Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - AB 39
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AB 39


Diploma di laurea conseguito in arti e medicina presso l'università di Venezia da Gaetano Ginammi
ms. membranaceo sec. XVIII (4 ottobre 1782), cc. 4, stemma a colori della famiglia Ginammi, 235x177x13 mm
segnatura AB 39 (già Alpha 1 5)

AB 39 piatto anteriore AB 39 piatto posteriore

Riutilizzo di una legatura del secolo XVIII, eseguita in Italia, su diploma di laurea

Cuoio marrone marmorizzato, decorato a secco ed in oro. Fasci di filetti concentrici a secco; cornice dorata a due filetti, provvista di motivi trilobati. Al centro dei piatti un fiorone, ripetuto negli angoli interni dello specchio. Dorso liscio. Capitelli assenti. Contropiatti rivestiti da un foglio di carta goffrata del genere "indiano". Taglio grezzo. Carte di guardia bianche.

Se il fiorone centrale1, ripetuto negli angoli, evoca un gusto romano del secolo XVII2, i contropiatti rivestiti da un foglio di carta goffrata3 - caratterizzata da ampi "ramages" con fiori e frutti, impressa a caldo con una matrice calcografica sulla carta azzurrina, su cui è stata in precedenza applicata la foglia d'oro - testimoniano l'esecuzione settecentesca del manufatto. L'ampia unghiatura (fino a 15 mm sul taglio di gola), segnala un riutilizzo4 della legatura.


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segnatura AB 39, dettaglio
Segnatura AB 39, dettaglio
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VIANINI TOLOMEI 1991, tavola IV, terza serie, terzo ferro.
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segnatura AB 39, dettaglio
Segnatura AB 39, dettaglio
Carte dorate o goffrate furono prodotte inizialmente ad Augusta (Germania), a partire dagli ultimi anni del XVII secolo: è un tipo di carta caratteristico, detto "Dutch gilt" verosimilmente perché gli olandesi furono i primi a commercializzarle. Le carte dorate sono di due tipi:
- quelle lisce ("Bronzefirnispapiere"), ottenute da matrici di legno, con motivi fitomorfi oppure prive di decorazione, come le carte dei cioccolatini;
- quelle goffrate ("Goldbrokatpapiere") la cui decorazione a rilievo, ottenuta da matrici in rame impresse a caldo, imita quella dei broccati e dei tessuti damascati del tempo.
La tecnica di lavorazione delle carte goffrate consiste nell'applicare su un foglio colorato, perlopiù in tinta unita, una foglia di metallo dorato o argentato (ottenuto rispettivamente con una lega di rame e stagno, o zinco e piombo). Si applica sul foglio così trattato la matrice in rame opportunamente scaldata; la parte di oro o argento a diretto contatto con il disegno a rilievo della matrice resta impressa sul foglio, mentre il metallo eccedente viene spazzolato via. L'impressione avviene per mezzo di un torchio calcografico a due cilindri. Queste carte, rallegrate da colori smaglianti dal fondo in oro, su cui spiccano fiori, frutta, fogliami, uccelli, insetti, mascheroni, belve, scene di caccia e di vita, cineserie, sono quelle che attirano maggiormente i collezionisti. Per le difficoltà tecniche di esecuzione, le carte dorate furono sempre un prodotto costoso che per gli stampatori costituì una notevole fonte, oltreché di guadagno, di prestigio: ciò spiega perché sovente sui fogli venissero riportati privilegio di stampa e nome dello stampatore. Fu ad Augusta che Abraham Mieser, nel 1698, sollecitò per primo il privilegio imperiale per una nuova invenzione di carta metallica stampata in oro e argento e produsse carte goffrate ispirate ai tessuti dell'epoca, mentre Mathias Fröhlich introdusse come temi animali e fiori. Ad Augusta lavorarono anche Georg Christoph Stoy e Johann Michael Munck. A Furth e a Norimberga produssero carte dorate Johann Kochel e i Reimund. Sappiamo che, in Italia, anche i Remondini di Bassano produssero dal 1739, con privilegio della Serenissima, carte dorate molto suggestive, simili a quelle tedesche.
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4
Cfr. la segnatura A 27.
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