Lettere ai familiari
MMB 530, fascicolo 28, Lettere ai famigliari

Le "Lettere autografe famigliari" mostrano uno squarcio della vita domestica di Giovanni Maria Benzoni: i rapporti con la figlia Virginia, sposata al bergamasco Giovanni Emmanuele Caffi, la gestione dello studio e della famiglia a Roma, l'elenco di alcuni suoi committenti, l'interessante racconto della situazione a Roma dopo lo straripamento del Tevere (doc. 48), l'orgoglio di essere ricevuto a corte dai principi Margherita e Umberto di Savoia (doc. 51).
In particolare, queste lettere fanno parte del materiale citato nel doc. 46 da Giovanni Emmanuele Caffi di Bergamo; costui, infatti, dopo la morte di Benzoni fornì alla Biblioteca Civica dei documenti per la stesura della biografia del suocero da parte del prof. Pasino Locatelli (vedi doc. 59, nota 3).


59
1873 giugno 25, Bergamo
Lettera.
Giovanni Emmanuele Caffi(1), genero di Benzoni, comunica alla Biblioteca Civica di Bergamo che allega alla lettera gli album necessari e alcune lettere familiari(2) per la stesura della biografia del suocero Giovanni Maria Benzoni da parte del prof. Pasino Locatelli(3), al quale dà il permesso di restituirli "quando con tutto il suo commodo se ne sarà servito". Egli, inoltre, spera di potere avere altri documenti da Roma, da destinare alla Biblioteca.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Giovanni Emmanuele Caffi, figlio di Agostino Caffi e marito di Virginia Benzoni.
2. Sicuramente la famiglia donò alla Biblioteca la "Raccolta delle sue opere ritratte in fotografia" (segnatura: Sala 34 D 7 25) mentre, per quel che riguarda le lettere familiari, Caffi pregò la Biblioteca di restituirgliele qualora non servissero per la stesura della biografia del suocero. Comunque, Caffi si limitò a prestare questo materiale alla Biblioteca, anche se è possibile ipotizzare che poi l'abbia donato.
3. Il materiale del prof. Pasino Locatelli per la stesura di una biografia di Benzoni è presente in Biblioteca alla segnatura: 19 R 27 (3). E' proprio dagli appunti di Locatelli che si consolida la tesi che parte del materiale prestato da Caffi coincida con le "Lettere autografe famigliari", successivamente confluite in Biblioteca. Infatti, Locatelli nei suoi appunti citò estratti delle lettere ai docc. 63 e 64 (vedi c. 3 di 19 R 27 (3)); oltre ad esse, egli si avvalse sicuramente di altri documenti, non presenti in Biblioteca, che gli permisero di arricchire il racconto su Benzoni (si legga, ad es., l'episodio tra Benzoni e Tenerani narrato dal professore sul verso della c. 2..), poi concretizzato in un necrologio (vedi: Pasino Locatelli, Necrologie. Gianmaria Benzoni, sta in "Bergamo o sia Notizie Patrie", 1874, pag. 90-113, segnatura: Micr. Per. 90).
Segnatura: MMB 530, fasc. 28

60
Lettera.
Benzoni elenca al genero Giovanni Emmanuele Caffi una serie di commissioni e di acquisti di sue opere da parte di collezionisti stranieri nell'anno 1869.
In una piccola nota finale, gli spiega che "non vi è sperare d'aumento, siccome siamo soli in Roma"(1).
Infine, scusandosi col genero per non avergli mai scritto, augura a lui e alla sua famiglia tanta felicità.
ms., originale, c. 1
Note:
1. Forse Benzoni intendeva un aumento di richieste o di compenso, anche se questa riflessione pare non concordare con le fonti biografiche che lo dipingono sempre molto impegnato nell'attività del suo studio.
Segnatura: MMB 530, fasc. 28

61
1870 dicembre 29, Roma>
Lettera.
Benzoni ringrazia il genero Giovanni Emmanuele Caffi per gli auguri(1) e gli racconta la situazione meteorologica romana, specialmente le incessanti piogge che hanno minacciato "cresenza" il giorno di S. Giovanni(2) e, poi, provocato lo straripamento del Tevere, al punto che le vie del Corso, Ripetta e Babuino di Roma sono divenute praticabili solo con delle barche.
A causa di ciò, egli si trova isolato in casa e costretto ad aspettare lo stretto necessario dai mezzi di soccorso arrivanti in barca. Poiché lo straripamento era inatteso e giunto di notte, Benzoni narra gli incalcolabili danni subiti dai romani e dalle popolazioni delle campagne vicine, e di come lui e il figlio Lodovico abbiano raggiunto l'abitazione, ricongiungendosi col resto della famiglia(3).
Benzoni racconta che l'arrivo del re(4) a Roma era previsto per il 10 gennaio 1871, ma ipotizza che, a causa dell'inondazione, verrà posticipato.
Riguardo la venuta del genero e della figlia Virginia a Roma, egli manifesta il desiderio che si uniscano a loro anche il sig. Agostino Caffi e il sig. Franceschino, per i quali è disponibile una stanza.
Inoltre, informa Caffi delle sorti del resto della famiglia, in particolare della zia Rosa e di Pepino.
Benzoni parla, poi, della creazione della Guardia Nazionale, della promozione militare di Pietruccio e di Meo e della malattia di Peppe.
Infine, prima di congedare il genero augurando a lui e alla famiglia un felice anno nuovo, lo scultore lo aggiorna su alcuni scambi di denaro, dei quali si occuperà la figlia Giulia.
Nel post scriptum, Benzoni rivela al genero il timore di rimanere sequestrato ancora per molto tempo in casa, a causa delle costanti piogge, del vento di scirocco e dello scioglimento delle nevi che ingrossano i fiumi.
Il suo ultimo pensiero prima di chiudere la lettera è, però, rivolto agli sfortunati abitanti delle campagne vicine, nella constatazione che tutto ciò "per Roma, e per le Campagne e un d'anno incalcolabile"(5).
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Gli auguri natalizi che includevano, probabilmente, anche quelli per l'onomastico, il 27 dicembre.
2. Benzoni scrive: "minacciava cresenza", ma in realtà sarebbe "crescenza", cioè lo straripamento del fiume, in questo caso il Tevere, che avvenne nella notte tra il 27 (S. Giovanni Evangelista) e il 28 dicembre 1870.
3. Benzoni, oltre al figlio Lodovico, cita nella lettera la moglie Lucia e i figli Vittoria e Battista; infine Giulia, menzionata più tardi.
4. Vittorio Emanuele II, re d'Italia (1861-1878).
5. Sul recto della c. 2, Lucia Ricci, moglie di Benzoni, scrive alla figlia Virginia ringraziandola per la cassa coi doni da lei inviati alla famiglia, pregandola di riferire al sig. Gritti, nel caso lo vedesse, che il conto del falegname è stato pagato.
Segnatura: MMB 530, fasc. 28

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1870 giugno 25, Roma
Lettera.
Benzoni ringrazia la figlia Virginia per gli auguri per il suo onomastico e le racconta che ha passato la giornata del 24 giugno facendo un brindisi anche per l'onomastico di suo marito Giovanni Emmanuele Caffi e per la felicità della sua famiglia e di Agostino Caffi.
Riferisce alla figlia che sua madre e tutta la famiglia stanno bene, escluso lui che è perseguitato dai dolori(1), anche se la rassicura che ora sta meglio. Le narra, poi, le sue giornate divise tra la direzione dei "quaranta e più giovani" del suo studio e la gestione delle commissioni provenienti anche per via postale dall'Italia e dall'estero.
Benzoni spera di sistemare i suoi affari per raggiungere, dopo la metà di luglio, S. Pellegrino(2) e potersi così rilassare e curare, in compagnia della figlia Giulia.
Lo scultore informa Virginia sui suoi parenti: la sorella Adele incinta, Pepino, impegnato nella vendita di alcuni beni di Elvira a Genzano, e la morte della signora Nina.
Infine, egli prega Virginia di salutare amorevolmente i suoi nipoti, il genero Giovanni, il sig. Agostino Caffi e la sua famiglia, e dispensa su di lei la sua benedizione.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Probabilmente si tratta dei dolori allo stomaco di cui Benzoni soffriva.
2. S. Pellegrino Terme, località in provincia di Bergamo nota per le sue acque.
Segnatura: MMB 530, fasc. 28

63
1871 dicembre 8, Roma
Lettera.
Benzoni risponde alla lettera della figlia Virginia del 4 dicembre, ricordandole l'imminente 55° compleanno della madre Lucia.
Le riferisce che il sig. Laberio ha gradito le £ 60 e che ora si trova in casa di un suo allievo, Alessandro; questi [o Laberio?] si è ammalato di vaiolo ma è in via di guarigione, ed è molto volenteroso nello studio dell'arte.
Lo scultore parla alla figlia del freddo di Roma e delle malattie di Pepino, che si sta ristabilendo, e di Lodovico, che è guarito completamente; ciò ha alleviato un po' il carico delle sue preoccupazioni. I suoi impegni si dividono ora in diversi incarichi (non ultimo quello di collocare, negli appartamenti del principe Doria, delle sculture antiche) e nell'accoglienza, nel suo studio, di personaggi ragguardevoli quali la regina d'Olanda e l'imperatore del Brasile(1).
Informa, poi, la figlia che ha ricevuto una lettera da parte della contessa Camozzi(2), riguardo due candelabri da lei graditi, e che attende la visita del duca Melzi(3).
Infine, prega Virginia di salutare Agostino e Giovanni Caffi, i suoi nipotini e, qualora vedesse i sig.ri Caterina, Franceschino e Alessandro, chiede di salutarli anche da parte della moglie Lucia.
ms., originale, cc. 2
Note:
1. Dom Pedro II, imperatore del Brasile (1840-1889).
2. La contessa Elisabetta Camozzi Vertova di Bergamo commissionò al Benzoni nel 1847 la statua "Amore insidioso sotto la pelle di agnello".
3. Si tratta, probabilmente, del duca Giovanni Melzi d'Eril di Vaprio d'Adda (Mi) che commissionò a Benzoni nel 1871 il "Monumento sepolcrale alla duchessa Melzi".
Segnatura: MMB 530, fasc. 28

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1871 marzo 22, Roma Lettera. Benzoni ringrazia la figlia Virginia e il genero Giovanni Emmanuele Caffi per le congratulazioni ricevute. Egli, infatti, racconta di essere stato ricevuto a corte dal principe e dalla principessa(1), e di aver donato a quest'ultima un album delle opere precedentemente ammirate nel suo studio. Il principe gli ha, invece, richiesto "una nota degli studi [di artisti] che meritava vedersi", ma fin d'ora egli ha visitato solo il suo laboratorio e quello dello scultore Cipolla. Egli prega il genero di non rivelare nulla di tutto ciò a Lucia(2), alla quale già tanti pettegolezzi sono giunti all'orecchio. Benzoni ammette che il suo studio, ora, è "continuamente visitato dai grandi della Corte" e qui si sono incontrati i generali De Sonnaz e Cugia(3) e il card. De Silvestri.
Egli comunica di aver ricevuto un telegramma da parte di Pepino e di Elvira, di ritorno da Napoli.
Lo scultore aggiorna poi sulla situazione romana: il trasferimento della Posta nell'edificio "ove era anticamente, coè [sic], in Piazza Colonna", la realizzazione dell'edificio della Camera del Senato; l'adeguamento della Sala del Parlamento nel cortile di Montecitorio; la creazione della Stazione(4).
Infine, dopo aver comunicato la buona salute di tutti fuorché di Pepino, Benzoni prega la figlia di ricordarlo ai suoi amici e di salutare il genero e i nipotini.
Nel post scriptum, lo scultore informa che le £ 35 spettanti a Virginia sono state da lui pagate per mezzo di alcuni oggetti spediti a Milano "alla Figlia maritata al Maggiore"(5).
ms., originale, c. 1
Note:
1. Si tratta della principessa Margherita di Savoia, che visitò il suo studio insieme col futuro re, Umberto di Savoia, verso il 1871.
2. Lucia è, probabilmente, la sorella di Benzoni, nata nel 1807; infatti, è molto improbabile che qui Benzoni intendesse la moglie Lucia Ricci.
3. Il generale De Sonnaz partecipò alla I e II Guerra d'Indipendenza e guidò nel 1860 i moti per l'annessione delle Marche e dell'Umbria al Regno d'Italia, mentre il generale Cugia partecipò alla II Guerra d'Indipendenza.
4. Dal 1871, i pontifici Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio divennero sede rispettivamente del Senato e della Camera dei Deputati del Regno d'Italia. La Stazione di Roma venne costruita in prossimità delle Terme di Diocleziano a partire dal 1867.
5. Si tratta, forse, della figlia Vittoria.
Segnatura: MMB 530, fasc. 28