Fascicolo VIII
Carte varie: appunti, relazioni, memorie di Gian Rinaldo e Agostino Carli Rubbi

VIII, 1
Gian Rinaldo Carli Rubbi ? senza destinatario

s.d., s.l.
Elogio dell'Inquisizione in generale e in particolare dell'Editto dell'Inquisitore di Milano del 15 febbraio 1764 e del Cesario Real Dispaccio del 20 novembre 1765. Ne scaturisce una questione di competenze fra la Sovrana Potestà e la Chiesa [tono e competenza fanno pensare a Gian Rinaldo Carli Rubbi].

VIII, 2
Gian Rinaldo Carli Rubbi a Magistrato

s.d. [riferimenti al 1772], s.l.
Anno primo del Regio Ducale Magistrato di Milano. Relazione del Presidente conte Carli.
Ripartizione delle competenze. Vicepresidenza del Verri. Gestione e costi del Monopolio di Stato su: tabacco, acquavite e polveri.

VIII, 3
Relazione strettamente tecnica. Tratta delle monete d'oro e d'argento della Zecca veneta. Tavola di riscontro [è materia in cui Gian Rinaldo Carli è maestro].

VIII, 4
Gian Rinaldo Carli Rubbi?

1752 ottobre 26, Paderno (lettera prima)
1752 novembre 7, Paderno (lettera seconda)
1752 novembre 14, Paderno (lettera terza)
Confuta un'opera del Fontanini e tocca problemi storici, come la formazione del potere temporale dei papi a Roma.

VIII, 5
Comunicazioni di Ancona con Venezia, in tempo di peste. Le misure cautelari di difesa del contagio adottate ad Ancona sono eccessive e immotivate (a Venezia la peste si sta esaurendo) e molto dannose per il commercio.

VIII, 6
Come sopra. Si cita il regolamento di Sanità del 1769. L misure anticontagio di Ancona non sono che un pretesto per danneggiare il commercio di Venezia, che dispone di un lazzaretto, dove la peste si spegne.

VIII, 7
Sul governo di Trieste. Agostino Carli Rubbi? (in francese)

Storia di Trieste. Già colonia romana, si dà spontaneamente all'Austria nel 1382, che ne affida il governo a un Capitano controllato da due Sindaci eletti dal Comune. Si illustra poi lo Statuto privilegiato di Trieste sotto Maria Teresa. Anche sotto la Francia i triestini poveri godono di esenzioni fiscali e viene garantita la libertà religiosa per Greci, Protestanti, Ebrei, Armeni.

VIII, 8
La Costituzione della Repubblica di Ginevra (in francese) [come la precedente sembra una esercitazione scolastica, forse di Agostino Carli Rubbi]

La Costituzione è quella del 1738 e successive modifiche; sembra ruotare intorno alla posizione sociale e politica dei borghesi e del popolo.

VIII, 9
Relazione della visita a Venezia del Re di Danimarca Federico IV. 08 dicembre 27. La relazione è inviata in francese e in italiano a Christian Frideric Principe di Danimarca che si trovava a Venezia nel dicembre 1819.

a) Un gentiluomo che si fa chiamare conte di Walter si dice inviato a Venezia dal re di Danimarca per chiedere alla Repubblica il consenso ad una visita privata ed in incognito di Sua Maestà il Re che, sotto il nome di conte di Oldenburg, vuol conoscere la nobiltà veneziana e i piaceri della città. Il senato acconsente di buon grado.
b) 1798 dicembre 27, in Pregadi [senato]
Il senato elegge 4 nobili con l'incarico di accogliere Sua Maestà e di assisterlo durante la sua visita. Firmato Vendramino Bianchi segretario.
c) 1709 marzo 6, s.l.
Il maggiordomo del re di Danimarca viene a Venezia per rendere grazie del consenso accordato e della accoglienza riservatagli.
d) 1709 marzo 7, Serenissimo Principe... [il doge]
La delegazione incaricata di accompagnare il re di Danimarca riferisce di aver fatto visita al monarca in procinto di ripartire, per augurargli buon viaggio. Sono stati donati al re alcuni cannoni di bronzo alla cui fusione il re aveva presenziato in Arsenale. Rispose il re in francese ai delegati, rinnovando la più profonda riconoscenza e gratitudine per l'accoglienza ricevuta. Il re riparte per Ferrara, la Toscana e Roma, dove conta per arrivare per la Settimana Santa. Al ritorno conta di fermarsi a Vienna. 1709 marzo 6. Seguono le firma dei 4 delegati: Daniele Dolfin, Giovanni Battista Nani, Franco Morosini, Francesco Morosini.
e) 1708 dicembre 29. Venuta in Venezia del re di Danimarca
Il cavaliere Dolfin, Provveditore generale in Terraferma, comunica che a Verona è giunto da Bolzano il conte di Oldenburg. Sembra che veramente sia il re di Danimarca, con un seguito di 53 persone, fra cui il maresciallo Rosenkrantz, il signor Zweger consigliere di guerra, il generale Reventlan. Il governatore ha alloggiato tutti in un nobile palazzo, offrendo subito un fastoso rinfresco e una festa. Il re è poi transitato per Vicenza omaggiato dal capitano Farsetti, è passato per Padova e si è imbarcato su un Burchiello diretto a Venezia. Vi entrò il 29 dicembre 1708 ore 16, subito omaggiato dai 4 cavalieri a ciò delegati, fra i quali è entrato Nicolò Erizzo al posto di Franco Morosini. Anche qui immediato rinfresco della valuta di 2000 ducati. "Buona valuta" commenta il cronista. Il re lascia Venezia per Ferrara il 5 marzo 1709. i 4 nobili accompagnatori avevano a turno ospitato il re nei rispettivi palazzi con gran concorso di nobili dame "vestite pomposamente e addobbate da infinite gioie di gran valore". Il re aveva ricambiato offrendo pranzi nella sua dimora. Era poi stato accolto all'Arsenale, dove aveva presenziato alla fusione di alcuni pezzi di cannone che il senato gli aveva poi offerto in dono. In onore del re si era svolta una fastosa regata sul Canal Grande, conclusa con un pranzo regale a Ca' Foscari. Per ricambiare, il re regalò a ciascuno dei 4 accompagnatori un suo ritratto. Steffani segretario.
f) al Serenissimo Cornaro Duca Veneto e ai nobili senatori della Repubblica (in latino).
1709 agosto 2
Appena rientrato in patria, il conte di Oldenburg, che qui si firma Friderich, ringrazia la Dominante per la fastosa accoglienza. Segue nota in francese: Visto con grande interesse il 8 dicembre 1819 Christian Friderich Principe di Danimarca (viaggiante sotto il nome di conte di Oldenburg).
g) inserto; fascicolo di 8 fogli doppi. Le prime 3 facciate sono bianche. Sulla 4^ facciata, e poi di seguito su quelle pari, è riportata in italiano la cronaca della visita a Venezia del re di Danimarca, quasi uguale a quella della carta precedente, tranne alcuni particolari: il re ha visitato a Vicenza la Rotonda del Palladio, alloggia a Venezia a Palazzo Mocenigo, ha assistito a una caccia di tori nel cortile di Palazzo Ducale, nonché alle "Forze" [piramidi umane] in Piazzetta. Segue una relazione sulla toponomastica che testimonia il passaggio dei Cimbri sconfitti da Caio Mario. Le facciate dispari dalla 5^ in poi recano la traduzione in francese della stessa relazione.

VIII, 10
Sulla fabbrica delle sete

1751 agosto 21, Venezia
Si spera che il nobile Marc'Antonio Dolfin, esperto dei problemi delle Arti, ponga fine ai disordini intervenuti di recente, specie nella fabbrica della seta.

VIII, 11
Sui ministri delle Arti

1751 dicembre 4, s.l.
Aspetti fiscali e legali dell'amministrazione delle medesime.

VIII, 12
Un Querini inquisitore alle Arti

1754 settembre 5, s.l.
Il senato confida molto in lui, ma gli fornisce precisi suggerimenti sulla gestione.

VIII, 13
1759 settembre 7, s.l.

Dopo 5 anni di servizio, Querini chiede di essere sollevato dall'incarico.

VIII, 14
1761 febbraio 4, s.l.
Disposizioni per l'elezione del successore di Dolfin e Querini, che durerà in carica per 3 anni.

VIII, 15
1765 maggio 4, s.l.
Sebastiano Molin, preposto all'arte vetraria, si è ammalato seriamente. È stato un magistrato esemplare, ma è necessario sostituirlo, nell'interesse degli stessi muranesi.

VIII, 16
Gian Rinaldo Carli Rubbi a Giuseppe e Girolamo Gravisi

1764 ottobre 28, Carlisburgo
I due Gravisi si offrono, per amicizia, di assumere una procura generale per curare gli interessi del conte Gian Rinaldo Carli. Uno terrà la cassa, l'altro i libri contabili. Gian Rinaldo perciò impartisce precise disposizioni in proposito e raccomanda che siano accelerati i lavori per la fabbrica e per il palazzo. Siano tutelati ma anche severamente controllati i coloni nel loro lavoro. La questione della fabbrica della lana deve essere competente e proficua, l'amministrazione oculata e corretta.

VIII, 17
1766 agosto 7, in Pregadi [senato]
Cessa l'alleanza del 1706 con i Grigioni: pertanto i cittadini di quel cantone esercitanti arti e mestieri nello Stato Veneto non godranno più dei privilegi loro concessi. Usano portare in patria il denaro accumulato qui, depauperando lo stato, e hanno prevaricato anche in fatto di religione. Lascino dunque la loro attività e le loro botteghe e siano rimpiazzati da buoni cattolici.

VIII, 18
1768 dicembre 28, s.l.
Decreto di Maria Teresa per la Lombardia sui dazi del vino, carne, acquavite, macina, e sulla questione del Banco di S. Ambrogio.

VIII, 19
per la Borsa mercantile

1792 maggio, s.l.
Trieste non ha difese, né dalla parte di terra né da quella di mare: proprio adesso che la Repubblica di Venezia ha dichiarato guerra alla Francia. Una squadra navale francese che si nascondesse la notte dietro i promontori della Istria veneta potrebbe sbarcare all'alba a Trieste per farvi una passeggiata. E già fu bombardata Trieste dai Francesi nel 1702. L'attuale pericolo indurrà i commercianti esteri a servirsi dei porti di Venezia e di Chioggia. Per ragioni di sicurezza, bisogna espellere i commercianti francesi.

VIII, 20
Gian Rinaldo Carli Rubbi à Charles de Zidendorf Presidente della Camera dei Conti a Vienna (in francese)

1792 giugno 3, Trieste
Il Capitano di Gorizia non lascia uscire le derrate destinate a Trieste. Il resto, come nella precedente.