Legature storiche nella biblioteca "A. Mai" - CINQUECENTINA 1 1819
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Cinquecentina 1 1819


Aesopus, Fabellae, Venezia, Francesco Rampazetto, 1541, 164x105x27 mm
segnatura Cinq. 1 1819
LE CINQUECENTINE 1973, p. 4.

Cinq. 1 1819 piatto anteriore Cinq. 1 1819 piatto posteriore

Legatura del primo quarto (?) del secolo XIX, del genere "romantico"

Pergamena rigida decorata in oro. Cornice a tre filetti- grasso e magri - collegati agli angoli da un filetto filigranato. Al centro dello specchio, un fregio di tipo orientaleggiante. Quarti di cerchio accantonati. Quattro nervi rilevati. Nel secondo compartimento, un tassello in cuoio rosso provvisto dell'iscrizione "AESOPI FABULAE". Foglie di acanto lungo il margine dei compartimenti. Taglio grezzo. Capitelli grezzi policromi incollati. Carte bianche. Rimbocchi rifilati con particolare cura; quelli laterali sono collocati sopra i rimbocchi di testa e di piede.

Legatura di tipo romantico1, come suggerisce il fregio2 al centro dello specchio. Analoghi quarti di cerchio3 si manifestano su legature di tipo "Impero"4 eseguite da François Bozerian5 e da Luigi Lodigiani del quale questa Biblioteca possiede diversi esempi6; un'altra legatura di questo genere è presente in questa Istituzione7.


1
Nel corso del XIX secolo, sopravvengono alcune importanti modifiche nella struttura del libro: compare il dorso liscio, senza nervi, staccato, non più incollato al corpo del volume (dorso mobile), il capitello eseguito a macchina, incollato direttamente e non più cucito sulla cuffia. Sono alla moda il dorso con nervi veri e falsi, l'uso dello zigrino, delle pelli e tele zigrinate e del marocchino a grana lunga ed a grana rilevata.
Nella prima metà del secolo, la legatura è caratterizzata da un decoro:
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segnatura Cinq. 1 1819, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 1819, dettaglio
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3
segnatura Cinq. 1 1819, dettaglio
Segnatura Cinq. 1 1819, dettaglio
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4
CULOT 2000, n. 166, Jean de la Fontaine, Les amours de Psyché et de Cupidon, avec le poème d'Adonis, Paris, Saugrain et Didot, 1797.
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5
Nato e sviluppatosi in Francia con l'epopea napoleonica, questo stile caratterizza le legature del primo e di gran parte del secondo decennio dell'Ottocento. Tra gli elementi decorativi che gli sono peculiari, alcuni - greche, urne, anfore, personaggi vestiti all'antica - ispirati ai ritrovamenti archeologici di Pompei ed Ercolano, risalgono alla fine del Settecento; propri del XIX secolo sono invece i motivi messi in voga dalla campagna napoleonica in Egitto: sfingi, palmette, rami di quercia e di vite, e simboli imperiali come api, aquile araldiche, la "N" coronata. Le cornici settecentesche a contorni ondulati vengono sostituite da inquadrature dal tracciato rettilineo, contenenti motivi classici. Le pelli presentano i colori imperiali: rosso lampone, blu notte, giallo limone e verde scuro.
In Francia i massimi esponenti di questo stile in legatoria sono i fratelli Bozerian, "aîné" e "jeune", che lavorarono, rispettivamente, sino al 1814 e al 1818. Le loro decorazioni, eseguite su marocchino a grana lunga, presentano cornici eseguite con rotelle ornate e punzoni con i simboli sopra ricordati; agli angoli compaiono talvolta ferri a ventaglio. La decorazione sui piatti è generalmente piuttosto leggera, mentre quella sul dorso è ricca di fregi dorati ed è caratterizzata da un fondo fittamente puntinato in oro, detto "mille points" o "sablé or". Questo dorso, molto decorato e molto imitato, venne detto "à la Bozerian".
Nella città italiana che forse più di ogni altra subì il fascino e l'influsso dell'Impero napoleonico e del gusto neoclassico, Milano, il legatore Lodigiani imitò, pur con alcune varianti, i modelli decorativi dei Bozerian.
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6
Cfr. la segnatura segnatura Cinq. 1 1305.
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7
Cfr. la segnatura Cinq. 3 1530.
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