In merito alle terre difese dal Monastero di Astino, comprendenti alcune case e 7 appezzamenti tra campivi, prativi e boschivi, siti in varie località, dei quali sono indicate le coerenze antiche e quelle attuali, e la numerazione come contenute rispettivamente in una ”cartula Monasterii” e nel ”libellum Salvanii”, il giudice dom. Alberico de Camisano ritiene che nella pezza con case ”debet fieri guastum in casis (...) et non nisi in ipsis casis”; nella 5a, 6a e 7a ”non fiat nec fieri deberet aliquod guastum”; mentre la 2a, 3a e 4a sono ascritte tra quelle che son difese dagli eredi di Pietro Mançi di Brumano e da ser Bono Mançi di Brumano. Dom. Stringilasta di Giovanni da Pistoia, giudice e assessore del podestà del Comune dom. Sigexerio da Pisa, sentenza esattamente come suggerito dal detto Alberico.