Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 5 118
Cinquecentina 5 118
Nonnus Panopolitanus (gr),
Paraphrasis Evangelii secundum Ioannem, [Venezia, Aldo Manuzio, 1504 ca.], 210x155x12 mm
segnatura
Cinq. 5 118
Provenienza: Bartolomeo Secco-Soardo, conte.
LE CINQUECENTINE 1973, p. 244.
Legatura della prima metà del secolo XIX, eseguita in Italia, del genere "romantico"
Cuoio rosso a grana, decorata a secco ed in oro. Tre cornici concentriche a filetti doppi, decorate a rotella; quella mediana raffigura una coppia di corolle stilizzate, vicendevolmente alternate. Bordo dello specchio provvisto di foglie allungate stilizzate a secco. Dorso a cinque coppie di nervi poco rilevati. Capitelli blu e bianchi. Primo compartimento ornato con un seminato di anelli filigranati. Nel secondo e quarto ompartimento compaiono rispettivamente, le scritte "NONI/PANAPOLITAE/paraphrasi/IN EVANGEL./S. IOANNIS" e "graeCo"; nel terzo e quinto, un fiorone. Taglio dorato. Carte di guardia "moiré" del genere "vermiculé" giallo su sfondo lilla e bianche. Labbro decorato a catenella.
Legatura romantica
1, come suggerisce il colore rosso lampone, la grana in rilievo e la congiunta presenza di decorazione a secco ed in oro. Il bordo dello specchio provvisto di foglie allungate stilizzate
2 si manifesta in versione analoga, anche su manufatti realizzati dalla piemontese bottega dei "Regi Archivi"
3. L'accavallamento del decoro negli angoli testimonia l'utilizzo della rotella
4. In evidenza l'adozione di un motivo vermiforme
5 sui contropiatti. Volume appartenuto al conte Bartolomeo Secco-Soardi
6.
1
Cfr. la segnatura
MMB 168.
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Segnatura Cinq. 5 118, dettaglio
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Compendio delle vite di S. Francesco di Sales e di S. Gio. Francesca Fremiot di Chantal scritto per un Barnabita, Torino, per Giacinto Marietti, 1839, Milano, collezione privata.
Compendio delle vite di S. Francesco di Sales e di S. Gio. Francesca Fremiot di Chantal scritto per un Barnabita, Torino, per Giacinto Marietti, 1839, Milano, collezione privata, dettaglio
Attivi a partire dal 1719 fino alla metà dell'Ottocento circa, i legatori di questa bottega torinese furono dipendenti della Real Casa di Savoia e dei Regi Archivi. Nella prima metà del secolo G. Almettagh (1719-1734) e G. Sattler (1734) privilegiarono l'impiego di uno schema decorativo a doppio riquadro con semplici filetti ma con ricchi fregi angolari in filigrana. In queste legature i decori dei dorsi presentano ancora caratteri secenteschi. Nella seconda metà del secolo, con Wipfli (di cui ricordiamo i caratteristici fiori naturali in un ricco fogliame uscenti da vasi) e con Michele Giovine prevale l'impiego di cornici con ferri rococò. Un'ampia documentazione su questa bottega si trova nei lavori di F. Malaguzzi (MALAGUZZI 1989) sulla legatoria piemontese e in G. Morazzoni (MORAZZONI 1929).
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Segnatura Cinq. 5 118, dettaglio
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Segnatura Cinq. 5 118, dettaglio
È un fregio caratteristico della bottega francese dei fratelli Bozerian, attiva tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. Consiste in un filamento filigranato con andamento tortuoso come quello di un verme. Questo motivo compare anche in Italia su carte decorate della seconda metà del XIX secolo sotto forma di una serpentina tratteggiata: un bell'esempio è riportato nel volume della Raccolta Bertarelli.
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Segnatura Cinq. 5 118, dettaglio
