Fliscus, Stephanus,
Varietates sententiarum seu Synonyma, Venezia, Pietro di Piasi, Bartolomeo de' Blavi, Andrea Torresani, 1480, 216x155x46 mm
segnatura
Inc. 2 256 (già O 10 18)
INDICE DEGLI INCUNABOLI 1966, n. 522, p. 146.
Legatura della fine del secolo XV, verosimilmente eseguita a Napoli
Marocchino marrone parzialmente spellato, su assi, decorato a secco. Filetti concentrici. La cornice esterna a piastrella, raffigura un motivo a rombo provvisto al centro di una stellina interna. Nello specchio, due mazzi di losanghe dai lati concavi. Cinque borchie a testa bombata. Tracce di due fermagli: bindelle in pelle allumata un tempo, e due contrograffe metalliche lanceolate, zigrinate, dal contorno frastagliato, con aggancio a riccio pieno. Dorso rivestito da un lembo di carta di color nocciola, a tre nervi in pelle allumata, rilevati, collocati all'interno di incavi rettangolari lungo il margine dei supporti lignei. Capitelli grezzi e nocciola. Taglio grezzo. Carte di guardia membranacee. Rimbocchi al naturale, giustapposti negli angoli.
La cornice esterna
1 e le contrograffe dal margine frastagliato
2 suggeriscono una verosimile origine aragonese
3 della legatura. Non caratterizzanti le stelline entro losanghe dai margini concavi
4.
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Segnatura Inc. 2 256, dettaglio
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Segnatura Inc. 2 256, dettaglio
3
Cornice esterna:
DE MARINIS 1960, I, n. 140, tav. XIV,
Gellius, Valencia, Biblioteca Universitaria, segnatura cod. 817; n, 141, tav. XVIII,
Horatius, ms. del 1484, El Escorial, segnatura T.II.5;
PINTO 2001,
14, S.Q.XVI*.L.45. Anche questa Biblioteca custodisce la legatura con segnatura
Inc. 4 230, analogamente decorata, di medesima origine. Contrograffe:
DE MARINIS 1960, I, n. 181, tav. XXIII,
Taxae omnium mundi ecclesiarum,
Valencia, Biblioteca Universitaria, segnatura cod. 226; n. 203, tav. XXIX,
Libanius, ante 1484, London, British Library, segnatura Add. Ms. 22316.

Segnatura
Inc. 4 230, dettaglio
A dispetto del nome, le legature aragonesi sono napoletane, della seconda metà del XV secolo e del primo quarto del XVI. Vennero in parte eseguite da Baldassarre Scariglia, legatore di origine catalana, durante il regno di Alfonso I (1442-95), primo re aragonese di Napoli, e da almeno una dozzina di altri maestri che lavorarono per la corte napoletana tra il 1453 e il 1493.
Le legature aragonesi non hanno, di solito, la forte apparenza islamica delle consorelle veneziane dello stesso periodo: sono in marocchino marrone o tinte in colore verde o azzurro o in pelle di capretto bianca. Sino al 1480 circa, la decorazione è costituita dai tipici motivi tardogotici e moreschi a nodi e barrette, impressi a secco; in seguito, con l'introduzione della foglia d'oro da parte di Scariglia - considerato il primo doratore di cui si conosca il nome - compaiono numerosi ferri. Tra i più caratteristici si ricordano: cornici di spolette, figure geometriche, rosette, dadi, fasci di tre fiori con stelo e foglie affrontati, stelline, formelle gotiche, occhio di pavone, piastrelline romboidali concentriche e con i lati concavi, conchiglie, libro aperto ripetuto in otto formelle, sedia infuocata. Il campo decorativo è di solito suddiviso in cornici rettangolari concentriche, poste attorno a un rettangolo decorato con un seminato di barrette e di cordami intrecciati oppure con tre o più
composizioni romboidali con dadi, occhi di pavone ecc., disposte in senso longitudinale. Le legature aragonesi più preziose sono arricchite da cammei: famose quelle con i ritratti del Sannazzaro e del Pontano. Di queste si trova ampia documentazione iconografica nei lavori di Tammaro De Marinis. Oltre 1100 esemplari di legature aragonesi vennero portati in Francia da Carlo VIII nel 1496, dopo la conquista di Napoli: prima ad Amboise, nel 1498 trasferiti a Blois, nel 1544 a Fontainebleau da Francesco i e definitivamente a Parigi tra il 1565 e il 1570. Molte biblioteche pubbliche italiane e straniere, come le Nazionali di Roma, Milano, Firenze, Napoli, Parigi, Vienna e Madrid, le Universitarie di Bologna e Valencia, l'Apostolica Vaticana nella Città del Vaticano, la Trivulziana di Milano, la Pierpont Morgan Library di New York e quella del Victoria and Albert Museum di Londra conservano esemplari di legature aragonesi.
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Segnatura Inc. 2 256, dettaglio