Nel manoscritto con segnatura 38 R 8 1-8, alle carte 38 R 8 (5) Finazzi inserisce nella rubrica dei suoi corrispondenti il Benzoni (lettera B), descrivendo così il rapporto con lui: "Benzoni Giovanni Scultore Roma via del Balbuino. Sempre gentile con me. Gli ho dedicato le mie Reminiscenze sul Tasso
(1) , e a mio riguardo fece un Busto al nostro grand'epico da collocarsi nell'Ateneo". Infatti, il busto del Tasso venne commissionato, per l'Ateneo di Lettere, Scienze ed Arti di Bergamo, proprio dal canonico, il quale era vicepresidente dell'istituzione. A testimonianza della stima reciproca, Benzoni fece incidere sul basamento del busto la seguente frase: Gio. M. Benzoni al can. Gio. Finazzi per l'Ateneo" (vedi doc. 53). C'è da precisare che lo scultore realizzò per l'Ateneo anche i busti del giureconsulto Alberico da Rosciate (1840), del musicista Gaetano Donizetti (1840), del medico e letterato Andrea Pasta (1842) e del poeta Torquato Tasso (1858).
Benzoni stimava molto il canonico che gli riconobbe più volte l'abilità dello scalpello
(2) e gli propose di realizzare un "Angelo" per il Battistero di Bergamo. (doc. 50) e altri otto "Angeli" per la decorazione della Cappella del Crocefisso nel Duomo di Bergamo (doc. 56). Dai documenti conservati nell'Archivio Capitolare, pare, tuttavia, che al Benzoni non sia stata affidato nessun incarico di ciò che gli aveva ordinato il Finazzi.
Infine, una precisazione: la presenza, nell'epistolario di Finazzi (MMB 333), di due lettere indirizzate ad Agostino Caffi (consuocero di Benzoni) si spiega con l'amicizia, testimoniata dalle lettere, che legava i tre.
45
1851 dicembre 31, Roma
Lettera.
Benzoni ringrazia il canonico Finazzi per la sua lettera del 2 dicembre nella quale gli dimostra la sua gratitudine e la sua preziosa amicizia. Gli porge gli auguri di un felice anno nuovo da parte della moglie e delle figlie che ricambiano il suo affettuoso ricordo.
Lo informa poi che il comportamento del sig. Andrea Donizetti ha leso il suo onore e l'ha indotto a troncare ogni trattativa per la realizzazione di un monumento a Gaetano Donizetti
(1).
Infine, gli rivela che l'"Angelo" è ancora a sua disposizione; nel caso lo volesse acquistare, egli limiterebbe il prezzo a Scudi 400.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Benzoni chiede al canonico di riferirsi al sig. Caffi per conoscere tutta la storia.
Segnatura: MMB 333, c. 127
46
1854 settembre 11, Roma.
Lettera.
Benzoni informa Agostino Caffi della grave perdita del card. Angelo Mai, e gli racconta il decorso della sua malattia e delle cure, fino alla morte avvenuta sabato 9 settembre alle ore 5. Immagina il dispiacere che questa notizia provocherà in patria, essendosi spenta quella "luce di sapienza" che tutti onorano, e gli riferisce il suo personale dolore per la perdita di un "grave sostegno" che di tanto in tanto lo onorava di alcune visite al suo studio (di cui l'ultima due settimane fa) e gli elargiva preziosi consigli sull'arte. In particolare, gli rivela di conservare del porporato, a mo' di reliquia, un biglietto, datato 6 agosto 1854, in cui gli dava il suo parere riguardo a delle varianti al suo monumento funebre
(1), per il quale lo scultore sta ultimando il ritratto in questi giorni. Di lui ha solo un rimpianto: quello di non essersi recato nella chiesa di Schilpario, come il cardinale desiderava, per trovare un sito ove collocare delle lapidi in memoria sua
(2) e di
sua madre.
Benzoni riporta anche alcuni pettegolezzi: pare che il cardinale abbia lasciato delle somme per i poveri di Schilpario e dei legati ai suoi nipoti e ai suoi servitori e che, probabilmente, la sua cospicua biblioteca verrà acquistata da papa Pio IX a metà del suo valore. Inoltre, lo scultore gli rivela che i funerali si svolgeranno fra due giorni nella chiesa di S. Anastasia a Roma, e gli svela quello che è ancora un segreto: il monumento funebre che sta eseguendo gli è stato commissionato dal cardinale stesso
(3). Infine, gli descrive il monumento nei particolari
(4).
ms., originale, cc. 2
Note:
1. E' il "Monumento funebre al card. Angelo Mai", realizzato tra 1854 e 1857 e collocato nella chiesa di S. Anastasia a Roma.
2. Benzoni ipotizza che il cardinale volesse collocare una replica, in piccolo, del suo monumento funebre. A Schilpario, Benzoni porterà, invece, un cenotafio dedicato al cardinale (1856).
3. L'opera in questione è il "Monumento funebre al card. A. Mai", commissionato dal cardinale al Benzoni e collocato nel 1857, tre anni dopo la morte dell'ecclesiastico, nella chiesa di S. Anastasia al Monte Celio in Roma.
4. Nell'ultimo paragrafo della lettera, purtroppo strappato, si può evincere che Benzoni parla del colera a Roma, in particolare di circa 30-40 morti al giorno.
Segnatura: MMB 333, c. 165
47
1854 dicembre 30, Roma
Lettera.
Benzoni si scusa col canonico Finazzi per non aver risposto prima alla sua lettera del 14 ottobre. Giustifica questo ritardo col desiderio di inviargli un disegno che un suo collaboratore non è riuscito a finire
(1). Tuttavia, decide di rispondergli per augurargli un felicissimo anno nuovo.
Lo scultore descrive analiticamente al canonico il monumento
(2) affinché gli possa dare qualche consiglio, così da essere sicuro della buona riuscita dell'opera.
Benzoni ringrazia il canonico Finazzi per gli elogi che ha fatto al suo "umile Scalpello" di fronte all'Ateneo di Bergamo e gli chiede di inviargliene una copia, insieme ai suoi discorsi sul card. A. Mai
(3).
Benzoni si rammarica con Finazzi per la sua mancata venuta a Roma in occasione della festività dell'Immacolata Concezione
(4); poi, gli porge i saluti di Lupati, di don Marco Mai e del pittore bergamasco Francesco Coghetti "che lavora indefesso nel quadro della Ranica"
(5).
Lo scultore gli racconta come anch'egli lavori instancabilmente per la realizzazione del "Monumento di O' Connel"
(6), e gli comunica di aver terminato la statua di "Eva"
(7), rappresentata mentre osserva il pomo. Dopo aver descritto l'opera nei particolari, lo scultore rivela che dei giornalisti inglesi, visitando il suo studio, hanno preferito a tutte quest'opera che è stata ampiamente elogiata con un articolo apparso su dei "fogli inglesi". Benzoni gli rivela anche di lavorare per altri soggetti, in particolare per "gli effetti dell'amicizia"
(8), anche se gli confida il maggior interesse per il "Monumento funebre al card. A. Mai", di cui eseguirà un disegno che poi gli donerà.
Infine, si scusa con Finazzi per la prolissità della lettera e gli promette che gli dimostrerà coi fatti la stima che ha nei suoi confronti.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Ciò procura al Benzoni grande dispiacere, poiché il disegno raffigura il "Monumento che dee eternare i sommi pregi e meriti del nostro illustre e sapientissimo Concittadino, il quale vivendo me ne affidò l'esecuzione" (vedi doc. 46 nota 3).
2. Lo scultore gli parla dello stile cinquecentesco da lui ripreso, dei bassorilievi con le allegorie della "Religione" e della "Sapienza", dei soggetti dei medaglioni laterali rappresentanti le "Lingue" e i "Dottori della Chiesa", della figura centrale del cardinale genuflesso sopra il sarcofago mentre si rivolge alla figura di Cristo apparso tra le nuvole, dell'uso di marmi di prima e di seconda qualità per l'intera composizione, delle misure del monumento, ecc.
3. Forse il discorso è l'elogio funebre che il canonico scrisse nel 1854 in occasione delle esequie del cardinale Mai [G. Finazzi, Del cardinal Mai e delle solenni esequie celebrategli da' suoi concittadini nella Basilica di S. Maria Maggiore, Bergamo, 1854, segnatura: Sala 2 Q 9/retro 33 (4)], anche se qui ha omesso il monumento funebre che Benzoni stava eseguendo mentre ha citato il ritratto di F. Podesti e il busto di P. Tenerani (quest'ultimo in Biblioteca Civica).
4. Il dogma dell'Immacolata Concezione venne proclamato da papa Pio IX proprio nell'anno della lettera, il 1854, con la bolla "Ineffabilis Deus".
5. Benzoni intende la pala di "Martirio di S. Felicita e dei suoi sette figli", che impegnò il pittore bergamasco Francesco Coghetti (1802-1875) dal 1834 al 1857. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al regesto presente negli indici della Biblioteca alla segnatura: Ep 8.
6. Si tratta della lapide, eseguita da Benzoni su richiesta di Carlo Bianconi, dedicata all'irlandese Daniel O' Connell (1775-1847), che lottò per i diritti civili dei cattolici irlandesi. Morì mentre si recava a Roma. Nelle sue volontà, O' Connell espresse il desiderio che il suo corpo ritornasse in Irlanda, ma il suo cuore restasse a Roma. Esso è, infatti, conservato nella chiesa di S. Agata della Suburra.
7. Si tratta, appunto, di "Eva", eseguita per il principe Andrea Sobouroff di San Pietroburgo, e presente nel catalogo AB 90 alla data 1855.
8. Può essere il gruppo denominato "Amicizia", realizzato per la nobile Marianna Monticelli, e presente nel catalogo AB 90 alla data 1856.
Segnatura: MA 636, c. 61
48
1855 gennaio 10, Roma
Lettera.
Benzoni ringrazia Agostino Caffi per la sua lettera del 19 dicembre 1854 e si felicita per le buone condizioni di salute della sua famiglia, specialmente di suo figlio [Giovanni?] che non potrà trovare compagnia migliore della loro a Parigi. In particolare, gli rivela che non sa se si effettuerà l'Esposizione [a Parigi?] per la quale gli arrivò un invito per spedire alcune opere.
Gli comunica che dalla lettera del 19 dicembre ha trovato l'esatto estratto di Scudi 122,17 di cui è debitore per delle "partite"
(1), mentre da quella del 23 dicembre ha saputo di dover pagare a don Giacinto Arcangeli 10 pezzi da Franchi 20 (cioè Scudi 39,50) che egli gli verserà non appena lo vedrà.
Lo scultore informa poi Caffi che da lui è passato il parroco di Erbusco, il quale ha preso una piantina del monumento [?] promettendo che solleciterà il sig. Dotti [il probabile committente del monumento] a ritirare l'opera e a versare la rispettiva somma affinché venga collocata quanto prima nella chiesa parrocchiale.
Benzoni prega poi il Caffi di salutargli il canonico Finazzi e di riferirgli che la descrizione fattagli del "Monumento funebre al card. A. Mai" non è che un abbozzo di quello che eseguirà, e che egli è sempre disponibile ad accettare i suoi consigli; in particolare lo prega di dirgli che nei due bassorilievi egli ha l'intenzione di scolpire due scene rappresentanti le nomine conferite al cardinale come bibliotecario delle biblioteche Ambrosiana e Vaticana.
Benzoni manifesta il proprio stupore e quello degli esecutori testamentari del Mai nel conoscere che gli eredi non hanno disposto un loro rappresentante legale che avrebbe facilitato le operazioni di conversione del denaro ritrovato in casa del cardinale
(2) e raccolto tutte le onorificenze prima che venissero vendute senza nemmeno farne un incanto
(3). Benzoni si dimostra molto dispiaciuto di ciò, in quanto egli era stato incaricato di acquistarne alcune (specialmente le medaglie che il cardinale ebbe da Londra).
Infine, lo scultore comunica a Caffi il buono stato di salute della famiglia e lo informa che il giorno dopo Natale si ritrovarono a casa con Giuseppino e Angelina. Manda a lui e al figlio Giovanni i suoi saluti.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Il termine "partita" può avere vari significati: in questo caso può intendere una somma in denaro che viene contabilizzata (così come fa intendere la presenza di "estratti").
2. Si tratta di Scudi 18000 che, insieme al valore di altri oggetti, verranno depositati su un Banco dagli esecutori testamentari.
3. "Mettere all'incanto" significa mettere all'asta dei beni e offrirli al miglior offerente.
Segnatura: MMB 333, c. 166
49
1856 maggio 2, Roma
Lettera.
Benzoni comunica al canonico Finazzi che, per mezzo del comune amico Agostino Caffi, ha ricevuto la sua proposta per l'esecuzione di un "Angelo"
(1), insieme col prezzo da lui stabilito, e lo informa che è disposto ad accettare l'incarico, in virtù della gentilezza che il canonico gli dimostra e dell'amore che egli prova per la sua patria. Pertanto, egli rivela di non prendere in alcuna considerazione il prezzo della statua.
Lo scultore chiede poi a Finazzi di inviargli le misure dell'altezza della figura e dello zoccolo e di indicargli cosa la statua deve rappresentare. Riguardo al tempo che impiegherà per la sua esecuzione, Benzoni assicura che cercherà di terminarlo velocemente, anche per evitare il sovrapporsi di numerose commissioni e per accontentare i suoi committenti.
Infine, lo scultore porge al canonico Finazzi i suoi sentimenti di stima, affetto e riconoscenza.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Vedi doc. 45.
Segnatura: MMB 33, c. 192
50
1856 luglio 19, Roma
Lettera.
Benzoni comunica al canonico Finazzi di aver ricevuto, insieme alla lettera di Agostino Caffi, la sua lettera e quella del canonico arciprete Pietro Rusca il quale gli ha inviato anche uno schizzo del Battistero in cui dovrà collocare l'"Angelo" (1), a cui porrà mano non appena sarà tornato dal viaggio in Lombardia. Lo scultore ringrazia Finazzi per le sue espressioni di amicizia a lui dimostrate quando egli ricevette degli plausi da parte dell'imperatore
(2). Lo informa di aver avvisato Gritti della sua ambasciata [messaggio] e che gli ha assicurato che farà di tutto per servirlo come desidera.
Gli comunica che il prossimo mercoledì partirà per la Lombardia e gli porge i suoi saluti.
Nel post scriptum, Benzoni prega il canonico Finazzi di consegnare all'arciprete Rusca la lettera che acclude alla presente (non allegata).
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Si tratta del Battistero di Giovanni da Campione (1340), edificato nella Basilica di S. Maria Maggiore, smontato nel 1660 e collocato in Duomo, trasportato nel 1861 nel cortile dei canonici e infine ricomposto nell'attuale collocazione nel 1898. La decorazione scultorea venne affidata allo scultore Luigi Pagani e ad altri, citati nella "Distinta e data dei pagamenti eseguiti per il Battistero" (Archivio Capitolare della Curia di Bergamo, Armadio III, Categoria IV, vol. XV, n° 241-243). Per l'"Angelo" si vedano i docc. 45 e 49.
2. Francesco Giuseppe I, imperatore d'Austria (1848-1916) e re del Lombardo-Veneto (1848-1859).
Segnatura: MMB 333, c. 193
51
[1856 post settembre 26, Roma]
Lettera.
Benzoni informa il canonico Finazzi che ha ricevuto da don Ricardi i suoi saluti, e si dispiace che non abbia ricevuto la sua lettera del 26 settembre
(1), sotto trascritta.
Lo informa di aver terminato il modello della statua della "Immacolata Concezione", realizzata per Dublino
(2), e gli comunica che gli invierà al più presto una fotografia per avere "il suo savio giudizio".
Lo prega di salutargli il canonico Rusca e don Giovanni Piazzoni e offre loro i suoi rispetti.
Benzoni gli trascrive, poi, la lettera del 26 settembre.
Qui lo scultore informa Finazzi di aver consegnato la sua lettera all'abate Chailles e di aver terminato tutte le sue commissioni che gli aveva richiesto.
Gli porge poi i ringraziamenti del signor Borromeo per il dono del suo opuscolo, e lo informa che il papa non gli ha potuto parlare del" noto libbro sulla Concezzione" in quanto non l'ha ancora visto
(3). Nonostante ciò, egli ha potuto consegnare a padre Buttaoni la sua lettera e il suo scritto di cui il padre si mette a disposizione come revisore.
Infine, Benzoni prega Finazzi di porgere i suoi ossequi all'arciprete Rusca e a don Giovanni Piazzoni.
Nel post scriptum della lettera del 26 settembre, Benzoni chiede al canonico di fargli sapere se a Bergamo ci siano ancora i discendenti della famiglia Milesi, così come il maestro Milesi (maestro delle Belle Arti e del Commercio) gli chiede di indagare.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. E' al doc. 52.
2. Si tratta della "Immacolata Concezione" richiesta da mons. Edoardo Walsh, vescovo di Ossory in Irlanda.
3. L'opuscolo è, forse, lo scritto di G. Finazzi, Dell'Immacolato Concepimento di Maria, pubblicato a Milano nel 1856 e segnalato nel manoscritto con segnatura 38 R 8 (5).
Segnatura: MMB 333, v .194
52
1856 settembre 26, Roma
Lettera.
Benzoni informa il canonico Finazzi di aver ricevuto la sua lettera del 19 settembre e di aver subito provveduto a consegnare la lettera acclusa all'abate Chailles. Gli comunica di aver concluso tutte le commissioni da lui richieste
(1). Lo informa, poi, che ha consegnato il suo opuscolo
(2) a mons. Borromeo, il quale non ha ritenuto opportuno mostrarlo al papa in quanto non è stato ancora visionato da lui. Benzoni rivela al canonico la sua indignazione per questa risposta che, comunque, si aspettava "conoscendo qual testa piccola abbia dato la natura al povero Monsignore". Al contrario, gli riferisce che padre Buttaoni, non appena ricevette la sua lettera con l'opuscolo, si mise a disposizione per una revisione del suo scritto. Benzoni si offre così come intermediario per recapitare a padre Buttaoni i suoi scritti.
Infine, lo scultore prega Finazzi di porgere i suoi ossequi all'arciprete Rusca e a don Giovanni Piazzoni.
Nel post scriptum, Benzoni chiede al canonico di fargli sapere se a Bergamo ci siano ancora i discendenti della famiglia Milesi, così come il maestro Milesi (maestro delle Belle Arti e del Commercio) gli chiede di indagare.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Si tratta, probabilmente, di servizi e non di commissioni artistiche come si potrebbe pensare.
2. Vedi doc. 51 nota 2.
Segnatura: MMB 333, c. 195
53
1857 maggio 26, Roma
Lettera.
Benzoni ringrazia il canonico Finazzi per avergli dedicato il suo lavoro "sugli ultimi giorni del Tasso a S. Onofrio"
(1), sebbene egli non si reputi degno di affiancare il suo nome a quello del grande poeta.
Gli comunica che riceverà con la sua lettera il "Giornale Ufficiale di Roma", contenente la descrizione delle cerimonie e delle funzioni svoltesi nella chiesa del monastero di S. Onofrio per la collocazione del monumento sepolcrale a Torquato Tasso
(2), e un numero dell'"Album" su cui è riportata una poesia composta dalla poetessa napoletana Giannina Milli e recitata dall'Accademia Letteraria sul luogo "ove sorgeva la famosa quercia del Tasso". Lo scultore, poi, riferisce che non può dare un giudizio riguardo al monumento eseguito da un suo collega, anche se afferma che ci pensarono i romani a darne uno
(3).
Benzoni informa il canonico che farà di tutto per ultimare, entro l'inverno, il "Busto di Torquato Tasso" per l'Ateneo di Bergamo, e ben ricorda l'iscrizione che Finazzi gli ha suggerito di incidere
(4).
Lo scultore gli comunica che prossimamente gli spedirà le fotografie della "Immacolata Concezione"
(5) e del "Busto di papa Pio IX"
(6), e gli dice di rivolgersi a Caffi per vedere in anticipo quella della Immacolata che ha voluto rifare.
Benzoni racconta al canonico la confusione che gli ha provocato le manifestazioni di affetto materno che l'imperatrice delle Russie dimostrò a sua figlia; infatti, la nobildonna, visitando il suo studio, scoprì che la fanciulla era la modella per l'opera "La preghiera del mattino"
(7) e, per questo, volle a tutti i costi che Benzoni l'accompagnasse a palazzo dove le prodigò "gli abbracci e le carezze [...] similissime a quelle d'una madre tenera e affettuosa".
Infine, lo informa di aver recapitato subito la sua lettera dell'abate Agliardi,e ricambia i saluti della sua famiglia e dei loro comuni amici.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Si tratta, forse, dello scritto di G. Finazzi, Il 25 aprile o l'ultima dimora di Torquato Tasso in Roma, pubblicato a Milano nel 1857, così come testimoniato nel manoscritto con segnatura 38 R 8 (5).
2. Il convento di S. Onofrio fu l'ultimo rifugio del Tasso prima della morte, avvenuta il 21 aprile 1595. Il monumento funebre a Torquato Tasso venne eseguito dallo scultore Giuseppe Fabris verso il 1857, su volontà di papa Pio IX e del card. Milesi, ministro pontificio del commercio e delle belle arti.
3. I romani espressero il loro giudizio con questi tre versi lasciati su un biglietto: "Esser doveva l'ultima sventura/ Fra le tante che afflissero Torquato/ Aver per mano di Fabris sepoltura".
4. L'incisione sarà poi dedicata al canonico, forse per contraccambiare la sua dedica (vedi doc. 47 nota 3).
5. Vedi doc. 51 nota 2.
6. Il busto del "Ritratto di papa Pio IX" venne eseguito per il card. Santucci di Roma nel 1857, come si evince dal catalogo AB 90.
7. "La Preghiera del mattino" realizzata per la nobildonna Marianna Monticelli nel 1858, come si deduce dal catalogo AB 90.
Segnatura: MMB 333, c. 228
54
1857 maggio 30, Roma
Lettera.
Benzoni ringrazia il canonico Finazzi per la lettera del 27 maggio e gli riepiloga ciò che ha allegato alla sua penultima lettera di risposta: il "Giornale [ufficiale?] di Roma" e un numero dell'"Album" – recanti la descrizione delle celebrazioni, svoltesi nella chiesa del monastero di S. Onofrio, per l'inaugurazione del monumento funebre a Torquato Tasso – e una delle più belle poesie scritte per l'occasione. Lo informa che dalla lettera apprenderà anche della consegna della sua lettera all'abate Agliardi, e lo ringrazia della dedica fattagli sul suo nuovo lavoro (e trascritta dietro la sua lettera), anche se ammette che le lodi a lui fatte sono troppe. Gli promette che, se venisse pubblicato qualche altro meritevole giudizio sulla sua "Testa"
(1), glielo spedirà all'istante. Lo scultore approva che il Finazzi citi nel suo libro le frasi della sua lettera che egli ha trovato sottolineate. Lo informa che, se vedrà mons. Milesi, gli comunicherà ciò che gli ha trascritto nella lettera.
Infine, lo prega di tenerlo sempre nel suo affetto.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Si tratta, forse, del busto del "Ritratto di papa Pio IX" (vedi doc. 53), considerata la vicinanza temporale tra i docc. 53 e 54.
Segnatura: MMB 333, c. 227
55
1858 febbraio 16, Roma
Lettera.
In occasione dell'avvenuto matrimonio della figlia Virginia con Giovanni Emmanuele Caffi e del trasferimento della sposa a Bergamo, Benzoni non perde l'occasione per scrivere al canonico una lettera, consegnata personalmente dalla figlia.
Lo scultore si scusa con Finazzi per il prolungato silenzio, dovuto non a indolenza ma a questioni di salute e di lavoro, che non gli lasciano il tempo per "pensare ad altro".
Lo informa che, a dispetto dell'inverno freddissimo, la sua salute è in buono stato, e lo stesso può dire della sua famiglia.
Lo prega di gradire un opuscolo che gli invia e che riguarda il "Monumento funebre al card. A. Mai", da lui eseguito e da poco collocato nella chiesa romana di S. Anastasia. L'opuscolo, di cui ne ha fatto poche copie, è stato estratto dal "Giornale dell'Album", ed è stato pubblicato dal card. Altieri, esecutore testamentario del card. Mai.
Infine, Benzoni comunica al canonico che sta terminando il "Busto di Torquato Tasso" (per l'Ateneo) e che aspetta le opportune disposizione per la spedizione.
ms., originale, cc. 2
Segnatura: MMB 334, c. 239
56
1858 marzo 7, Roma
Lettera.
Benzoni esprime al canonico Finazzi la soddisfazione e il diletto che ha suscitato in lui la lettura del suo scritto sulla "Cella del Tasso in S. Onofrio"
(1) ed elogia la sua abilità letteraria, mostrandosi orgoglioso di condividere "col lodato e col lodatore" la stessa patria.
Lo scultore si manifesta degno degli elogi di Finazzi solo in virtù della loro amicizia e dell'affetto reciproco; comunque, lo ringrazia per la dedica che gli ha fatto del suo libro.
Lo avvisa poi che ha già terminato il "Busto di Torquato Tasso" e che non aspetta altro che la sua richiesta per spedirglielo.
Lo informa che la figlia Virginia gli avrà già consegnato un'altra sua lettera contenente l'opuscolo in stampa del "Monumento al card. Mai", redatto dall'abate Ciccolini.
Infine, porge i suoi saluti a Giovanni Piazzoni e a tutti i comuni amici.
Nel post scriptum, Benzoni si reputa onorato per aver ricevuto la commissione per la realizzazione di otto "Angeli" per la Cappella del Crocefisso nel Duomo di Bergamo"
(2) e richiede a Finazzi le misure delle nicchie ove verranno collocate le statue e tutte le istruzioni necessarie del caso. Aggiunge, poi, i suoi ossequi al canonico Rusconi.
Infine, Benzoni prega Finazzi di salutargli la figlia Virginia e i membri della famiglia Caffi.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Si tratta, quasi sicuramente, dello scritto al doc. 53 nota 1.
2. Fino ad ora non si conosce il nome di chi effettivamente eseguì le statue. Forse fu proprio Benzoni a crearle.
Segnatura: MMB 334, c. 240
57
1858 aprile 3, Roma
Lettera.
Benzoni avvisa il canonico Finazzi di aver ricevuto i tre numeri del "Giornale di Bergamo" in cui egli ha fatto ripubblicare l'articolo dell'abate Ciccolini riguardante la descrizione del "Monumento al card. Mai", e gli rivela la sua gioia non per i vanti al suo lavoro ma per la diffusione, nei bergamaschi, della fama che il card. Mai gode tra gli italiani.
Per quel che riguarda la distribuzione dei fascicoli che il canonico gli ha inviato, Benzoni ammette che i numerosi impegni della Settimana Santa non hanno permesso a lui e alla famiglia di prodigarsi per la loro vendita, ma gli promette che dopo Pasqua farà di tutto per esaurirli. Nel frattempo, lo avvisa che riceverà da Agostino Caffi l'importo di quelli venduti, e gli rivela che la sua piccola biblioteca viene sempre più arricchita dai suoi scritti.
Infine, gli porge i saluti suoi e della sua famiglia.
ms., originale, cc. 2
Segnatura: MMB 334, c. 241
58
1859 marzo 27, Roma
Lettera.
Benzoni ringrazia il canonico Finazzi per le gentili espressioni manifestategli nella lettera del 19 marzo, in relazione al "Busto di Torquato Tasso".
Lo scultore si scusa con lui per aver scordato di incidere l'iscrizione sul busto, per la quale, però, ha già dato l'incarico di provvedere all'arch. Dalpino
(1) dell'Ateneo di Bergamo.
Si mette a disposizione dei suoi comandi, gli rivela di aver ricevuto una lettera dalla famiglia Caffi, da cui apprende che tutti stanno in ottima salute, e lo prega di far una visita e di salutarla.
Infine, Benzoni porge sentitamente i saluti e gli ossequi da parte sua e di tutta la sua famiglia.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Si tratta dell'architetto bolognese Raffaello Dalpino, professore di Architettura all'Accademia Carrara di Bergamo.
Segnatura: MMB 334, c. 279
Note:
- Si tratta, forse, dello scritto di G. Finazzi, Il 25 aprile o l'ultima dimora di Torquato Tasso in Roma, pubblicato a Milano nel 1857, così come testimoniato nel manoscritto con segnatura 38 R 8 (5). Si veda anche doc. 53.
- A tale riguardo, si cita il commento del canonico Finazzi rivolto a Benzoni, che si accingeva ad eseguire il busto di Torquato Tasso, commissionato dall'Ateneo di Bergamo e ora conservato nella Sala Tassiana della Biblioteca Civica: "[...] un eletto concittadino, il cav. Benzoni, generoso proferiva allo scopo il suo esimio scalpello; e la Patria sarà riconoscente di vedere il sommo suo Epico da un illustre suo artista studiosamente effigiato" [sta in: G. Finazzi, Discorso inaugurale dell'Ateneo di Bergamo e del riordinamento delle sue antiche lapidi, Milano, 1863, pag. 14+nota 4 che presenta alcuni passi della lettera di risposta e di accettazione dell'incarico da parte di Benzoni (lettera datata 21 aprile 1851), segnatura: Sala 2 Q 9 21 (15)]. Si aggiunga a ciò la nota 3 del doc. 47.