Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MMB 168
MMB 168
Opere Poetiche, Edite, e Inedite del Conte Bartolomeo Secco Suardo
ms. cartaceo sec. XIX (1841), cc. 182, 237x146x45 mm
segnatura
MMB 168 (già Delta 6 49)
Dono dell'Autore alla Biblioteca Pubblica, il 29 novembre 1855.
Legatura del secondo quarto del secolo XIX, eseguita a Bergamo, del genere "romantico"
Cuoio viola a grana lunga con tracce di spellatura, decorato a secco ed in oro. Cornice a filetto cordonato, decorata a rotella, raffigura motivi fogliati trilobati entro coppie di volute dorate. Dorso a quattro nervi poco rilevati, evidenziati da una banda orizzontale di motivi stilizzati. Capitelli assenti. Nel secondo compartimento, l'iscrizione in caratteri capitali "SECCO/SUARDO"; un fiorone centrale in quelli rimanenti. Taglio grezzo. Carte di guardia gialle e bianche. Rimbocchi rifilati con discreta cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede. Coppia di segnacoli in tessuto rosso.
Il carattere locale del manoscritto, suggerisce un'esecuzione bergamasca delle legatura, di genere "romantico"
1, come testimoniano il colore vinaccia, difficilmente riscontrabile in legature dei secoli precedenti, la grana
2 in rilievo e la congiunta presenza della decorazione a secco ed in oro. L'accavallamento del decoro in corrispondenza degli angoli interni, testimonia l'uso di una rotella
2. Questa Biblioteca custodisce un'altra legatura di questo genere
3. Il dorso è oggi di colore marrone chiaro, scolorito rispetto ai piatti, per la prolungata esposizione alla luce.
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Nel corso del XIX secolo, sopravvengono alcune importanti modifiche nella struttura del libro: compare il dorso liscio, senza nervi, staccato, non più incollato al corpo del volume (dorso mobile), il capitello eseguito a macchina, incollato direttamente e non più cucito sulla cuffia. Sono alla moda il dorso con nervi veri e falsi, l'uso dello zigrino, delle pelli e tele zigrinate e del marocchino a grana lunga ed a grana rilevata.
Nella prima metà del secolo, la legatura è caratterizzata da un decoro:
- di filetti, incluso giochi di filetti e riquadri di filetto con o senza motivo angolare, prolungamento dello stile Impero. Nato e sviluppatosi in Francia con l'epopea napoleonica, questo stile è caratterizzato sia da elementi decorativi neoclassici sia da elementi propri dell'800 messi in voga dalla campagna napoleonica in Egitto: sfingi alate, palmette, aquile e trofei. In questa decorazione predomina la linea retta: in particolare, le cornici settecentesche a contorni ondulati sono sostituite da inquadrature dal tracciato diritto, contenenti motivi classici e greche;
- di cornici multiple e piastra centrale, comprensive delle loro varie combinazioni;
- neo-gotico, in uso dal 1825 al 1855 circa, è uno degli effetti della riscoperta del medioevo e dei suoi valori spirituali operata dalla cultura romantica: le cattedrali gotiche, assurte a simbolo di questi valori, fornirono ai legatori i motivi architettonici delle loro facciate e delle loro vetrate, riprodotti per mezzo di grandi placche a secco, dorate o talvolta a mosaico, che occupano l'intero piatto del volume, riproducendo la facciata di una chiesa gotica o utilizzando un singolo particolare: un rosone, una bifora, una guglia. Sorto in Inghilterra, ma molto utilizzato in Francia, fu utilizzato da quasi tutti in legatori dell'epoca, in particolare da Thouvenin e Simier;
- neo-rococò: è caratterizzato da grandi ferri a volute piene e ombreggiate, derivati dai sottili ferri rococò settecenteschi. Presentano tre schemi principali: grandi angolari collegati da sottili filetti, larghi ferri impressi a coppia lungo i piatti così da formare una grande cornice, e grande composizione a placca al centro della coperta. Il terzo tipo è caratterizzato da una numerosa varietà di grandi placche impresse a secco, con fogliami, volute, motivi architettonici nelle più varie composizioni. Questo stile, integrato da una misurata decorazione in oro, nelle cornici e negli angoli, malgrado la sua relativa semplicità ornamentale, ebbe molto successo, tanto da rivestire i testi più preziosi degli esigenti bibliofili francesi di quel periodo.
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Segnatura MMB 168, dettaglio
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Segnatura
Cinq. 5 118.
