Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - INCUNABOLO 4 79
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Incunabolo 4 79


Josephus, Flavius, De bello judaico, [in italiano], Firenze, Bartolomeo de' Libri, 1493, 335x210x55 mm
segnatura Inc. 4 79 (già A 6 53)
Provenienza: Antonia Suardi Ponti; Mons. G. Locatelli.
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 689, p. 188.

Inc. 4 79 piatto anteriore Inc. 4 79 piatto posteriore

Legatura della fine del secolo XV, verosimilmente eseguita a Venezia

Marocchino rosso con tracce di spellatura, su assi, decorato a secco ed in oro. Filetti concentrici a secco. Cornice dorata a due filetti dorati. In testa del piatto anteriore, la scritta in caratteri capitali "IOSEPHO D BELO GIVDAICHO". Al centro dei piatti, un cartiglio circolare, di tipo orientaleggiante. Foglie d'edera accantonate. Tracce di quattro fermagli: bindelle e contrograffe a riccio chiuso. Dorso a tre nervi rilevati, in pelle allumata, collocati entro incavi rettangolari lungo il margine dei supporti lignei. Capitelli grezzi e gialli. Taglio blu. Rimbocchi del cuoio sui contropiatti, rifilati con discreta cura sul contropiatto anteriore, senza particolare attenzione su quello posteriore; angoli giustapposti. Carte di guardia in carta bianca, raffigurano: 1) un'aquila ad ali patenti; 2) una testa di bue sormontato da un lungo stelo attorno al quale è avvinto un serpente, sormontato da una croce stilizzata.

L'elevata qualità del cuoio, la doratura1 abilmente realizzata e la raffinata quanto semplice eleganza dell'impianto ornamentale in cui spiccano il cartiglio centrale2 e le foglie d'edera3 accantonate, orientano verso una primaria bottega veneziana. I ferri aldini pieni testimoniano un'esecuzione avvenuta in epoca antica4. La base irregolare dell'iscrizione5 "IOSEPHO D BELO GIVDAICHO" sul piatto anteriore, testimonia l'impressione manuale dei caratteri. I fori nelle assi causati dai tarli, costituiscono congiuntamente al maggiore peso ed alla riduzione dei formati, uno dei motivi per i quali questo genere di supporto fu abbandonato in favore del cartone, il cui utilizzo fu sperimentato per la prima volta a Bologna sin dalla metà del secolo XV6. Volume ritenuto romano da T. De Marinis7.


1
Nelle legature antiche, ad esempio, veniva prevalentemente impiegato l'oro verde, una lega costituita al 70-80 % di oro e per il resto di argento; per questo motivo le dorature antiche sono più pallide di quelle del secolo XVIII e XIX.
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2
segnatura Inc. 4 79, dettaglio
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segnatura Inc. 4 79, dettaglio
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4
I ferri più antichi, in cui l'intero motivo è impresso in oro, sono conosciuti come ferri aldini "pieni". Comparvero poi i ferri "azzurrati", con l'interno del motivo tratteggiato con linee orizzontali e parallele, come quelle che in araldica rappresentano il colore blu, e i ferri aldini "vuoti", più tardivi (seconda metà del XVI secolo), di derivazione francese, delineati soltanto dal contorno, inciso in rilievo.
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5
segnatura Inc. 4 79, dettaglio
Segnatura Inc. 4 79, dettaglio
Cfr. anche la segnatura Inc. 3 309.
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6
HOBSON, A., 1989, Appendix 1, The use of pasteboard in binding, p. 253.
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7
DE MARINIS 1960, n. 919 ter.
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