Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - MA 110
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MA 110


Sacellus, Domenicus, Iura episcopi bellunensis supra lignamina quae conductur per fluvium Anaxum
1554, latino, ms. sec. XVI (1554), Belluno, ms. membranaceo, dimensioni 188x130x15 mm
segnatura MA 110 (giā Delta 3 28)

MA 110 piatto anteriore MA 110 piatto posteriore

Legatura della seconda metā del secolo XVI, eseguita nel Veneto (?), del genere "a losanga-rettangolo"

Marocchino bruno con un'importante perdita di sostanza specie sul dorso, su assi sottili, decorato a secco. Piatto posteriore caratterizzato da una cornice a filetto; losanga centrale decorata a piastrella, raffigura un motivo a cordame. Crocetta quadrilobata centrale, ripetuta negli angoli interni. Negli angoli, uno spazio di foggia triangolare, provvisto di quattro motivi a forma di giglio (?). Dorso a tre nervi rilevati. Capitelli grezzi. Compartimenti decorati con una coppia di filetti obliqui incrociati. Taglio grezzo. Carte di guardia membranacee ed in carta, con una filigrana a foggia di crescente da cui si diparte un lungo stelo sormontato da una croce.

Il manoscritto conserva una serie di testi dedicati al vescovo di Belluno Giulio Contarini. Tre dei cinque documenti, dichiarazioni relative alla causa del pagamento dei dazi per il trasporto del legname spettanti al vescovo, recano la data 1554. Sono noti d'altro canto, documenti degli anni 1553-1554 dai quali risulta come il vescovo si proponesse di ricostruire e salvaguardare le entrate della mensa vescovile, minacciate dai possidenti veneziani e dalla stessa cittā di Belluno. Risulta quindi presumibile che anche i restanti documenti del codice siano databili attorno al 15541. La stessa forma dello stemma trova significativi riscontri in manoscritti della medesima epoca (Commissione del doge Francesco Donato a Giovanni Antonio Venier, 1550, Venezia, Museo Correr, segnatura cl III 40). Significativa la presenza del vescovo in Belluno, successiva alla partecipazione ai lavori del Concilio di Trento, nel 1552.
Se il decoro a cordame2 č corrente, di gusto apparentemente locale invece le crocette quadrilobate3 ed i motivi stilizzati accantonati4, circostanza che giustifica una verosimile origine veneta del manufatto, stante i ripetuti riferimenti del manoscritto a Belluno. Per la nozione di decoro "a losanga-rettangolo", si rinvia alla segnatura AB 25.


1
CODICI E INCUNABOLI 1989, n. 153, pp. 348-350.
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segnatura MA 110, dettaglio
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