [Az. 84, 181r] e poi successivamente nel febbraio 1743 per altri [Az. 84, 204v] riprendono le nomine; ma il caso di Caprino rimane aperto [23 marzo 1743; Az. 84, 215v e 8 giugno 1743; Az. 84, 221r]. Naturalmente, nell'anno 1743, essendo state ritardate le elezioni, si vota una seconda volta per il rinnovo dei giusdicenti il 30 dicembre [Az. 84, 245v]. Sorgono, di tanto in tanto, problemi circa la registrazione delle relazioni dei sindaci, problemi del tutto comprensibili per le difficoltà che i poveri cancellieri dovevano avere nella registrazione delle numerosissime votazioni. E continuano le rinunce a Caprino [12 gennaio 1748 e 3 gennaio 1749; rispettivamente, Az. 85, 133v e 172r].
Essendosi ormai esaurita l'ondata di richieste per la variazione dei tempi di accesso agli uffici, le richieste di aumento di competenze dei vicari compaiono nell'Allegato B.