Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 2 680
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Cinquecentina 2 680


Lactantius, Lucius Coelius Firmianus, Opera; Tertullianus, Apologeticus, cur. G. B. Cipelli, Venezia, casa Aldo Manuzio e Andrea Torresano, 1515, 157x98x53 mm
segnatura Cinq. 2 680
Provenienza: S Maria de ………(?).
LE CINQUECENTINE 1973, p. 194.

Cinq. 2 680 piatto anteriore Cinq. 2 680 piatto posteriore

Legatura della prima metà del secolo XVI, eseguita in Italia

Marocchino marrone con spellature marginali, decorato a secco. Angoli ricurvi. Tre filetti concentrici. La cornice a piastrella, raffigura motivi ad arabesco. Rombo centrale a losanghe, entro due foglie aldine, ripetute singolarmente negli angoli. Tracce di due bindelle in tessuto marrone. Alette orizzontali in pergamena o carta, di recupero. Capitelli grezzi. Compartimenti a seminato di losanghe. Taglio blu. Carta di guardia posteriore. Rimbocchi rifilati con discreta cura; angoli giustapposti.

Gli arabeschi1 della cornice costituiscono dei motivi di origine orientale, presenti già nell'arte egizia, greca e araba, il cui nome è dovuto al fatto che questa ornamentazione è stata portata alla sua massima espressione da artisti del vicino Oriente. Si presentano come motivi astratti sotto infinite forme: linee e curve intrecciate in modo da formare disegni più o meno geometrici, foglie stilizzate collegate tra loro da volute, disegni di fantasia o motivi derivati dalla calligrafia araba. Nel XVI secolo gli arabeschi circolari erano frequenti a Venezia, mentre quelli a meandri erano diffusi in diverse città italiane. Il mazzo centrale ricorda i motivi ad occhio di pernice in uso sulle legature napoletane (aragonesi) della fine del XV/inizio del XVI secolo2. Secondo le aspettative, le alette orizzontali di rinforzo nei compartimenti3. Questa biblioteca possiede una legatura rinascimentale italiana provvista di un dorso con il medesimo decoro4. Pregressa proprietà di S. Maria5.


1
segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
Segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
Motivi decorativi di origine orientale, presenti già nell'arte egizia, greca e araba, il cui nome è dovuto al fatto che questa ornamentazione è stata portata alla sua massima espressione da artisti del vicino Oriente. Si presentano come motivi astratti sotto infinite forme: linee e curve intrecciate in modo da formare disegni più o meno geometrici, foglie stilizzate collegate tra loro da volute, disegni di fantasia o motivi derivati dalla calligrafia araba. Nel XVI secolo gli arabeschi circolari erano frequenti a Venezia, mentre quelli a meandri erano diffusi in diverse città italiane.
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2
segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
Segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
Cfr. DE MARINIS 1960, I, n. 202, G. Pontano, Greyfriars (Sussex), coll. J. R. Abbey; I, n. 213, Mattia Mercader, Practica de citraria, ms. del 1475, Palermo Biblioteca comunale, segnatura Q.Qq.E.3; I, n. 216, L. Florus, Napoli, Biblioteca nazionale, segnatura ms. IV.c.52.
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3
segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
Segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
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4
Segnatura Cinq. 4 267.
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5
segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
Segnatura Cinq. 2 680, dettaglio
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