Dietro mandato di Zambono de Stangis di Cremona, giudice e assessore del podestà di Bergamo Ponzino Picenardi di Cremona, il servitore del Comune Alberto Belisine elegge alcuni giurati, tutti di Bergamo, che descrivano all´abate del Monastero di Astino, Alcherio da Treviolo, rappresentato da Mantenuto da Gaverina, camerario e procuratore del Monastero, e dal monaco Pietro da Capriate, tutte le proprietà, i fitti, le decime e i diritti del Monastero in Valtesse. Si tratta di 5 terre, rispettivamente sedumate con case, vitate, boschive, con alberi di salici, in loc. ”ad Sanctum Columbanum Vallis Tegetis”, ”apud Montem Toselli prope Fontanam Matam apud Clausum Zoanni de Marinonibus”, di pert. 85 e tav. 4 in totale. Segue in forma di atto distinto analoga calcazione delle terre del Monastero site in contr. Prato della Rovere: 8 pezze di terra prative, brugate, castegnive, vitate, sedumate, con alberi di noci, site in loc. ”ad Grumellum Conzenogum” (confinanti con la Morla di Ponteranica e Sorisole), ”in Bloello”, ”ad Fossam de Pezollis”, ”in Breniatiche”, ”ad Pratum de la Rovere” di pert. 180 e tav. 8,5 in totale.